Spesa gratis, il Reddito alimentare dimenticato dal governo Meloni: che fine ha fatto?

Stefano Rizzuti

8 Marzo 2023 - 11:49

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Il Reddito alimentare è ancora fermo al palo: la misura di sostegno alle famiglie in povertà assoluta deve essere sbloccata da un decreto attuativo, che era atteso a inizio marzo. Che fine ha fatto?

Spesa gratis, il Reddito alimentare dimenticato dal governo Meloni: che fine ha fatto?

Il governo Meloni si dimentica del Reddito alimentare. La misura pensata per sostenere le famiglie in difficoltà, attraverso la fornitura di prodotti alimentari, è in attesa di un decreto attuativo che doveva arrivare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio. Decreto che, per il momento, è scomparso dai radar.

Il Reddito alimentare non consiste in un bonus o in un sostegno al reddito, ma nella distribuzione di pacchi alimentari per le famiglie in povertà assoluta. È stato introdotto dalla legge di Bilancio 2023, con un emendamento approvato in commissione alla Camera a prima firma del deputato Pd Marco Furfaro.

La sperimentazione di questa misura, che dovrebbe essere avviata solamente nelle città metropolitane, avverrà con lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni per il 2024. I tempi, però, si stanno rivelando più lunghi del previsto e il governo, come confermato anche dal ministero del Lavoro a Money.it, non ha ancora emanato il decreto attuativo, in attesa di sbloccare l’iter che è di competenza anche di altri dicasteri.

Reddito alimentare: cos’è e a cosa serve

La legge di Bilancio ha finanziato la sperimentazione nelle città metropolitane di questa misura per contrastare lo spreco e la povertà alimentare. L’obiettivo, come spiegava Furfaro a Money.it, è di ridurre la quantità di 230mila tonnellate di cibo invenduto che vengono buttate. L’erogazione di questi pacchi alimentari riguarda i soggetti in condizione di povertà assoluta, che usufruiscono dei prodotti invenduti della distribuzione alimentare.

Come potrebbe funzionare il Reddito alimentare

In attesa del decreto attuativo che dovrà definire le modalità di erogazione del Reddito alimentare, si ipotizza che i grandi supermercati possano comunicare l’invenduto ai comuni. Poi saranno proprio gli enti locali a provvedere alla distribuzione grazie al sostegno del terzo settore. Anche se per avere certezza del meccanismo bisognerà attendere il decreto del ministero del Lavoro.

Come riportato nel testo della manovra, la prenotazione dei pacchi alimentari dovrebbe avvenire tramite app. Poi i beneficiari potranno ritirarli nei centri di distribuzione. O, per i soggetti appartenenti alle categorie fragili, potranno ricevere i pacchi alimentari direttamente al domicilio.

Che fine ha fatto il Reddito alimentare?

Ma che fine ha fatto il Reddito alimentare e perché la misura non è ancora partita? Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio - quindi il primo gennaio del 2023 - il ministero del Lavoro avrebbe dovuto emanare il decreto attuativo. Un provvedimento necessario per definire le modalità del sostegno alle famiglie, la platea dei beneficiari e le forme di coinvolgimento degli enti del terzo settore.

Tutto ciò però non è mai stato fatto, nonostante il termine dei 60 giorni sia ormai scaduto. Non c’è di che preoccuparsi, considerando che molto spesso accade che il governo non emani nei tempi stabiliti i decreti attuativi (vediamo anche l’esempio recente del bonus trasporti). Ma di certo questo ritardo per una misura di sostegni ai più poveri va sottolineato, tanto più in un momento in cui si sta provando a indebolire anche il Reddito di cittadinanza.

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