Sul mercato delle valute è successo ciò che tutti temevano. Nemmeno €2 miliardi sono riusciti a fermare il processo

Violetta Silvestri

07/05/2025

Crollo della valuta come previsto dagli analisti in questo Paese europeo: neanche un intervento della banca centrale ha fermato lo shock.

Sul mercato delle valute è successo ciò che tutti temevano. Nemmeno €2 miliardi sono riusciti a fermare il processo

La banca centrale della Romania ha dichiarato di essere alla ricerca del “metodo ottimale” per contrastare i significativi deflussi di capitali in seguito al forte calo del leu, dopo che il leader dell’opposizione di estrema destra ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali.

Il leu rumeno è sceso di oltre il 2% martedì, superando per la prima volta la soglia critica di 5 per euro, con una performance inferiore a quella delle valute dell’Europa centrale. La banca centrale non ha voluto commentare se sia intervenuto a sostegno della valuta, anche se indiscrezioni raccontano della liberazione di circa 2 miliardi di euro dalle sue riserve valutarie per stabilizzare il tasso di cambio.

In precedenza, la banca aveva dichiarato che avrebbe concesso al leu, rigidamente controllato, “maggiore flessibilità” se le tensioni politiche si fossero allentate entro la fine dell’anno, dopo aver speso quella che JP Morgan stima essere una cifra di oltre 10 miliardi di euro in interventi nel 2024.

Da mesi gli analisti finanziari prevedevano che il tasso di cambio avrebbe superato una soglia psicologica nel 2025, cosa che non era mai accaduta prima.

Cosa succede in Romania? Caos finanziario

“Gli afflussi di capitali sono diminuiti e i deflussi sono aumentati significativamente. Per frenare queste fluttuazioni, è necessario ritirare la liquidità dal mercato e aumentare i tassi di interesse. La banca nazionale sta cercando di trovare la soluzione ottimale”, ha dichiarato a G4Media Dan Siciu, portavoce dell’istituto finanziario non appena i mercati nazionali hanno iniziato a subire un vero e proprio shock.

Pochi giorni prima, Mugur Isarescu, il presidente della banca centrale, aveva dichiarato che uno degli obiettivi principali della BNR è garantire la stabilità del tasso di cambio dell’euro rispetto al leu, ma che la stabilità a lunghissimo termine “non è la cosa migliore”. Isarescu ha ricordato che dal 2020 l’euro si è apprezzato solo del 4% rispetto al leu e negli ultimi due anni il tasso di cambio è stato costantemente pari a 4,97.

I mercati hanno però reagito negativamente al fatto che George Simion, candidato dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR), considerato estremista di destra, abbia vinto domenica il primo turno delle elezioni presidenziali rumene con una vittoria schiacciante, con il 40,3% dei voti.

L’indice della Borsa di Bucarest ha chiuso lunedì con un calo di quasi il 3% rispetto alla giornata di contrattazioni precedente. I rendimenti dei titoli di Stato rumeni in valuta locale a 10 anni sono aumentati di circa 50 punti base, attestandosi all’8%. La Romania, il cui debito pubblico, pari al 54,8% del PIL, è ancora ben al di sotto della media UE dell’81%, non è riuscita a vendere obbligazioni nazionali tramite asta ordinaria lunedì a causa della scarsa domanda. I gestori del debito prevedono di attingere nuovamente ai mercati nazionali giovedì.

Previsioni fosche sulla Romania

Gli investitori affermano che i mercati stanno iniziando a scontare un declassamento del rating della Romania e che diverse obbligazioni internazionali vengono scambiate al di sotto della soglia dei 70 centesimi, soglia oltre la quale il debito è solitamente considerato in sofferenza.

La Romania, la cui economia da 354 miliardi di euro è la seconda più grande dell’Europa centrale dopo la Polonia, ha già un presidente ad interim fino al ballottaggio del 18 maggio.

Un governo ad interim non può però emanare decreti o introdurre politiche. Il Paese ha il deficit di bilancio più elevato dell’UE e rischia un declassamento al di sotto del livello di investimento, a meno che non adotti una decisa correzione fiscale.

Secondo gli osservatori politici, una vittoria di Simion al ballottaggio potrebbe isolare la Romania, erodere gli investimenti privati ​​e destabilizzare il fianco orientale della NATO, dove Bucarest svolge un ruolo chiave nel fornire supporto logistico all’Ucraina mentre combatte un’invasione russa che dura da tre anni.

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