La storia dell’indagine su Ciro Grillo per violenza sessuale di gruppo, i video e le foto nel fascicolo del pm

Alessandro Gregori

21 Aprile 2021 - 13:35

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Il figlio di Beppe è indagato insieme ad Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. La procura ha chiuso le indagini e sta per chiedere il rinvio a giudizio. Una ricostruzione della vicenda

La storia dell’indagine su Ciro Grillo per violenza sessuale di gruppo, i video e le foto nel fascicolo del pm

Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo e di Parvin Tardjk, è indagato dalla procura di Tempio Pausania insieme a Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta con l’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo-svedese di 19 anni.

Questo è il racconto di quanto è emerso nelle indagini e delle versioni degli indagati.

Ciro Grillo: la storia dell’accusa di stupro di gruppo

La storia comincia nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, durante una serata al Billionaire, conoscono due studentesse (l’italosvedese S. J. e R. M., entrambe diciannovenni). Con le due ragazze i quattro si spostano nell’appartamento dove vive Ciro Grillo. Bevono vodka e altri alcoolici. Una delle due, R. M., si addormenta. L’altra racconterà successivamente di essere stata violentata in gruppo. I quattro ammettono il sesso di gruppo ma sostengono che fosse consenziente e consapevole. Forniscono, come prova, il fatto che dopo il primo rapporto con uno di loro tutti e cinque siano usciti per comprare le sigarette e poi siano tornati nella casa: in quell’occasione ci sarebbero stati i rapporti con gli altri tre.

Secondo la versione dell’accusa i quattro partecipano alla violenza quando Corsiglia tenta un assalto sessuale nei confronti della ragazza italo-norvegese dopo averla convinta a seguirlo in camera sua con la scusa di prendere delle coperte. Lei riesce a respingerlo ma lui continua a braccarla fino ad arrivare in un’altra stanza dove la violenta, mentre gli amici ostruiscono il passaggio quando lei tenta di allontanarsi. Successivamente, al mattino, secondo il verbale gli altri tre ragazzi forzano la ragazza a bere vodka afferrandola per i capelli e la costringono a subire ripetuti atti sessuali con ciascuno di loro.

Nell’avviso di conclusione indagini inviato a novembre ai quattro si aggiungono altri particolari e dettagli riguardo la vicenda: «In particolare Grillo, alla presenza di Capitta che scattava fotografie per immortalarlo e di Lauria, appoggiava i propri genitali sul capo di R. M., la quale, in stato di incoscienza perché addormentata, era costretta a subire tale atto sessuale», si legge. E questa circostanza - che è contestata dalle difese perché pare che non fosse Ciro Grillo la persona ritratta nella foto - ha permesso ai magistrati di muovere un’accusa di abuso anche nei confronti dell’altra ragazza.

Il video sul cellulare che mostra i rapporti tra i cinque

C’è poi un video ritrovato nel cellulare di uno degli indagati che è considerato più significativo degli altri perché riprenderebbe la violenza di gruppo. È stato girato dagli stessi ragazzi mentre si alternavano con S. Per la Procura è un forte indizio. Per la difesa, al contrario, si tratterebbe della dimostrazione che il quartetto non aveva nulla da nascondere, essendo la ragazza consenziente. Secondo quanto ha sostenuto lo stesso Grillo durante il filmato pubblicato su Facebook nel video o «si vede un gruppo che ride, si vede che sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano con il pisello perché sono 4 coglioni non 4 stupratori».

Dopo i fatti non c’è stata una denuncia immediata. La ragazza ha proseguito per un’altra settimana la sua vacanza in Sardegna e soltanto al suo ritorno a Milano, dopo otto giorni, si è presentata ai carabinieri della Stazione Moscova e poi davanti ai magistrati e si è fatta visitare da un medico (gli atti sono stati inviati per competenza in Sardegna). Gli indagati si sono presentati davanti ai pubblici ministeri per farsi interrogare. Ci sarebbero anche alcuni testimoni di cui ha parlato Ciro Grillo nell’interrogatorio. Si tratta di persone che non erano presenti durante i fatti ma nei giorni successivi hanno raccolto confidenze dai protagonisti della vicenda. Da queste emergerebbero prove riguardo la consensualità dei rapporti.

Nell’atto di chiusura indagini il procuratore capo Gregorio Capasso e la sostituta Laura Bassanini scrivono che «gli indagati mediante violenza, costringevano e comunque inducevano S. J.,
abusando delle sue condizioni d’inferiorità fisica e psichica dovuta all’assunzione di alcolici, a subire e compiere atti di natura sessuale
». Gli avvocati degli accusati hanno anche prodotto alcuni screenshot di status scritti dalla ragazza, dai quali, secondo le difese, non emerge nessuno shock riguardo la violenza subita. La procura sta per chiedere il rinvio a giudizio dei quattro accusati. Un giudice deciderà se mandarli a processo.

Come il caso Ciro Grillo è diventato politico

Due giorni fa Beppe Grillo ha pubblicato un video su Facebook per difendere il figlio. «Ormai sono due anni, sono stufo. Se dovete arrestare mio figlio, perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me perché ci vado io in galera», ha esordito il leader del MoVimento 5 Stelle. E ancora: «La legge dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera, interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni... Perché non li avete arrestati subito?». Il giorno dopo Parvin Tadjik, moglie di Beppe Grillo, in un post su facebook è tornata sul filmato girato dai quattro: «C’è un video che testimonia l’innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei è consenziente. La data della denuncia è solo un particolare».

Giulia Bongiorno, l’avvocato che difende la giovane, ha detto che il video di Grillo è un boomerang e un’offesa alla famiglia della ragazza e che lo porterà ai pubblici ministeri perché ritiene che sia una prova a carico dei ragazzi. Ciro invece ha riaperto il profilo Instagram, postando il video in cui il padre lo difende dall’accusa di violenza sessuale. Il primo commento è dello stesso figlio di Beppe, che ha scelto come nickname ciruzzolohiil: «Giornalisti o giudici?». Segue una lunga serie di risposte, quasi tutte critiche: «Orrore», «Vai a lavorare», «Un’altra pagliacciata». Dopo il video Grillo è stato attaccato da Maria Elena Boschi di Italia Viva. Il leader del M5s Giuseppe Conte ha criticato il fondatore del suo partito,

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