Superticket abolito dall’1 settembre, Speranza: “Nessuno lo pagherà più”

Mario D’Angelo

29/08/2020

29/08/2020 - 13:59

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Il Superticket sanitario sarà abolito dal primo settembre. L’annuncio del ministro Speranza

Superticket abolito dall’1 settembre, Speranza: “Nessuno lo pagherà più”

Abolito il Superticket sanitario dal mese prossimo. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato che dal primo di settembre nessuno pagherà più la quota fissa che i pazienti pagano sulle ricette per prestazioni diagnostiche e specialistiche.

Superticket abolito, l’annuncio di Speranza

Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal primo settembre. Il Superticket è abolito e nessuno lo pagherà più”.

Così il ministro Speranza ha annunciato l’abolizione del Superticket, la quota che, a seconda delle Regioni, può arrivare fino a 10 euro sulle visite specialistiche e prestazioni diagnostiche.

L’applicazione del Superticket è diversa da Regione a Regione: alcune di esse lo fanno pagare integralmente, altre lo hanno abolito, altre ancora prevedono una quota in base al reddito o alla ricetta.

Per il 2019 la misura era stata confermata, mentre ne era stata disposta l’abolizione alla fine dello scorso anno.

La petizione su Change.org per l’abolizione del Superticket

Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, associazione che aveva raccolto 35.000 firme su Change.org per chiederne l’abolizione, ha parlato di una misura che “va nella direzione di una maggiore equità”.

Eliminare il superticket sanitario è un passaggio importante che aspettavamo da anni, ed è il frutto anche delle battaglie portate avanti da tante organizzazioni civiche nei confronti di questa tassa che aveva effetti pesanti sui cittadini”, ha commentato Gaudioso.

Secondo Cittadinanzattiva, la decisione di Speranza “elimina un balzello che faceva perdere soldi alla sanità pubblica invece che guadagnarli, perché portava sempre più persone a rivolgersi alla sanità privata”.

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