“Bestiario fiscale”: ecco le tasse più assurde che gli italiani sono costretti a pagare

Alessandro Cipolla

11 Luglio 2017 - 12:10

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Dalla tassa sull’esporre il tricolore fino all’accisa sulla guerra di Etiopia: ecco i tributi più assurdi e anacronistici che gli italiani devono pagare.

“Bestiario fiscale”: ecco le tasse più assurde che gli italiani sono costretti a pagare

Quella degli italiani e le tasse è da sempre stato un rapporto complesso e problematico. Se da un lato c’è una grave ed endemica evasione fiscale, dall’altro ci sono anche una serie infinita di tributi e accise che gravano sulle tasche dei cittadini.

Il bello però è che, come evidenziato da uno studio condotto dalla CGIA di Mestre, molte di queste tasse e balzelli sono abbastanza assurde e ci scapperebbe più di una risata se non fosse che alla fine sono comunque tributi che vanno pagati.

Quindi ecco la tassa sugli zerbini che recano su di essi la scritta di un’attività fino a quella sulle bandiere tricolori esposte, per non parlare poi delle varie accise come quelle sulla benzina dove ancora paghiamo la guerra in Abissinia.

Spulciando nella lunga lista delle cento tasse, con relative miriadi di micro-tasse in cui si suddividono, individuate dalla CGIA di Mestre che gravano sulle tasche degli italiani non mancano quindi tributi particolari e singolari. Vediamo allora quali sono quelli più assurdi che siamo costretti a pagare.

Le cento tasse in Italia

Lo studio condotto dalla CGIA (Associazioni Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre è molto interessante per più di un aspetto. Elencando le cento tasse in cui si suddivide l’universo fiscale nostrano sono molte le considerazioni che nascono spontanee.

Per prima cosa c’è il fatto che secondo lo studio le principali dieci imposte italiane da sole coprono l’85,3% del totale del gettito tributario nostrano. Tutta la serie di altre tasse quindi contribuiscono in maniera esigua alle casse statali nonostante siano il 90% del panorama fiscale.

Oltre a non generare grossi introiti, queste decine di imposte vanno anche a ingolfare l’Agenzia delle Entrate, che si trova sommersa dalla burocrazia soprattutto ora che è stata dotata anche della funzione di riscossione.

Queste cento imposte si vanno poi a diramare in una miriade di micro-tasse, rendendo la situazione ancora più caotica. Il fatto che poi molti di questi balzelli siano opinabili e anacronistici rende la situazione quasi grottesca.

L’elenco delle tasse più assurde

Il prezzo della benzina in Italia è stato spesso oggetto di discussione. Una buona parte del suo costo però è dovuta alle accise che, anche se riguardanti eventi ormai lontani nel tempo, non sono mai state tolte.

Ecco quindi l’accisa sul finanziamento per la guerra in Etiopia (1935) oppure quella sul terremoto del Belice (1968). In totale sono 17 e distribuite negli anni, vediamole allora nel dettaglio e quanto incidono sul costo della benzina.

  • 0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
  • 0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
  • 0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
  • 0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
  • 0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
  • 0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
  • 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
  • 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
  • 0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
  • da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
  • 0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
  • 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
  • 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
  • 0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)

Oltre alle accise però, anche tra le tasse ce ne sono diverse molte fantasiose. Se guardiamo dentro la Tosap, il canone di occupazione di spazi e aree pubbliche, escono fuori alcuni balzelli molto particolari.

Tasse quindi sugli zerbini, sugli scalini che ti portano nella tua abitazione partendo da una strada pubblica ma anche sull’ombra. Ecco dunque che anche far sventolare bandiere dal proprio balcone oppure aprire una tenda parasole per riparare i prodotti alimentari esposti, possono essere azioni soggette a pagamenti di tributi.

Anche da morti non è che la situazioni migliori di molto. In caso di decesso infatti ci sono tutta una serie di tributi plurimi: la tassa per il rilascio del certificato di constatazione di morte, il diritto fisso sul trasporto dei defunti, la tassa per la manutenzione dei cimiteri, e per chi invece decidesse di optare per la cremazione l’imposta di bollo sulla domanda di affido personale delle ceneri e sulla loro dispersione.

Se non fosse la realtà sembrerebbe più il testo di una barzelletta sul fisco. Anche gli hobby poi non sono esenti dalla scure tributaria: tassa sul bollo della raccolta funghi, sulla pesca oltre che sul cinema e sul teatro solo per citarne alcune.

L’Italia quindi è sempre più un paese di Tartassati, ricordando il film del ‘59 con Totò e Aldo Fabrizi e diretto dal grande Steno, con alcuni di questi tributi però che possono strappare una risata al cinema, ma meno nella vita reale.

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