Il Regno Unito resta indietro mentre USA, UE e Giappone regolano il mercato: la City rischia di perdere centralità e la sterlina di perdere terreno digitale.
Il Regno Unito si trova davanti a una scelta cruciale: abbracciare con decisione il mercato degli stablecoin o rimanere intrappolato in un limbo normativo che rischia di erodere la competitività di Londra. Nel frattempo, Stati Uniti, Unione Europea e Giappone hanno già stabilito regole precise, trasformando un settore emergente in un’opportunità regolata e monitorata.
Il mercato globale degli stablecoin vale oggi circa 280 miliardi di dollari e, secondo proiezioni prudenti, potrebbe triplicare entro il 2030. La loro funzione è chiara: consentire trasferimenti rapidi e a basso costo, garantendo la stabilità del valore grazie all’ancoraggio a riserve di titoli o moneta fiat. Strumenti come Tether o USDC hanno già conquistato una posizione dominante, creando di fatto un’infrastruttura parallela al sistema bancario tradizionale.
Londra, pur essendo uno dei più importanti hub finanziari globali, resta indietro. L’assenza di regole precise espone cittadini e imprese a rischi significativi. Gli utenti possono già acquistare stablecoin esteri, spesso denominati in dollari, lasciando la Banca d’Inghilterra senza strumenti di controllo. Questo alimenta una crescente “dollarizzazione digitale” che potrebbe complicare l’attuazione della politica monetaria nazionale. [...]
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