Sondaggi primarie Pd: Emiliano scompare, il nemico di Renzi adesso è l’affluenza?

Alessandro Cipolla

14/04/2017

Sondaggi primarie Pd: secondo un’indagine di Index Research Matteo Renzi è ben saldo in testa con il solo Orlando che resiste. Ma il vero nemico per l’ex premier è l’affluenza.

Sondaggi primarie Pd: Emiliano scompare, il nemico di Renzi adesso è l’affluenza?

Sondaggi primarie Pd: Michele Emiliano crolla tra le preferenze degli elettori di centrosinistra, Matteo Renzi è ben saldo in testa ma Andrea Orlando non demorde. Il grande avversario per l’ex premier a questo punto è solo l’affluenza ai gazebo.

Tempo di sondaggi per le primarie Pd a quasi due settimane dal voto nei gazebo di domenica 30 aprile. L’istituto Index Research ha realizzato un’indagine per il programma PiazzaPulita di La7 che fotografa una situazione ben chiara.

Matteo Renzi sarebbe in testa doppiando nelle preferenze Andrea Orlando, che rimane il principale outsider. Michele Emiliano, complice anche le difficoltà degli ultimi giorni, appare invece molto indietro.

Tra Matteo Renzi e la segreteria del Partito Democratico l’unico ostacolo che sembrerebbe esserci è quella dell’affluenza ai gazebo, un dato questo che potrebbe favorire in caso di una massiccia partecipazione la rimonta di Andrea Orlando.

Sondaggi primarie Pd: Renzi in testa

A distanza di tre settimane dall’ultimo sondaggio sulle primarie del Pd realizzato, l’istituto Index Research torna snocciolare dati e percentuali che sono stati divulgati dal programma PiazzaPulita di La7 condotto dal sempre bravo Corrado Formigli.

Vediamo allora nel dettaglio quali percentuali assegna il sondaggio a ciascun candidato di queste primarie, indicando tra parentesi la variazione rispetto alla stessa indagine compiuta in data 23 marzo:

  • Matteo Renzi - 61% (+5%)
  • Andrea Orlando - 29% (+3%)
  • Michele Emiliano - 10% (-8%)

Gli otto punti percentuali che Michele Emiliano avrebbe perso nelle ultime settimane sarebbero stati intercettati per la maggior parte da Matteo Renzi, che secondo il sondaggio è ben saldo oltre la soglia del 50% necessaria per vincere al primo turno.

Andrea Orlando dal canto suo si rafforza anche lui, continuando a insidiare Renzi che non può ancora dormire sonni tranquilli. L’interrogativo maggiore a questo punto riguarda l’affluenza, che nel sondaggio è stata ipotizzata tra 1,7 e 2,1 milioni di cittadini.

Sondaggi primarie Pd: l’incognita affluenze

Che sia l’affluenza ai gazebo il vero nemico di Matteo Renzi ormai è una cosa appurata. Tutti i timori dell’ex premier si concentrano su questo aspetto, visto che sia il voto nei circoli che i sondaggi evidenziano come la base del Partito Democratico sia con lui.

Se ci guardiamo indietro, nelle prime primarie Pd effettuate nel 2007 e che videro la vittoria di Walter Veltroni, votarono in totale 3,5 milioni di cittadini. Nel 2009 invece quando si impose Pier Luigi Bersani ne furono 3,1 milioni.

Nelle primarie del 2013, quando Matteo Renzi divenne segretario del Partito Democratico, votarono nei circoli circa 300.000 iscritti, che uniti ai 2,8 milioni di cittadini che si recarono nei gazebo porta ad un totale di 3,1 milioni di votanti, un numero uguale a quello del 2009.

Per queste primarie del 30 aprile, tutti ipotizzano un netto calo di partecipazione. Al voto nei circoli nelle scorse settimane si sono recati 266.000 iscritti del Pd, 30.000 in meno rispetto al 2013.

La stima fatta da Index Research per realizzare il suo sondaggio di un numero totale di votante che possono oscillare tra gli 1,7 milioni e i 2,1 milioni, può essere considerata reale anche se forse troppo pessimistica.

Se il numero dei votanti dovesse essere quello ipotizzato dall’istituto di ricerca, Matteo Renzi avrebbe la vittoria in tasca. Quello che però fa sperare Orlando è che domenica 30 aprile tanti che non hanno in simpatia l’ex premier possano recarsi ai gazebo e votare per lui.

La sinistra extra parlamentare, gli scissionisti o semplicemente chi vorrebbe vedere Matteo Renzi fuori dalla vita politica italiana, potrebbero decidere di compilare il foglio dove si attesta di essere vicino ai valori del centrosinistra, pagare 2 euro e mettere una bella croce sul nome di Andrea Orlando.

Matteo Renzi nel 2013 ottenne 133.000 preferenze nel voto dei circoli, in questo 2017 invece ne ha ricevute 176.00. Un dato questo che certifica come la maggior parte della base del partito sia sempre più convinta che sia lui la persona giusta per guidare il Pd.

Se invece dei 2 milioni di cittadini stimati, il 30 aprile se ne presentassero 2,5 milioni, quei 500.000 voti di differenza andrebbero ad alzare il quorum favorendo così l’ipotesi di un Matteo Renzi sotto il 50%.

Andrea Orlando quindi continua a sperare, anche se Matteo Renzi si sente sempre più sicuro della vittoria, tanto che negli ultimi tempi sembrerebbe essere più impegnato a organizzare il post primarie che il voto del 30 aprile.

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