Sondaggi politici: Lega inarrestabile ma una lista unica con Berlusconi perderebbe l’8%

Alessandro Cipolla

11 Luglio 2017 - 10:32

Sondaggi politici: secondo EMG calano PD e M5S mentre cresce sempre di più la Lega Nord. Un listone unico con Berlusconi però perderebbe l’8%.

Sondaggi politici: Lega inarrestabile ma una lista unica con Berlusconi perderebbe l’8%

Sondaggi politici: perdono consensi Partito Democratico e Movimento 5 Stelle mentre continua la sua crescita la Lega Nord. Un listone unico però con Forza Italia, secondo un altro studio alle prossime elezioni perderebbe l’8%.

Questa è la fotografia della situazione attuale fornita dall’istituto EMG Acqua, che come ogni settimana ha elaborato un sondaggio politico elettorale per conto del Tg La7 condotto e diretto da Enrico Mentana.

Il sondaggio in questione, realizzato nello scorso fine settimana, evidenzia la costante crescita dell’area di centrodestra, mentre i primi due partiti del paese, PD e Movimento 5 Stelle, continuerebbero a perdere consensi.

Per quanto riguarda invece i partiti in bilico sulla soglia di sbarramento del 3%, cresce il Movimento Democratici e Progressisti mentre sarebbe sempre fuori Alternativa Popolare di Angelino Alfano.

Sondaggi politici: vola la Lega Nord

Il centrodestra cresce mentre sia il Movimento 5 Stelle che il Partito Democratico sarebbero in difficoltà. L’ultimo sondaggio politico elaborato da EMG Acqua confermerebbe quindi il trend delle ultime settimane.

Anche se sempre secondo l‘istituto primo partito del paese, il Movimento 5 Stelle sta vivendo un periodo di lenta ma costante flessione. Le ultime prese di posizione infatti sulla questione dei migranti potrebbero aver allontanato una parte dell’elettorato pentastellato proveniente dalla sinistra.

Il calo del Partito Democratico è in sostanza invece il calo di Matteo Renzi. L’ex premier sta vivendo un periodo di grande crisi di popolarità, con i dem che secondo il sondaggio sarebbero in perdita di consensi che verrebbero in parte intercettati dagli scissionisti.

Se i grillini e il PD al momento sono deboli, ruggisce invece il centrodestra. La crescita della Lega Nord sembra essere inarrestabile, mentre anche Forza Italia vedrebbe aumentare la propria percentuale di voti.

Vediamo allora le percentuali assegnate ad ogni partito dal sondaggio politico elettorale realizzato per conto del TG La7, mettendo tra parentesi la differenza di percentuale rispetto alla stessa indagine condotta sette giorni prima e nella terza colonna il numero dei deputati che ogni partito al momento otterrebbe con l’attuale legge elettorale.

  • Movimento 5 Stelle 27,2% (-0,2%) 182
  • Partito Democratico 26,7% (-0,4%) 185
  • Lega Nord 14,8% (+0,5%) 98
  • Forza Italia 13,8% (+0,2%) 93
  • Fratelli d’Italia 5,1% (/) 34
  • Movimento Democratici e Progressisti 3,7% (+0,2%) 25
  • Alternativa Popolare 2,4% (/) /
  • Sinistra Italiana 2,1% (/) 1
  • Altri 4,2% (-0,3%) 12

Grazie alla circoscrizione estero il Partito Democratico riuscirebbe e superare il Movimento 5 Stelle come numero di deputati eletti, così come Sinistra Italiana riuscirebbe a ottenere un seggio nel prossimo Parlamento.

Se si votasse quindi con l’attuale legge elettorale nessuno otterrebbe la maggioranza. Soltanto una alleanza post voto tra Lega Nord, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle potrebbe ambire a far nascere un nuovo governo.

Centrodestra unito perderebbe voti

Quest’ultimo sondaggio realizzato da EMG Acqua rafforza la convinzione che serpeggia negli ultimi tempi: al momento soltanto una unione tra il Movimento 5 Stelle e la destra potrebbe dar vita a un governo dopo le prossime elezioni.

Questo naturalmente se non dovesse cambiare la legge elettorale ma, visto che non sembrerebbe esserci una gran voglia di mutare le regole del gioco, con ogni probabilità si andrà alle urne con questo sistema di voto proporzionale, che prevede liste uniche e non coalizioni e con una soglia di sbarramento al 3%.

Allo stato delle cose il premio di maggioranza per la lista capace di raggiungere il 40% è una chimera. Il centrodestra unito stando al sondaggio sarebbe al 33,7%, ma ci sono altri fattori che farebbero pensare che anche in questo caso non ci si riuscirebbe neanche ad avvicinare alla fatidica soglia.

Il primo ostacolo è che Berlusconi e Salvini in un listone unico senza i loro simboli non ci andranno mai. Sarebbero come due galli in un unico pollaio. Quindi o cambia la legge elettorale, con l’introduzione delle classiche coalizioni come avviene per le elezioni amministrative, oppure addio centrodestra unito.

Un altro fattore molto interessante però è uno studio di cui parla il Corriere della Sera, secondo cui se tutti i partiti di centrodestra si presentassero in un unico listone, questa unione perderebbe l’8% dei voti rispetto alle stime attuali.

In poche parole, tanti elettori che al momento voterebbero per la Lega Nord o per Forza Italia, a livello nazionale mai accetterebbero di dare la loro preferenza a una lista unica con ogni probabilità contrariati dalla presenza di Berlusconi per i leghisti e di Salvini per gli azzurri.

Quindi ognuno andrà per la propria strada, con la Lega che farà fronte comune con Fratelli d’Italia e magari con quei forzisti, capeggiati da Giovanni Toti, che starebbero pensando a una scissione dal partito di Berlusconi se non dovesse essere fatto un accordo con il carroccio.

Così facendo, Salvini e Grillo avrebbero i numeri poi per formare un governo visto che al momento l’asse Berlusconi-Renzi sembrerebbe essere più debole che mai. Solo in caso di un superamento della soglia da parte dei centristi, potrebbero esserci qualche chance numeriche per questa ipotetica alleanza.

Tornando sempre allo studio citato dal Corriere, si può facilmente intuire che per lo stesso principio Lega Nord e Movimento 5 Stelle prima delle elezioni andrebbero a negare sempre ogni possibilità di accordo, lasciando aperti però soltanto degli spiragli.

Ipotizzare da prima un accordo infatti farebbe perdere molti voti a entrambi gli schieramenti. Se non cambierà la legge elettorale dunque sarà una sorta di tutti contro tutti alle prossime elezioni, con il nuovo esecutivo che potrà nascere solo dopo trasversali accordi di governo.

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