Trading: cosa fare quando c’è volatilità?

David Pascucci

15 Dicembre 2022 - 08:57

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Come fare trading quando c’è alta volatilità? Ecco cosa fare e, soprattutto, non fare in periodi di alta volatilità sui mercati.

Trading: cosa fare quando c’è volatilità?

La volatilità è un elemento essenziale nel trading in quanto consente forti movimenti di prezzi ma allo stesso tempo comporta diversi pericoli che possono mettere a rischio la propria operatività e la propria lucidità mentale. In questo senso bisogna conoscere prima cos’è effettivamente la volatilità, cosa succede quando c’è volatilità e soprattutto sapere come si muove il mercato quando essa si presenta.

La volatilità è la condizione in cui i mercati iniziano a muoversi più velocemente e pertanto la prontezza del trader deve essere alta, bisogna sapere già cosa fare in determinate condizioni. In questo articoli spiegheremo cosa è la volatilità e come sfruttare determinate condizioni quando questa situazione si presenta direttamente davanti a noi quando ci troviamo a fare trading. La volatilità è prevedibile? Cosa fare quando c’è un forte aumento di volatilità?

Cosa è la volatilità

Per volatilità intendiamo quella condizione in cui i prezzi di mercato iniziano a muoversi più velocemente e coprono un range di prezzi elevato in poco tempo. In pratica vediamo palesemente una velocità maggiore rispetto a quella usuale e questo comporta una maggiore escursione dei movimenti. Per molti trader la volatilità è una condizione essenziale per operare, per altri rappresenta invece un pericolo in quanto potrebbe essere una situazione pericolosa per la propria operatività.

Questi aumenti di prezzo si manifestano solitamente in seguito a una condizione in cui la volatilità è praticamente assente, ossia i movimenti di prezzo rimangono molto compressi per diverso tempo e il mercato, per risposta, inizia a muoversi più velocemente. Come mai succede questo? Molto semplicemente quando il mercato batte sempre gli stessi prezzi, o si trova a negoziare all’interno di un range di prezzo molto ristretto, esaurisce nel tempo il numero di operatori che si trovano sia sul lato della domanda sia su quello dell’offerta con la conseguente creazione di un vero e proprio svuotamento di controparti.

Questo vuoto comporta al mercato uno scostamento dei prezzi in cerca di nuovi scambi che, vista la fase di “congestione”, non avvengono più sui livelli precedenti. In pratica il mercato si discosta dai prezzi precedenti per cercare nuovi scambi che, oramai, saranno più difficili visto che gli operatori sono minori rispetto a prima. I prezzi iniziano a muoversi velocemente, verso l’alto o verso il basso, in cerca di compratori o venditori, a volte senza scambiare alcuni prezzi e di fatto si saltano alcune fasce di prezzo.

Questo “saltare” i prezzi comporta una minor liquidità e una maggior volatilità e di fatto una vera e propria ricostituzione del mercato, ossia si ha l’esigenza di riformare domanda e offerta per riprendere gli scambi. Detta così può sembrare complesso, in realtà quando vediamo come si muovono i prezzi capiamo immediatamente cosa vuol dire volatilità.

Quando si manifesta la volatilità?

L’aumento della volatilità lo si ha essenzialmente in due fasi di mercato ben precise. Abbiamo questo aumento della volatilità dopo un periodo prolungato di congestione, ossia un periodo prolungato in cui prezzi hanno intrapreso un trend non molto marcato dove abbiamo assistito a bassa volatilità. In pratica dopo che il mercato ha trovato una sorta di equilibrio dove domanda e offerta si incontrano spesso all’interno di una fascia di prezzi ristretta.

All’esaurirsi di domanda e offerta abbiamo una forte probabilità di vedere un aumento di volatilità che si presenta sotto forma di movimento altamente direzionale o sotto forma di “squeeze” di mercato, ossia quella condizione particolare in cui il mercato fa quelle che potremmo definire delle vere e proprie “finte” di movimento. Altra condizione in cui abbiamo un’alta probabilità di vedere forte volatilità è quella relativa all’uscita di dati macro importanti come, ad esempio, i dati sull’inflazione o sulle decisioni prese in merito ai tassi di interesse (attenzione perché l’importanza del dato macro dipende ovviamente dall’ambiente macroeconomico). Il dato macro offre tanta più volatilità tanto più è anomalo rispetto al suo target in condizioni normali.

Per fare un esempio reale con la situazione attuale, possiamo dire che se il target di inflazione per le maggiori economie è al 2% e il dato attuale di riferimento è molto al di sopra di esso, allora dobbiamo considerare il dato macro come un dato market mover, ossia che muove il mercato. Durante l’uscita di questi dati il mercato tende a svuotarsi letteralmente per fare spazio a nuovi ordini che dipenderanno dall’esito del dato o dalle condizioni del mercato, pertanto si creeranno delle condizioni di brevissimo termine che risultano letteralmente non-negoziabili e con forti difficoltà a vedere eseguiti i propri ordini immessi a mercato al prezzo da noi stabilito, subendo a volte dei forti splippage (condizione per cui un ordine viene eseguito a un prezzo diverso da quello da noi stabilito). Come vediamo sono condizioni particolari ma assolutamente decisive sia nel breve che nel lungo periodo.

Cosa fare durante fasi di volatilità

Come detto prima, durante le fasi di volatilità il mercato è tendenzialmente più “vuoto” rispetto alla condizione precedente, pertanto la prima cosa da fare in ottica operativa è quella di riaggiustare il rischio della propria strategia. Se non si adegua il rischio alla nuova condizione, c’è il palese pericolo di fare delle operazioni che non sono assolutamente in linea con la gestione del rischio che solitamente utilizziamo, pertanto bisognerà adeguare il rischio alla nuova condizione di mercato.

Altra cosa importante da fare è stabilire dei prezzi in cui la dinamica da noi attesa viene confermata o invalidata, dei prezzi che sono ovviamente distanti da quelli che il mercato sta battendo. In sostanza è un lavoro che consiste nel cercare dei livelli su un periodo più lungo, dei livelli su time frame più elevati così da cercare livelli che sono importanti per il mercato. Ricordiamo in merito ai time frame che i livelli tecnici individuati sui time frame più lunghi sono più validi dei livelli individuati sui time frame più corti. Il nostro lavoro consiste quindi nel trovare dei livelli significativi su base settimanale se noi siamo dei trader che operano su base giornaliera.

Ovviamente, appena c’è l’aumento di volatilità è altamente consigliato stare fuori dal mercato in quanto serve del tempo per capire quanto il mercato è volatile e una volta capita e calcolata la volatilità del mercato, allora si potrà procedere con l’adeguamento del rischio operativo.

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