La Moldavia il 28 settembre andrà al voto e anche questa volta la Russia sta cercando di influenzarne l’esito. Ecco in che modo.
Il prossimo 28 settembre il popolo moldavo sarà chiamato alle urne per le elezioni presidenziali. E, come ormai accade da tempo, anche questa volta la Russia tenta di influenzarne l’esito sostenendo i partiti filorussi. Dall’altra parte c’è il partito Azione e Solidarietà guidato da Maia Sandu, già presidente in carica, che punta a non perdere la maggioranza in Parlamento e si presenta con una chiara visione europeista. Tra i principali contendenti è l’unico ad avere una posizione netta a favore dell’ingresso nell’Unione Europea, richiesta ufficialmente dalla Moldavia nel 2022, poco dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Per questo motivo Mosca ha tutto l’interesse a interferire nel voto, ostacolando la vittoria di Sandu e sostenendo le forze filorusse. Tra queste figurano la coalizione dell’ex presidente Igor Dodon, che riunisce comunisti e socialisti, e «Il Nostro Partito», formazione populista, conservatrice e filorussa guidata da Renato Usatii.
La Russia sta cercando di influenzare le elezioni in Moldavia
Secondo diverse inchieste, la Russia starebbe tentando di condizionare le elezioni con più strumenti: dalle massicce campagne di disinformazione online alla corruzione di cittadini moldavi residenti all’estero per spingerli a votare contro Sandu, fino al pagamento di persone incaricate di fomentare disordini nei giorni immediatamente precedenti e successivi al voto. Mosca avrebbe messo in campo ingenti risorse, pari a diversi milioni di euro.
Il governo moldavo, consapevole del rischio, ha avviato contromisure. Lunedì la polizia ha condotto una vasta operazione che ha portato all’arresto di 74 persone, sospettate di aver ricevuto incarichi e finanziamenti da Mosca per alimentare tensioni in concomitanza con le elezioni, tanto nella fase preparatoria quanto in quella successiva al voto.
Un’inchiesta di Bloomberg ha rivelato un piano russo mirato alla corruzione di cittadini moldavi residenti all’estero, circa un milione di persone che voteranno altrove rispetto ai 2,3 milioni rimasti in patria. Una fetta cruciale dell’elettorato, più facile da contattare e corrompere.
Un’altra inchiesta della BBC ha invece portato alla luce una rete filorussa finanziata da Mosca, impegnata in una capillare campagna di disinformazione. Una giornalista infiltrata ha scoperto che il gruppo controllava 90 account TikTok, alcuni dei quali imitavano testate giornalistiche, diffondendo da gennaio video con notizie false contro il governo Sandu. Questi contenuti hanno raggiunto 55 milioni di visualizzazioni e 2,2 milioni di «Mi piace».
Il reporter infiltrato ha ricevuto istruzioni a diffondere accuse infondate: dal presunto piano del governo per manipolare il voto all’idea che l’ingresso nell’UE implichi un cambiamento forzato «in LGBT», fino a insinuazioni gravi sul presunto coinvolgimento della presidente Sandu nel traffico di minori. Tra gli slogan da rilanciare figuravano frasi come «Il regime di Sandu usa i bambini come moneta di scambio» o «Sandu e il PAS sono coinvolti nel traffico di esseri umani». Gran parte dei video sono stati prodotti con l’intelligenza artificiale.
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A finanziare il tutto un ex oligarca fuggito in Russia
Secondo la BBC, a finanziare la rete di propaganda ci sarebbe l’oligarca Ilan Shor, ex politico miliardario fuggito in Russia nel 2019 per sottrarsi al carcere e a una condanna per frode e riciclaggio. Nel 2023 il suo partito filorusso fu dichiarato incostituzionale, dopo che un tribunale accertò il pagamento di manifestanti per provocare proteste e disordini in Moldavia. A sostenere la rete sarebbero stati fondi trasferiti da Promsviazbank (PSB), banca statale russa già colpita da sanzioni.
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