Due i candidati a succedere allo sfiduciato Amos Genish: l’ex di Fca, Alfredo Altavilla, e Luigi Gubitosi, già in Wind. Entrambi i candidati fanno parte della compagine espressa da Elliott.
Se ieri mattina alcune agenzie si erano sbilanciate sulla nomina di Gubitosi,il day-after il meeting del comitato nomine di Telecom Italiasono tornati ad affiorare dubbi su chi sarà scelto per guidare il gruppo Telecom Italia in sostituzione di Amos Genish.
Oltre a Gubitosi, ieri i papabili erano altri due: Rocco Sabelli e Alfredo Altavilla. Il primo ha ribadito di non essere interessato ad incarichi operativi, mentre il secondo, che presiede il comitato, si è allontanato.
de Puyfontaine: situazione grave
Il comitato non avrebbe trovato la quadra, Paola Bonomo avrebbe espresso una preferenza per Gubitosi mentre Sabelli sarebbe a favorevole a una doppia candidatura, e ora l’ipotesi che circola è quella di convocare una nuova riunione, in tempi brevissimi, per provare a portare un nome condiviso al Cda di domenica. La prudenza è d’obbligo visto che il nuovo condottiero di Telecom Italia dovrà affrontare questioni particolarmente complesse come lo scorporo della rete e l’eventuale fusione con Open Fiber.
Da Parigi, Arnaud de Puyfontaine non si è fatto pregare per togliersi un sassolino dalla scarpa evidenziando come la destituzione di Genish abbia finito per esacerbare le lotte intestine ad Elliot. Il Ceo ha definito “grave” la situazione ribadendo che Vivendi “è azionista a lungo termine di Telecom Italia e continueremo così”.
In qualunque caso, è molto probabile che il nome che uscirà dal Cda di domenica non otterrà l’unanimità, un fatto mai successo nella storia, particolarmente tormentata, di Telecom.
Fitch: da uscita Genish nessun impatto immediato sul rating
Intanto l’agenzia Fitch ha fatto sapere che l’uscita di scena di Genish non ha un impatto immediato sul rating della società anche se, inevitabilmente, solleva timori “sulla realizzazione del piano industriale e sul ritmo di miglioramento nella struttura dei costi. Ogni ritardo può aumentare i rischi finanziari e strutturali”.
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