Trans uguale prostituta: le dichiarazioni shock del giudice

Simone Micocci

10/02/2017

Sta facendo molto discutere quanto successo nel corso di un’udienza sul cambio di sesso e di nome per una transessuale. La giudice relatrice avrebbe dato della prostituta alla transessuale senza averne alcuna prova.

Trans uguale prostituta: le dichiarazioni shock del giudice

Transessuale è sinonimo di prostituta? Naturalmente no, e non c’è alcun legame tra le due cose.

Ma a quanto pare per alcuni giudici non è così. Come rivelato dall’avvocato Cathy La Torre a Il Fatto Quotidiano, giovedì scorso in un tribunale toscano si è tenuta un’udienza sul cambio di sesso e di nome di una transessuale, durante la quale la giudice relatrice ha rilasciato alcune dichiarazioni quantomeno discutibili nei confronti della loro assistita.

Nel dettaglio, l’avvocato La Torre, in prima linea per i diritti Lgbt (sigla utilizzata come termine collettivo per Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) ha rivelato che la giudice ha dato della prostituta alla transessuale pur non avendone alcuna prova.

Un’accusa che sta facendo discutere, e che potrebbe costare cara alla giudice poiché l’avvocato ha dichiarato di voler segnalare il suo comportamento al Consiglio superiore della magistratura.

Se lei è disoccupata allora si prostituisce: le accuse del giudice che fanno discutere

Come raccontato dall’avvocato La Torre, che però non vuole rivelare il nome della sua assistita perché il giudizio è ancora in corso, la transessuale di 40 anni (20 dei quali vissuti come donna) si è ritrovata davanti ad un collegio di tre giudici per un’udienza su cambio di nome e sesso.

Dal momento che la donna non ha ancora fatto l’operazione ai genitali ma solamente le terapie ormonali, l’avvocato La Torre sapeva che sarebbe stato difficile ottenere il nulla osta al cambio di nome e sesso, ma mai avrebbe immaginato che la giudice relatrice potesse muovere delle tali accuse.

Nel dettaglio, la giudice ha chiesto alla trans se fosse disoccupata e questa ha risposto di sì, anche perché è difficile trovare un lavoro con dei documenti che non rispondono alla sua vera identità. A questo punto, il giudice ha dichiarato:

A lei è disoccupata? Allora si prostituisce? Si metta a verbale che è una prostituta.

La giudice sostiene che la donna abbia annuito con la testa alle sue domande, ma secondo la legale non è così. Tant’è che la transessuale è subito scoppiata a piangere e la giudice non ha accolto la richiesta dell’avvocato che ha sottolineato come la questione non fosse rilevante ai fini della decisione e per questo non andava messa a verbale.

Per la La Torre, che adesso sta pensando di segnalare la vicenda al Consiglio superiore della magistratura, è molto grave che un giudice si permetta di avvalorare lo stereotipo per cui trans uguale prostituta.

L’avvocato poi ha aggiunto che il tasso di disoccupazione tra le persone transessuali è molto alto (siamo all’88%) a causa dei documenti difformi. “Spesso è proprio colpa della difformità dei documenti se le persone trans sui prostituiscono” ha concluso la La Torre.

Argomenti

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it