«State morendo». Elon Musk lancia l’allarme per l’Italia e l’Europa. La mappa

Ilena D’Errico

17 Luglio 2025 - 18:56

A cosa devono fare attenzione Italia ed Europa secondo Elon Musk? Un nuovo allarme scuote la popolazione, ma riguarda tutto il mondo.

«State morendo». Elon Musk lancia l’allarme per l’Italia e l’Europa. La mappa

Nuovi, oscuri, presagi arrivano dal Ceo di Tesla, che lancia un allarme per l’Italia e l’Europa in generale. “State morendo” ha detto Elon Musk, preoccupato per l’elevato calo demografico del continente. La bassa natalità è una causa che sta piuttosto a cuore all’imprenditore, che ha deciso di contrastarla anche nel suo “piccolo”. La famiglia numerosa di Musk non è certo un mistero, per quanto lontana dall’essere un esempio per le persone comuni. Ideologie a parte, i cittadini ordinari devono far i conti con sfide economiche e sociali che limitano le nascite e che non appartengono a personaggi come Musk.

D’altra parte, l’invecchiamento della popolazione e la denatalità sono problemi reali e gravosi e difatti non è la prima volta in cui Elon Musk porta l’attenzione sulla questione. La soluzione? Cominciare a fare più figli e costruire famiglie più numerose. Nulla da eccepire dal punto di vista logico, ma mancano tutti i tasselli precedenti. Bisogna capire perché il tasso di natalità è a questi livelli bassissimi e intervenire all’origine del problema.

Spezzando una lancia in favore del Ceo di SpaceX, non è a lui che compete intervenire e già sensibilizzare la collettività può servire. Il fatto è che c’è un innegabile distacco tra l’uomo più ricco del mondo e tutti gli altri, a prescindere dalla sua eccentricità e dalle ideologie divisive. Così, il suo avviso può cadere nel vuoto, anche quando ha basi oggettive inconfutabili. Approfondiamo la questione.

La mappa: perché Europa e Italia stanno morendo

Vediamo di seguito la mappa condivisa da Musk su X, che ha ripubblicato a sua volta un contenuto dell’utente Giga Based Dad.

Tasso di fertilità in Europa Tasso di fertilità in Europa Musk su X

Quest’immagine cerca di fornire una panoramica del tasso di fertilità in Europa, ossia il numero di figli previsti per ogni donna in età fertile. Gli Stati europei sono divisi in base al livello del tasso di fertilità, che viene catalogato confrontandolo con il cosiddetto livello di sostituzione (un numero convenzionale in cui la nuova generazione sostituisce integralmente quella precedente).

Si trovano così 4 livelli, dal verde al rosso scuro, che vanno rispettivamente da sopra al livello di sostituzione (maggiore quindi di 2,1) a un tasso estremamente basso (minore di 1). Nel suo complesso, l’Europa restituisce un territorio gravemente sofferente. Quasi tutti i Paesi hanno un tasso di fertilità basso, compreso tra 1 e 1,5. Soltanto il Kosovo è in verde, mentre Francia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Bosnia-Erzegovina e Montenegro sono in giallo, con un tasso comunque insufficiente (maggiore a 1,5).

L’Italia ha peraltro uno dei punteggi più bassi e questo non stupisce affatto. Il Belpaese è il fanalino di coda europeo per natalità da quasi un decennio continuativo, scalando qualche posizione al cambiare degli indicatori demografici, ma nulla di più. Il report dell’Istat 2024 registra un vero e proprio minimo storico, con 1,18 figli per donna e appena 370mila nuovi nati nell’anno passato. Aumenta così l’invecchiamento della popolazione, incrementato anche dalla fuga di cervelli. Dal punto di vista demografico, a salvare l’Italia c’è solo l’immigrazione, con ingressi di giovani e famiglie, ma molto limitatamente.

Che l’Italia stia peggio di altri non è dubbio, ma la denatalità resta comunque un problema globale. La natalità è in diminuzione anche in Paesi come Cina, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong. Negli Stati Uniti il tasso di fertilità è di 1,62 figli per donna, meglio della media europea ma comunque al di sotto del necessario.

Allarme denatalità e rischio estinzione

Il problema della natalità non è nei riflettori del solo imprenditore miliardiario, ma di milioni di studiosi, che concordano sull’effettiva minaccia alla sopravvivenza e allo sviluppo dell’umanità. Secondo un recente studio scientifico, servirebbe un tasso di fertilità superiore a quello standard per evitare l’estinzione. Si parla di almeno 2,7 figli per donna al fine di invertire la rotta, considerando che negli ultimi sessantacinque anni il tasso è sceso da 5,3 a 2,3 (nel 2023) a livello mondiale.

Gli effetti, anche bilanciati con la cosiddetta sovrappopolazione del pianeta, sarebbero devastanti. Il progressivo invecchiamento demografico paralizzerebbe le economie e il progresso in ogni campo. Conseguenze lente, non c’è alcun meteorite dietro l’angolo per il genere umano, ma estremamente degradanti che porterebbero l’intera umanità a regredire. Gli anziani non avrebbero più nessuno a prendersi cura di loro e garantirne il sostentamento, tanto per cominciare. Un assaggio del peggioramento della composizione demografica si può già percepire nei Paesi più colpiti, proprio come l’Italia e le carenze del suo sistema pensionistico.

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