Sri Lanka: le vittime sono quasi 300. Fra di loro i 3 figli del patron di Asos

Mario D’Angelo

22/04/2019

22/04/2019 - 18:28

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Mentre il bilancio delle vittime degli attacchi kamikaze aumenta, la polizia arresta 24 sospetti. Accuse all’intelligence dello Sri Lanka per non aver impedito la strage di Pasqua

Sri Lanka: le vittime sono quasi 300. Fra di loro i 3 figli del patron di Asos

Le autorità dello Sri Lanka hanno imposto un coprifuoco, dopo che una serie di bombe in chiese e hotel di lusso ha ucciso almeno 290 persone la domenica di Pasqua. Fra di loro, hanno perso la vita anche tre dei quattro figli del miliardario danese Anders Holch Povlsen, patron di Asos. I feriti sono invece 500, e ci sono stati avvertimenti di possibili nuovi attacchi. Le autorità cingalesi confermano che si tratta di 7 attentatori kamikaze.

Sono circa 36 le vittime straniere: si tratta per la maggior parte di cittadini statunitensi, britannici, olandesi e indiani, un cinese, un giapponese e un portoghese. Nessuno ha ancora rivendicato gli attacchi, ma la polizia ha arrestato 24 sospetti.

Bombe in Sri Lanka, dove ha fallito l’intelligence

Le esplosioni hanno avuto luogo presso due chiese e tre hotel, tutti presenti nell’area metropolitana di Colombo, la principale città (buddista) dello Sri Lanka. Una bomba è esplosa in una chiesa che si trovava invece sulla costa nord-orientale cingalese. Intanto aumentano le polemiche per le falle dell’intelligence. Secondo la polizia, infatti, la strage di Pasqua “poteva essere evitata”.

Solo 10 giorni fa era stato lanciato un allarme per il rischio di attentati suicidi contro “chiese importanti”. L’allerta, lanciata dall’ufficiale Pujuth Jayasundara a seguito di segnalazioni da servizi stranieri, era stata totalmente ignorata. Gli avvertimenti mettevano in guardia dal gruppo radicale islamico National Thowheeth Jamàaath (NTJ), che aveva compiuto atti vandalici su monumenti buddisti.

Senza contare che un ordigno, inesploso, era stato trovato sabato dai militari nei pressi di un gate dell’aeroporto di Colombo. L’esercito ha scovato la bomba nel corso di controlli di sicurezza in vista dell’arrivo del Presidente Maithripala Sirisena, in viaggio all’estero.

Sri Lanka, esplode nuovo ordigno vicino chiesa

Il pericolo di nuovi attentati, purtroppo, è ancora concreto. Lunedì un’altra bomba è esplosa nei pressi di una chiesa, mentre gli artificieri provavano a disinnescarla. Non ci sono stati feriti, ma il giornalista di Repubblica Raimondo Bultrini è rimasto lievemente ferito da una scheggia. A dare la notizia è lo stesso quotidiano.

Intanto esulta l’Isis, convinta che gli attacchi terroristici rappresentino una vendetta contro quelli compiuti in Nuova Zelanda lo scorso marzo.

Seconda notte di coprifuoco in Sri Lanka, chiusi Facebook e WhatsApp

Il Presidente Sirisena appena tornato in Sri Lanka, ha organizzato un incontro con il Consiglio di Sicurezza Nazionale, al quale avrebbe preso parte anche il primo ministro Ranil Wickremesinghe. Il governo ha deciso di imporre la seconda notte di coprifuoco sulla città di Colombo, e ha chiuso social media e servizi di messaggistica come Facebook e WhatsApp per bloccare la diffusione di fake-news.

C’erano timori che gli attacchi dessero vita a violenze e rappresaglie contro la comunità islamica. E in effetto la polizia ha reso noto domenica sera che c’è stato un attacco a una moschea e che sono stati incendiati due negozi di proprietà di musulmani.

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