Addio al concorsone per l’ingresso a Medicina, ecco come cambiano i test: l’intervista a Tuzi (M5s)

Stefano Rizzuti

15 Febbraio 2022 - 17:19

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Manuel Tuzi, deputato del M5s, è il primo firmatario della risoluzione che impegna il governo a rivoluzionare i test d’ingresso a Medicina: a Money.it spiega cosa cambierà nel 2022 e poi dal 2023.

Addio al concorsone per l’ingresso a Medicina, ecco come cambiano i test: l’intervista a Tuzi (M5s)

Il test di Medicina cambia. Il concorsone nazionale sparisce dal 2023 e già dal 2022 cambieranno le regole per l’accesso alla facoltà di Medicina e Odontoiatria. Una risoluzione approvata dalla commissione Cultura della Camera impegna il governo a ridefinire le modalità di ingresso ai corsi di laurea ad accesso programmato.

Il primo firmatario del provvedimento, il deputato del Movimento 5 Stelle Manuel Tuzi, spiega in un’intervista a Money.it quali sono le novità più importanti e chiarisce quali saranno le nuove modalità che dovranno presto essere adottate attraverso un decreto della ministra dell’Università Maria Cristina Messa.

Tuzi rivendica il risultato ottenuto sbloccando un “percorso che era fermo al 1999, con un test non più adatto a selezionare i migliori medici”: portare a casa una “riforma ferma da 20 anni è qualcosa di storico, ora gli studenti andranno incontro a una scelta più consapevole”.

Numero programmato, quando arriva il decreto e cosa prevede

Il decreto della ministra che recepisce la risoluzione dovrebbe arrivare nel giro di pochi giorni, al massimo la prossima settimana. Il provvedimento conterrà le regole sull’accesso programmato a Medicina e Odontoiatria oltre alla possibile estensione delle nuove norme ad altri corsi di laurea: in queste ore si stanno portando valutazioni sul possibile allargamento a farmacia e biologia, per esempio.

In generale la risoluzione impegna il governo a valutare anche una serie di “interventi normativi per cambiare il numero chiuso”, come spiega Tuzi. Si parte con quella che è una sorta di sperimentazione per Medicina, ma di fatto “oggi parte un percorso per tutte le facoltà di area scientifico-tecnologica. E si ragiona anche su Architettura, per farla diventare a numero aperto considerando che per numeri e capienze può sostenere il numero aperto”.

Addio al concorsone, come cambia l’accesso a Medicina

La risoluzione ripercorre il testo base depositato in commissione più di un anno e mezzo fa e punta a “creare un percorso che cambia il concorsone come oggi lo conosciamo, con un percorso di maggiore crescita dalle superiori, anche attraverso l’orientamento”. L’obiettivo è quello di rendere più consapevoli gli studenti e per farlo si punta anche sulle piattaforme online che offriranno corsi gratuiti e aperti a tutti gli istituti già dal penultimo anno di scuola.

I corsi di preparazione per il test

Questi corsi, sottolinea il deputato del M5s, partiranno già da marzo nei prossimi anni e si terranno a partire da agosto nel 2022: saranno “pagati dallo Stato”. Si vuole così creare “un’impalcatura che sostituisca i corsi organizzati da privati che guadagnano sulla pelle dei ragazzi e così finora solo chi poteva permetterselo aveva una preparazione migliore”.

Quando la riforma entrerà a regime i corsi partiranno sin dal quarto anno di scuole superiori. E ci sarà anche un’altra novità, relativa ai libri di testo, come rivendica Tuzi: “La politica ha portato a casa un’altra conquista sulla lotta alla speculazione per i libri di testo, il materiale di preparazione verrà fornito dallo Stato, con l’aggiunta anche di simulatori online”.

Test di Medicina 2022, come cambiano le domande

In attesa che la riforma entri a regime nel 2022 cambierà già qualcosa per il test d’ingresso a Medicina. Verranno dimezzate le domande di cultura generale e logica che “spesso hanno poco a che vedere con il percorso da medico”. Le domande dovrebbero restare 60 ma si riduce la percentuale di quelle di cultura generale: dovrebbe passare dal 32% attuale a un massimo del 15%.

L’aumento dei posti per la facoltà di Medicina

Come ricorda Tuzi ci sarà anche un “incremento del numero di accessi a Medicina, almeno del 10% già da quest’anno” e con un ulteriore aumento negli anni successivi. Il target fissato è quello del rapporto di uno a uno - tra ingressi a Medicina e posti di specializzazione - “per evitare che si crei di nuovo un imbuto formativo”.

Per quanto riguarda le borse di specializzazione i posti saranno 12mila, ma ogni anno si aggiungeranno ulteriori posti in base alle necessità. A questi - fa il calcolo il deputato del M5s - si sommano 2.500 posti di medicina generale, quelli regionali e alla fine tra medicina di base e specializzazioni mediche si arriva intorno ai 15-16mila. L’anno scorso le immatricolazioni sono state circa 14.300 e si punta a incrementare questo numero del 10%.

Il nuovo test di Medicina dal 2023: i Tolc

Dal 2023, quindi, cambia totalmente la struttura dei test di Medicina e Odontoiatria. Il concorsone viene sostituito da un percorso definito da Tuzi a step: “Nel biennio precedente gli studenti potranno effettuare questi Tolc test che servono sia a orientare che a valutare lo studente dando un punteggio. Il punteggio delle diverse prove, che saranno almeno due l’anno o forse tre, porterà ad avere un punteggio migliore per definire la graduatoria nazionale”.

Quindi prima della graduatoria sarà possibile ripetere il test per migliorare il proprio punteggio e non ci sono limitazioni ai tentativi al di là di quelli fissati a livello ministeriale. Inoltre gli studenti potranno conservare il proprio punteggio biennalmente: questo vuol dire, per esempio, che se si ottiene al quinto anno di scuola un buon punteggio ma non si entra a Medicina o Odontoiatria al primo tentativo, quel punteggio può essere conservato per l’anno successivo e se è sufficiente si entra con quel punteggio al secondo anno (anche se nei test successivi non c’è stato un miglioramento).

Come si svolgono i test dal 2023

I test Tolc vengono già utilizzati per altre facoltà come Economia e Biologia e servono, sottolinea il deputato pentastellato, “quasi ad auto-valutare il candidato, anche per far sì che non ci siano carenze”. I test verranno effettuati ogni anno con una graduatoria su base nazionale. I test verranno effettuati da ogni singola università: “Le prove saranno differenziate, ma di pari livello e difficoltà tra i diversi atenei, a cui spetta la facoltà di scegliere le date”.

Quindi, per esempio, uno studente o una studentessa si può iscrivere alla Sapienza ed effettuare tutte le prove previste dall’ateneo in quelle specifiche date. In questo modo - spiega ancora Tuzi - “si prova quando si è pronti ad andare a fare il test”. Per il numero di test (sicuramente non meno di due l’anno) e la possibilità di provare in più di un ateneo (per ora sembra non prevista) si dovrà attendere il regolamento ministeriale.

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