Il superbonus, nato come una agevolazione che prometteva di realizzare i lavori di efficientamento degli immobili a zero spese, rischia di tramutarsi in un boomerang per chi non li conclude.
Tanti, tantissimi cittadini hanno approfittato delle agevolazioni concesse dal superbonus per realizzare cappotto termico, installazione di pannelli fotovoltaici, sostituzione di infissi e caldaie. Molti, quelli che hanno agito per primi, non hanno avuto grossi problemi. Ma chi ha deciso dopo si è trovato impantanato nella burocrazia della cessione dei crediti.
I crediti incagliati hanno fatto in modo che molte ditte edili si fermassero, con grosso danno anche per i cittadini i cui immobili erano in «lavorazione». Ristrutturazioni lasciate a metà, lavori non completati che, in alcuni casi i proprietari hanno dovuto terminare «in proprio» almeno per tornare ad abitare nell’immobile.
Non si tratta di casi isolati ma le conseguenze in questi casi e in quelli in cui i lavori non verranno portati a termine possono essere davvero disastrose. Con il superbonus che, invece che dare un beneficio, si abbatte come un boomerang sul cittadino che l’ha sfruttato.
Cerchiamo di capire dove sta il problema.
Il SAL per lo sconto in fattura
Il SAL altro non è che lo Stato di Avanzamento dei Lavori. E si utilizza laddove, invece che la cessione del credito, si è deciso di optare per lo sconto in fattura.
Lo sconto in fattura, infatti, era il modo più pratico per beneficiare del superbonus 110% con uno sconto immediato sulla fattura emessa dall’impresa edile. Ed il Sal permetteva di fruire del bonus in fasi differenti ed in base alla percentuale di lavori svolta.
Per il superbonus i Sal, oltre a quello di fine lavori, non possono essere più di 2 e devo rappresentare una percentuale di avanzamento lavori non inferiore al 30%.
Di fatto, quindi, si è potuto godere di un primo SAL al raggiungimento del 30% dei lavori eseguiti e di un secondo al raggiungimento del 60% dei lavori eseguiti.
Ma cosa accade se non si arriva al termine dei lavori ai SAL già scontati in fattura?
Superbonus, che succede a chi ha iniziato i lavori e rischia di non concluderli?
Il rischio concreto per chi non conclude i lavori o lo conclude non salendo delle due classi energetiche così come richiesto dalla normativa che regola il superbonus è quello di doverli pagare di tasca propria. E di dover anche restituire anche l’eventuale sconto in fattura già fruito con i SAL in fasi differenti in base all’avanzamento dei lavori.
Questo trasformerebbe un’agevolazione fiscale che doveva permettere di eseguire determinati lavori del tutto gratuitamente in una sorta di salasso economico per il cittadino che si troverà costretto, magari, ad accendere un mutuo per restituire quanto scontato in fattura dalla ditta edile ma che, alla fine non avendo concluso i lavori o avendoli conclusi senza ottenere la riduzione delle classi energetiche, non gli sarebbero spettati.
Proprio per questo motivo mentre prima per il superbonus ad essere coinvolti erano principalmente amministratori di condominio ed ingegneri, ora sono chiamati in causa avvocati per districare situazioni abbastanza spinose e delicate in cui a rimetterci, come al solito, è l’ignaro cittadino che si è affidato alle promesse del «tutto gratis».
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