L’aumento medio della Tari è del 3,3%. Il prezzo da pagare cresce in 95 capoluoghi su 110, ma continuano a esserci profonde differenze tra Nord efficiente e Sud carente.
Aumento Tari 2025. La fotografia scattata da Cittadinanzattiva mostra un aumento medio del 3,3%. La realtà, però, mostra un Paese diviso con il Nord molto più efficiente e meno costoso e il Sud, dove gli impianti sono di meno rispetto al Nord, in cui i costi per lo smaltimento sono più alti. Dove si paga di più?
A colpire nei numeri non è solo l’aumento della Tari che fa passare il costo medio per le famiglie da 329 euro del 2024 a 340 euro per il 2025. Il rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva mostra un Paese a due velocità (e a due prezzi).
La Tari, però, è una tassa a discrezione degli enti locali, e gli aumenti non sono uguali in tutta Italia, ma possiamo dire fin da subito che si tratta di rincari generalizzati. Quello che molti cittadini contestano è che a fronte della raccolta differenziata in cui si impegnano, non è stato previsto nessuno sconto sulla Tari.
Tari in aumento quasi ovunque
Gli aumenti, rispetto al 2024, si registrano in 95 capoluoghi su 110. Molise, Valle d’Aosta e Sardegna non registrano, invece, aumenti. Il problema principale è rappresentato, però, dalla tariffa che presenta un divario larghissimo tra Nord e Sud.
Le Regioni più economiche sono al Nord con Trentino Alto Adige che ha una tariffa annua di 224 euro, Lombardia con 262 euro l’anno e Veneto con 290 euro l’anno. Questi costi sembrano provenire da un Paese diverso, invece, se si guarda alla Tari del Sud dove gli oneri per le famiglie sono quasi raddoppiati, con i 445 euro l’anno della Puglia, i 418 euro della Campania e il 402 euro della Sicilia. Le altre Regioni sono nel mezzo.
Se non si guarda al costo medio previsto dalla Regione, ma si analizzano i singoli capoluoghi le distanze si fanno ancora più grandi: da una parte troviamo Catania con 602 euro l’anno, all’estremo opposto Cremona con 196 euro l’anno. Chi abita a Cremona paga un terzo della Tari di chi abita a Catania.
A livello regionale l’incremento è generalizzato con alcune eccezioni, come mostrato nella seguente tabella:
| Regione | Tari 2025 | Tari 2024 | Variazione % |
|---|---|---|---|
| Abruzzo | 358 € | 352 € | 1,7% |
| Basilicata | 327 € | 318 € | 2,7% |
| Calabria | 353 € | 348 € | 1,2% |
| Campania | 418 € | 407 € | 2,8% |
| Emilia Romagna | 284 € | 275 € | 3,2% |
| Friuli Venezia Giulia | 274 € | 270 € | 1,7% |
| Lazio | 383 € | 376 € | 1,8% |
| Liguria | 370 € | 359 € | 2,9% |
| Lombardia | 262 € | 254 € | 3,1% |
| Marche | 279 € | 265 € | 5,5% |
| Molise | 254 € | 254 € | 0,0% |
| Piemonte | 318 € | 308 € | 3,3% |
| Puglia | 445 € | 427 € | 4,4% |
| Sardegna | 348 € | 350 € | -0,6% |
| Sicilia | 402 € | 390 € | 3,1% |
| Toscana | 397 € | 373 € | 6,5% |
| Trentino Alto Adige | 224 € | 203 € | 10,8% |
| Umbria | 391 € | 371 € | 5,1% |
| Valle d’Aosta | 334 € | 365 € | -8,4% |
| Veneto | 290 € | 275 € | 5,4% |
| Italia | 340 € | 329 € | 3,3% |
Se si valutano le macro-aree gli incrementi sono minori al Sud, anche se ci sono le tariffe più alte.
Come abbiamo detto a livello nazionale l’aumento è del 3,3%, ma a livello di area si riscontrano i seguenti dati:
- al Nord c’è un aumento del 3,2% che porta la Tari da 281 euro del 2024 a 290 euro:
- al Centro c’è un aumento del 5,2% che porta la Tari da 346 euro del 2024 a 364 euro;
- al Sud c’è un aumento del 2,4% che porta la Tari da 329 euro del 2024 a 340 euro.
Dove si paga di meno e di più la Tari?
I capoluoghi che sono più economici e in cui si paga meno la Tari appartengono tutti alle Regioni del settentrione, come possiamo notare nella seguente tabella:
| Tari 2025 | Tari 2024 |
| Cremona 196 € | Cremona 197 € |
| Udine 199 € | Udine 186 € |
| Trento 199 € | Trento 183 € |
| Isernia 208 € | Isernia 218 € |
| Fermo 211 € | Fermo 206 € |
| Pordenone 216 € | Pordenone 209 € |
| Brescia 217 € | Brescia 205 € |
| Belluno 223 € | Belluno 205 € |
| Bergamo 226 € | Bergamo 216 € |
I capoluoghi più costosi, invece, appartengono a Regioni del settentrione a conferma che persiste un divario territoriale:
| Tari 2025 | Tari 2024 |
| Catania 602 € | Catania 596 € |
| Pisa 557 € | Pisa 512 € |
| Genova 509 € | Genova 501 € |
| Napoli 496 € | Napoli 482 € |
| Andria 491 € | Andria 471 € |
| Reggio Calabria 484 € | Reggio Calabria 478 € |
| Brindisi 473 € | Brindisi 466 € |
| Pistoia 473 € | Pistoia 448 € |
Si attende l’arrivo della Tarip, ma i risparmi non saranno immediati
Si attende con ansia che arrivi la Tarip, ovvero la tariffa rifiuti puntuale, ovvero calcolata sulla reale immondizia prodotta (a Bologna, ad esempio, erano stati predisposti dei bidoni con tessera magnetica per registrare il peso della spazzatura che si getta; sono attualmente in funzione ma non pesano ancora i sacchetti che si gettano).
La Tarip non è ancora diffusa in maniera molto ampia e resta comunque una prerogativa del settentrione. Ad averla adottata, fino a ora, sono circa un migliaio di Comuni. Con una soluzione del genere, che “pesa” o «misura» solo la spazzatura indifferenziata, i cittadini sono spinti sempre più ad affrontare in modo serio e puntuale la suddivisione dei rifiuti.
La Tarip, infatti, premia i comportamenti virtuosi di coloro che riducono all’osso la produzione di rifiuti non riciclabili. La Tarip funziona, dove è applicata la produzione di rifiuti indifferenziati cala e i prezzi sono più bassi dove viene utilizzata con continuità (Cremona, Udine, Trento).
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