Arrivano gli annunciati aumenti di stipendio per il personale sanitario che lavora nei pronto soccorso: cosa cambia per il personale medico con il decreto Bollette e quanto aumenta la busta paga.
Aumentano gli stipendi per i lavoratori dei pronto soccorso. Il decreto Bollette, approvato in Consiglio dei ministri dal governo Meloni, introduce novità anche per il personale sanitario: come annunciato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per chi presta servizio nelle attività di urgenza-emergenza arriveranno non solo buste paghe più pesanti, ma anche altri incentivi.
Il tentativo del governo è quello di attutire la carenza di personale sanitario nei servizi di emergenza, quindi proprio i pronto soccorso. Per questo motivo vengono inseriti incentivi di vario genere per gli operatori, con l’intenzione di andare a ridurre anche il ricorso ai medici gettonisti.
Tra le novità ci sono anche la maggiore flessibilità nell’assunzione di specializzandi e di operatori con titoli esteri e diversi incentivi alla stabilizzazione. A questo si affianca una stretta, a livello penale, in caso di aggressione a medici e infermieri. Vediamo quali sono le novità, a partire da quelle sullo stipendio e dagli aumenti in caso di straordinario, per il personale sanitario.
Stipendi più alti nel pronto soccorso
Uno dei punti principali riguarda l’aumento degli stipendi per il personale del pronto soccorso. Per affrontare la carenza di personale nei servizi di emergenza-urgenza negli ospedali nel 2023 si punta a incentivare le prestazioni aggiuntive, riducendo il ricorso alle esternalizzazioni.
In questi casi, per attrarre il personale, viene fissata una tariffa oraria in deroga alla contrattazione attuale, prevedendo aumenti in busta paga: le prestazioni aggiuntive non verranno più pagate 60 euro l’ora, ma si potrà aumentare fino a 100 euro lordi l’ora.
Per coprire queste spese verranno incrementate le risorse per ogni Regione. Inoltre si anticipa di sei mesi l’aumento di stipendi attraverso il fondo per le indennità di pronto soccorso per medici e infermieri. Le risorse verranno prese a valere sul fabbisogno nazionale sanitario, con un incremento ancora da quantificare.
Lo stop ai medici gettonisti nei servizi d’urgenza
Le aziende del Servizio sanitario nazionale potranno affidare a terzi, in caso di carenza d’organico, i servizi medici solo in caso di necessità e urgenza, in un’unica occasione e senza alcuna possibilità di proroga. Inoltre l’affidamento a personale esterno può avvenire solo dopo che sia stata verificata l’impossibilità di ricorrere a personale sanitario già in servizio e l’impossibilità di assumere dalle graduatorie attualmente in vigore.
Queste limitazioni si applicano nei servizi di emergenza-urgenza degli ospedali per un periodo non superiore ai 12 mesi. L’impegno è anche quello di garantire l’equità retributiva, a parità di prestazioni lavorative: le linee guida in tal senso arriveranno entro 90 giorni.
Altra novità riguarda il personale sanitario che chiude un rapporto di lavoro con una struttura pubblica andando a lavorare in privato: in questo caso poi non potrà più chiedere un nuovo rapporto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale. Infine si prevede anche l’avvio delle procedure selettive per il reclutamento del personale per le funzioni relative all’attività di emergenza-urgenza.
Pronto soccorso, le novità sul reclutamento del personale
Novità arriveranno anche sul reclutamento del personale medico per i servizi di emergenza-urgenza. Fino al 31 dicembre 2025, per garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, si prevede una semplificazione per l’accesso all’attività nel settore pubblico per il personale medico che tra il primo gennaio del 2013 e il 30 giugno del 2023 ha maturato nei servizi d’emergenza-urgenza del Servizio sanitario almeno tre anni di attività con contratti precari.
In questi casi, il personale sanitario “è ammesso a partecipare ai concorsi per l’accesso alla dirigenza medica del SSN nella disciplina di Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, ancorché non in possesso di alcun diploma di specializzazione. Il servizio prestato ai sensi del presente comma è certificato, su istanza dell’interessato, dalla struttura presso la quale è stato svolto, entro 30 giorni dal ricevimento della domanda”.
Novità anche per i medici in formazione specialistica: anche se iscritti al corso di studio possono assumere incarichi libero-professionali nei pronto soccorso per un massimo di 8 ore settimanali: il compenso orario, da aggiungere a quello relativo alla formazione, sarà di 40 euro lordi, comprensivi di tutti gli oneri fiscali e previdenziali.
Il personale che raggiunge i requisiti per il pensionamento anticipato potrà invece richiedere, fino al 31 dicembre 2025, la trasformazione del rapporto di lavoro dal tempo pieno al parziale, fino al raggiungimento dell’età prevista per il pensionamento. Inoltre fino al 31 dicembre 2025 sarà possibile l’esercizio temporaneo dell’attività lavorativa in deroga alle regole sulla qualifica professionale conseguita all’estero.
Personale sanitario, stretta sulla violenza sui medici
Il decreto Bollette introduce anche una modifica al codice penale, all’articolo 583, comma 1. Nel caso in cui la persona offesa, ovvero aggredita, è “esercente una professione sanitaria o sociosanitaria” durante lo svolgimento del suo servizio, scatta per l’aggressore l’aggravante della lesione personale gravissima, con una reclusione che può andare dai 6 ai 12 anni.
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