Titoli di Stato: ecco perché i tassi greci sono più bassi di quelli USA

C. G.

15 Aprile 2019 - 10:32

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Titoli di Stato: la Grecia rende meno degli USA. Ma come è possibile?

Titoli di Stato: ecco perché i tassi greci sono più bassi di quelli USA

I titoli di Stato della Grecia rendono meno di quelli USA. Ma come è possibile?

Nelle ultime giornate l’obbligazionario di entrambe le economie è tornato a suscitare l’interesse dell’intero mercato. Ad attirare l’attenzione sono stati soprattutto i rendimenti dei titoli di Stato a 5 anni: quelli greci sono risultati più bassi di quelli americani.

Tradizionalmente, più un rendimento è basso più quel Paese viene percepito come solido. Viceversa, nel momento in cui uno Stato non viene giudicato affidabile, i rendimenti dei suoi titoli di Stato tendono a salire: una relazione che esprime senza giri di parole il sentiment degli investitori.

Ma come è possibile che la Grecia sia oggi reputata più solida degli Stati Uniti? La spiegazione di questo fenomeno è da ricercare nella politica monetaria delle grandi banche centrali mondiali, la Fed e la BCE, e nel diverso stato delle due economie.

Titoli di Stato: rendimenti USA più alti di quelli greci

Negli ultimi giorni i rendimenti dei titoli di Stato greci hanno lasciato il mercato a bocca aperta. Per la prima volta dal 2006 il tasso del decennale di Atene si è riportato sotto la soglia del 3,5%. Il rendimento a 5 anni, invece, è scivolato al 2,1%, persino sotto il tasso del titolo USA di pari scadenza, oggi al 2,37%.

Ma come è possibile che la Grecia renda meno degli Stati Uniti? Atene è più affidabile di Washington? In realtà non è proprio così. La risposta a queste domande deve essere ricercata nei tassi di interesse di Fed e BCE.

Colpa delle banche centrali

Nonostante il rallentamento economico abbia colpito anche Washington, l’economia USA appare oggi piuttosto in forma. Il PIL del 2018 è cresciuto di un ottimo 2,9%, il mercato del lavoro ha continuato a dare grandi soddisfazioni e l’inflazione è risalita. Tutto ciò ha spinto la Federal Reserve a rialzare i tassi di interesse e a portarli su quota 2,25-2,50%.

Questo aumento ha spinto al rialzo tutti i restanti tassi di interesse dell’economia, compresi quelli dei titoli di Stato. In altre parole, l’aumento dei rendimenti USA non dovrebbe essere considerato come un segnale di minore affidabilità del Paese, ma soltanto come una conseguenza della politica monetaria della Fed.

Discorso opposto per la Grecia, parte di un’Eurozona in cui la BCE ha rimandato ancora una volta il rialzo dei tassi di interesse, complice un’economia in deciso rallentamento. Di conseguenza, i rendimenti sui titoli di Stato sono rimasti frenati dai tassi bassi, anche se non ovunque: mentre la Germania ha vantato ultimamente rendimenti inferiori allo zero, economie come la Grecia e l’Italia non hanno assistito ad un crollo così evidente dei tassi sui bond.

Certo è che le riforme introdotte dal Paese e i miglioramenti degli ultimi anni hanno permesso di tornare a respirare e a emettere nuovamente titoli di Stato. Ad oggi, però, Atene ha ancora un debito pari al 180% del PIL, una disoccupazione del 18% e un’inflazione allo 0,8%. Nulla di paragonabile agli Stati Uniti, insomma.

Per sintetizzare, le oscillazioni dei rendimenti sui titoli di Stato non hanno reso la Grecia più affidabile degli USA, ma hanno semplicemente risposto a tassi di interesse differenti e al diverso stato delle due economie.

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