Superbonus, le detrazioni fiscali sono davvero meno convenienti della cessione del credito?

Nadia Pascale

6 Ottobre 2023 - 12:15

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Chi effettua o ha effettuato lavori edilizi con il Superbonus o altri bonus edilizi cerca di ottenere la cessione del credito, ma è davvero più conveniente rispetto alle detrazioni fiscali?

Superbonus, le detrazioni fiscali sono davvero meno convenienti della cessione del credito?

Chi ha effettuato lavori edili negli ultimi anni ha puntato soprattutto sulla cessione del credito, misura introdotta con il decreto Rilancio (decreto 34 del 2020, artt.119 e ss.) che ha consentito, e per quote residuali consente ancora oggi, di effettuare i lavori di ristrutturazione e ottenere i crediti fiscali maturati attraverso la cessione dei crediti a imprese, fornitori e intermediari finanziari. Attualmente ad offrire questa possibilità sono praticamente rimasti solo banche e altri intermediari finanziari.

L’alternativa alla cessione del credito sono le detrazioni fiscali, cioè la possibilità per il contribuente di ottenere l’importo riconosciuto dal bonus edilizio in rate di uguale importo distribuite su più anni e scalate dall’Irpef da versare. Le detrazioni fiscali per i lavori edili sono in realtà in vigore da molti anni e hanno consentuito finora il recupero fiscale delle somme spese da parte di tantissimi contribuenti.

Ciò che si prova a capire è se realmente è conveniente per il contribuente effettuare la cessione del credito oppure se è economicamente più conveniente sfruttare le detrazioni fiscali.

La cessione del credito è conveniente? Quanto si perde?

Con l’introduzione della cessione del credito e sconto in fattura per la ristrutturazione edilizia con Superbonus 110%, o con altri bonus edilizi, coloro che effettuavano i lavori potevano cedere il credito maturato direttamente all’impresa costruttrice o ai fornitori.

Questo implicava che chi effettuava i lavori non doveva anticipare denaro, naturalmente l’occasione era ghiotta e in tanti ne hanno approfittato fino a quando le norme sono state modificate, le imprese, non avendo più capienza fiscale, si sono ritrovate tra le mani crediti difficili da collocare sul mercato, molti cantieri sono rimasti bloccati.
Oggi lo scenario è diverso. Il 3 ottobre Poste Italiane ha riaperto la piattaforma per la cessione del credito, segue altri istituti che già in precedenza offrivano tale possibilità.

Le operazioni però, come è normale che sia, hanno un costo. Le condizioni dei vari istituti di credito sono molto simili, le percentuali riconosciute cambiano di poco.

Ad esempio, Poste Italiane riconosce 94 euro per ogni 110 euro di credito d’imposta acquistato da Poste Italiane per gli interventi relativi al Superbonus 110 con recupero in 4 anni. Intesa San Paolo, per la stessa tipologia di credito, rimborsa di 102 euro ogni 110 euro di recupero fiscale. Il secondo acquista anche da imprese, Poste Italiane solo da privati che abbiano sostenuto gli oneri, quindi anticipato le spese.

Per un’analisi dettagliata delle condizioni rimandiamo agli approfondimenti segnalati. Dal punto di vista economico, di conseguenza, può essere uno svantaggio effettuare la cessione del credito, mentre può essere maggiormente vantaggioso optare per le detrazioni fiscali.

Perché molti preferiscono la cessione del credito?

La cessione del credito ha il vantaggio di permettere un recupero più veloce delle somme, inoltre consente di ottenere le agevolazioni fiscali anche a chi ha scarsa capienza fiscale e non riuscirebbe quindi solo con l’Irpef a recuperare le somme spettanti.

Nel frattempo però sono anche cambiate le condizioni del Superbonus, infatti per i lavori del 2023, tranne ipotesi residue, la percentuale di credito riconosciuta è del 90%, mentre per il 2024 la percentuale scenderà al 70%. Gli altri bonus fiscali, ad esempio il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus comunque prevedono il riconoscimento di percentuali molto inferiori al superbonus e di conseguenza è più semplice ottenere il recupero fiscale delle somme anche non avendo redditi particolarmente elevati.

Di fatto oggi è praticamente impossibile eseguire lavori di ristrutturazione senza prima anticipare le spese di propria tasca o attraverso un finanziamento. Questo vuol dire che sono quasi del tutto annullati i vantaggi che possono arrivare dalla cessione del credito, mentre resta la possibilità di sfruttare a pieno le agevolazioni fiscali utilizzando in proprio le detrazioni fiscali anche se divise in più anni.

Un esempio pratico può aiutare. Poste Italiane acquista i crediti diversi da Superbonus con detrazione in 5 anni, ad esempio un bonus ristrutturazioni, pagando 84,5 euro ogni 100 euro di credito del cedente. Facciamo l’ipotesi di una ristrutturazione costata 50.000 euro per la quale il cedente matura 25.000 euro di credito fiscale. Con Poste Italiane si possono ottenere 21.125 euro, perdendo 3.875 euro. Se il soggetto ha sufficiente capienza fiscale può invece recuperare per intero le somme.

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