Ci sono molti sistemi per riscaldare casa, tra cui il teleriscaldamento. Conviene? Ecco cos’è, come funziona, ma soprattutto quali sono i pro e i contro.
Negli ultimi anni il tema del riscaldamento domestico è diventato sempre più centrale per famiglie e imprese, complice l’aumento dei costi energetici e la crescente attenzione verso soluzioni sostenibili. La crisi energetica del 2022–2023, che ha portato a bollette record, ha accelerato la ricerca di sistemi alternativi in grado di garantire efficienza, risparmio e minore impatto ambientale.
Oggi, le possibilità a disposizione dei consumatori sono molte: caldaie a condensazione, sistemi ibridi, impianti a fonti rinnovabili e, in alcune aree specifiche, il teleriscaldamento. Quest’ultimo, pur avendo radici storiche, viene ancora considerato una soluzione moderna e discussa. Per alcuni rappresenta un’opportunità ecologica ed economica, per altri comporta costi non sempre competitivi. Per capire meglio vantaggi, limiti e convenienza, analizziamo di seguito nel dettaglio cos’è il teleriscaldamento, come funziona, quali sono i suoi pro e contro, quanto consuma e quali agevolazioni sono attualmente disponibili.
Cos’è il teleriscaldamento
Con il termine teleriscaldamento si intende un sistema di riscaldamento centralizzato che consente di distribuire calore a più edifici attraverso una rete di tubature sotterranee. Nato alla fine dell’Ottocento in Nord Europa e Nord America, si è diffuso in Italia a partire dagli anni ’80, soprattutto nelle aree più fredde come il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e il Piemonte. Come spiegato dalla Treccani:
«Riscaldamento, generalmente di edifici, ottenuto per mezzo di calore prodotto a notevole distanza dal luogo di utilizzazione e ivi trasportato da un fluido termovettore come acqua surriscaldata, vapore ecc. [...] Sotto l’aspetto impiantistico con il t. si passa da più centrali termiche di produzione del calore, situate nei singoli edifici, a una sola centrale di produzione a servizio di intere città. Dalla centrale, per mezzo di una rete di distribuzione primaria, il fluido termovettore trasporta il calore alle sotto centrali di edificio e alimenta il primario di uno scambiatore di calore, il cui secondario è connesso alla rete di edificio fino alle singole apparecchiature terminali di utilizzazione».
Oggi, in un contesto di crescente attenzione ai consumi energetici e alla sostenibilità, il teleriscaldamento è visto da alcuni come una soluzione efficiente e meno impattante, ma criticato da altri per i costi che non sempre garantiscono il risparmio promesso.
Come funziona il teleriscaldamento
Il funzionamento del teleriscaldamento è semplice da comprendere, ma allo stesso tempo estremamente ingegnoso. Invece di produrre calore all’interno di ogni singola abitazione, il calore viene generato in una centrale dedicata, dove l’acqua viene portata ad alte temperature, solitamente tra gli 80 °C e i 130 °C, oppure trasformata in vapore.
Questa energia termica viene poi distribuita a case, condomini, uffici e altri edifici attraverso una rete sotterranea di tubazioni isolate, che riducono al minimo la dispersione. Una volta raggiunti gli impianti interni, l’acqua calda cede il proprio calore per alimentare termosifoni, impianti a pavimento o circuiti di acqua sanitaria. A quel punto l’acqua ormai raffreddata percorre altre tubature di ritorno e rientra in centrale, pronta per essere nuovamente riscaldata. Si tratta di un sistema circolare e continuo, ovvero un ciclo chiuso che garantisce un flusso costante di energia termica.
Le fonti energetiche
Un aspetto cruciale del teleriscaldamento è rappresentato dalla fonte energetica utilizzata per riscaldare l’acqua. Le possibilità sono diverse e ciascuna comporta vantaggi e limiti. In molti impianti si ricorre alle biomasse, come legna, pellet o scarti agricoli, ovvero materiali che consentono di ridurre la dipendenza dal gas e valorizzano risorse rinnovabili spesso reperibili a livello locale. Un’altra soluzione sempre più diffusa è il solare termico, che sfrutta l’energia del sole e permette di integrare il sistema con una fonte pulita e inesauribile.
Non vanno dimenticate le pompe di calore di grande scala, capaci di sfruttare piccole quantità di elettricità per moltiplicare l’energia prodotta, garantendo così una buona efficienza. A queste si aggiunge il recupero di calore derivante da processi industriali o dai termovalorizzatori che trattano i rifiuti urbani. Questa è una strategia che consente di riutilizzare energia altrimenti dispersa, riducendo gli sprechi. Ma non solo, vi è ancora il ricorso al gas naturale, che resta una delle fonti più utilizzate. Sebbene sia una soluzione affidabile e consolidata, non rappresenta però l’opzione più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale sia per l’esposizione ai rincari del mercato energetico.
Il ciclo del teleriscaldamento
In ogni caso la fonte energetica è ciò che determina la reale sostenibilità e la convenienza economica del servizio. Una centrale alimentata da rinnovabili o da calore di recupero offre infatti vantaggi ambientali ed economici ben diversi rispetto a una che si basa soprattutto sul gas. In breve, il ciclo del teleriscaldamento funziona così:
- in centrale l’acqua viene riscaldata, preferibilmente con fonti rinnovabili o recupero di energia;
- l’acqua calda viaggia lungo le tubature sotterranee fino agli edifici;
- l’acqua cede del calore alle abitazioni;
- Una volta raffreddata ritorna in centrale per essere nuovamente scaldata e il ciclo ricomincia.
Pro e contro del teleriscaldamento
Come per ogni altro sistema di riscaldamento i pro e i contro dipendono moltissimo dall’utilizzo che si fa. In generale il teleriscaldamento è stato fin da subito presentato come quel sistema in grado di ridurre le emissioni inquinanti e capace di far risparmiare sulla manutenzione, ma soprattutto di ridurre l’ingombro della caldaia.
I pro in teoria superano i contro, in particolare per quanto riguarda il vantaggio economico. Eppure nel corso degli ultimi anni non sono mancate alcune critiche. Entriamo comunque nei dettagli per scoprire assieme vantaggi e svantaggi di tale sistema.
Vantaggi del teleriscaldamento
Uno dei principali punti di forza del teleriscaldamento è da rinvenire nella sua efficienza energetica. Poiché il calore viene prodotto in un’unica centrale anziché in tante caldaie distribuite nelle singole abitazioni, si riducono le dispersioni e si sfrutta meglio l’energia disponibile. Questo significa consumi più contenuti e un utilizzo più razionale delle risorse.
Un altro vantaggio importante riguarda l’impatto ambientale. Se la centrale sfrutta fonti rinnovabili, come biomasse o energia solare, oppure recupera calore da processi industriali o dai termovalorizzatori, il sistema contribuisce concretamente a ridurre le emissioni inquinanti. In questo senso il teleriscaldamento può essere considerato una soluzione più sostenibile rispetto ai sistemi tradizionali basati esclusivamente su gas o combustibili fossili.
Non va inoltre trascurata la comodità per gli utenti. L’assenza di caldaie domestiche comporta meno manutenzione, maggiore sicurezza e più spazio libero all’interno delle abitazioni. Non dover stoccare combustibili o controllare costantemente l’impianto rende il sistema semplice da gestire e adatto soprattutto in condomini o edifici di piccole dimensioni, dove lo spazio è prezioso.
Svantaggi del teleriscaldamento
Oltre ai numerosi punti di forza, il teleriscaldamento presenta anche alcune limitazioni da considerare. Un aspetto critico riguarda la dipendenza dalla fonte energetica. In molte città italiane le centrali funzionano ancora principalmente a gas naturale, esponendo gli utenti alle fluttuazioni dei prezzi sul mercato. Negli anni passati questo ha portato a bollette sorprendentemente elevate, con rincari che in alcuni casi hanno raggiunto livelli record.
Un’altra limitazione è legata alla mancanza di concorrenza. Il servizio è gestito in regime di monopolio locale, quindi chi si collega alla rete non può scegliere un altro fornitore. Questo riduce la possibilità di risparmio e rende gli utenti vincolati alle tariffe stabilite dal gestore, senza alcuna flessibilità.
Se tutto questo non bastasse, il teleriscaldamento è ancora geograficamente limitato. La rete è diffusa soprattutto al Nord, dove le temperature più rigide e la presenza di infrastrutture adeguate ne hanno favorito lo sviluppo. In molte altre zone del Paese, invece, il servizio non è disponibile, rendendo impossibile usufruirne senza ricorrere a sistemi alternativi.
Quanto consuma il teleriscaldamento?
Il consumo energetico del teleriscaldamento dipende da diversi fattori, tra cui l’efficienza della rete, la tipologia di centrale e le caratteristiche dell’edificio. In generale il teleriscaldamento è più efficiente rispetto ai sistemi autonomi, perché centralizzando la produzione di calore si riducono le dispersioni e si può utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili o recupero di calore industriale. In tale ambito, comunque, può essere interessante volgere uno sguardo alla Relazione annuale dell’Arera, da cui si evince che:
«Nel 2023 le centrali termiche al servizio di reti di telecalore (teleriscaldamento e teleraffrescamento) hanno prodotto 10.691 GWh termici, 6.045 GWh elettrici e 162 GWh frigoriferi (Tav. 4.1). Rispetto al precedente anno 2022, si sono significativamente ridotti sia il calore erogato all’utenza (-7,4%) sia l’energia elettrica prodotta dalle centrali al servizio di reti di telecalore e immessa nella rete elettrica nazionale (-7,5%). Anche la fornitura di energia frigorifera alle utenze del telecalore ha registrato un calo sull’anno precedente (-5,4%). Tali variazioni possono essere spiegate, almeno in parte, dall’andamento delle condizioni climatiche. Il 2023, rispetto all’anno precedente, è stato caratterizzato da una stagione termica mite, sia nel periodo invernale sia nel periodo estivo».
Il teleriscaldamento conviene oggi?
La convenienza del teleriscaldamento è un argomento complesso, che dipende da diversi fattori. Tra i principali vantaggi, come già detto, si annovera senza dubbio la comodità per gli utenti. Quest’ultimi non devono occuparsi della gestione di una caldaia domestica, il che riduce la necessità di manutenzione ordinaria e aumenta la sicurezza in casa, eliminando la necessità di conservare combustibili. Tuttavia i costi del servizio possono variare sensibilmente da città a città. In molte aree italiane le centrali continuano a funzionare prevalentemente a gas naturale, esponendo i consumatori alle oscillazioni del mercato e, in alcuni periodi, a bollette piuttosto elevate.
Inoltre, il teleriscaldamento è generalmente fornito in regime di monopolio locale. Questo significa che gli utenti non possono scegliere il fornitore e devono attenersi alle tariffe stabilite dal gestore. A ciò si aggiunge il problema della copertura geografica, con il servizio diffuso soprattutto al Nord, mentre gran parte del territorio nazionale non dispone ancora di reti adeguate. In pratica il teleriscaldamento può risultare conveniente soprattutto quando le centrali sfruttano fonti rinnovabili o recupero di calore. Si consiglia comunque di valutare attentamente ogni caso, considerando costi, disponibilità del servizio e sostenibilità ambientale.
Agevolazione e teleriscaldamento: i bonus attivi oggi
Nel 2025 le famiglie italiane possono beneficiare di diverse agevolazioni volte a rendere più accessibile il teleriscaldamento e ridurre i costi delle bollette. Tra gli strumenti principali annoveriamo il Conto Termico 3.0, che mette a disposizione contributi a fondo perduto per gli interventi di efficientamento energetico, inclusi gli allacciamenti a reti di teleriscaldamento più efficienti. Per le abitazioni pubbliche, il rimborso può arrivare fino al 100% delle spese sostenute, mentre per le abitazioni private fino al 65%.
Un’altra misura importante è rappresentata dal bonus sociale per le bollette di luce, gas e acqua, pensato per le famiglie con ISEE basso. In particolare, ne possono beneficiare i nuclei familiari con ISEE fino a 9.530 euro, mentre il limite sale a 20.000 euro per famiglie con almeno quattro figli. L’importo del bonus varia a seconda della composizione del nucleo familiare, dell’uso del gas e della zona climatica in cui si trova l’abitazione.
Infine, nel 2025 è previsto un bonus straordinario di 200 euro per le famiglie con ISEE fino a 25.000 euro, erogato direttamente in bolletta. Questo contributo si aggiunge automaticamente al bonus sociale ordinario per chi ha l’ISEE aggiornato, senza necessità di presentare ulteriori domande. Grazie a queste agevolazioni il teleriscaldamento diventa più accessibile, consentendo alle famiglie non solo di contenere le spese energetiche, ma anche di adottare soluzioni più efficienti e sostenibili.
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