Giù le previsioni sul PIL dell’Italia da parte di S&P. La nostra economia crescerà solo dello 0,5% nell 2025 e dello 0,8% nel 2026. Colpa dei dazi di Trump.
La crescita economia dell’Italia nel mirino di S&P.
La nota agenzia di rating ha tagliato le sue previsioni sul Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano al +0,5% nel 2025 e +0,8% nel 2026.
Ma il Belpaese non è l’unico a veder peggiorato il proprio outlook. S&P ha infatti rivisto al ribasso le sue stime di crescita sulla maggior parte dei Paesi a causa delle conseguenze derivanti dalla guerra commerciale e dai dazi, che potrebbero tradursi un importante freno per imprese ed economica.
Il forte aumento dei dazi doganali statunitensi ha indubbiamente scosso i mercati globali, sollevando timori per una recessione economica su vasta scala. È per questo motivo che S&P Global Ratings ha rivisto le sue prospettive macroeconomiche, avvertendo che è in arrivo un rallentamento della crescita del PIL, un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti e dei rischi di recessione.
«L’impennata dei dazi sulle importazioni statunitensi, le ritorsioni dei partner commerciali, le continue concessioni e le conseguenti turbolenze del mercato costituiscono uno shock per il sistema incentrato sulla fiducia e sui prezzi di mercato. L’economia reale seguirà sicuramente la stessa tendenza, ma di quanto?»,
ha affermato Paul Gruenwald, Global Chief Economist di S&P Global Ratings.
«Abbiamo nuovamente rivisto al ribasso le nostre previsioni di crescita del PIL per la maggior parte dei Paesi e alzato quelle sull’inflazione per gli Stati Uniti»,
ha aggiunto Gruenwald, spiegando come per gli Stati Uniti «i rischi per il nostro scenario di riferimento rimangono saldamente orientati al ribasso, sotto forma di ricadute più forti del previsto dello shock tariffario sull’economia reale».
Tagliate le stime sull’Italia
Precedentemente a marzo, l’agenzia prevedeva che l’Italia sarebbe cresciuta dello 0,6% quest’anno e dell’1% il prossimo. Rivista al ribasso anche la stima sulla crescita italiana nel 2027, allo 0,9%, mentre rimane invariata la previsione per il 2028 (ancora 0,9%).
Brutte notizie anche per la crescita economica. Il PIL globale, ancora come conseguenza dell’implementazione dei dazi - “uno shock al sistema, con impatti concentrati sulla fiducia e sulla formazione dei prezzi”, si legge nel report di S&P - mostrerà una variazione positiva del 2,7% nel 2025, del 2,6% nel 2026 e del 3,3% nel 2027.
Prospettive miste in Europa
Il PIL dell’Eurozona aumenterà del +0,8% quest’anno.
Italia e Germania sono i Paesi più colpiti dalla revisione. I dazi mirati statunitensi imposti dagli USA su acciaio, automobili e prodotti farmaceutici potrebbero costare alla regione europea lo 0,4% del PIL cumulativo. Gli stimoli fiscali in infrastrutture e difesa potrebbero contribuire ad attutire il colpo e si prevede che la crescita rimbalzerà oltre il potenziale nel 2027-2028. È probabile che la BCE tagli ulteriormente i tassi a giugno, secondo S&P.
Le nuove previsioni per gli Stati Uniti
Riviste al ribasso anche le stime per il PIL degli Stati Uniti nel 2025, ora all’1,5%. Il Paese crescerà solo dello 0,9% su base annua nel quarto trimestre del 2025.
La domanda interna si attesterà al di sotto dell’1% per tutto l’anno. L’inflazione core CPI salirà al 4,0%, con il PCE core al 3,6%. La Fed dovrebbe tagliare i tassi di 50 punti base nel 2025, ma si prevede che agirà con cautela, date le persistenti pressioni inflazionistiche.
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