I sindacati dei giornalisti intervengono sulla crisi del gruppo editoriale di Confindustria, chiedendo risposte concrete, dopo le dimissioni del presidente Fossa.
L’aria di crisi, al Sole 24 Ore, si respira ormai da un po’. Nel tempo si è fatta sempre più pesante e oggi appare fitta come una nebbia che non accenna a diradarsi.
Dimissioni eccellenti e il silenzio di Confindustria – azionista di riferimento del gruppo – preoccupano i giornalisti e i sindacati, che chiedono risposte concrete per salvaguardare le attività dell’azienda.
Le ripercussioni delle difficoltà nella gestione del Sole 24 Ore si stanno facendo sentire anche in Borsa: da inizio anno le azioni hanno perso oltre il 25% e oggi il titolo - sorvegliato speciale - continua a soffrire.
Le dimissioni a raffica
A riaccendere i riflettori sulla pesante crisi che sta vivendo il gruppo editoriale sono stati i giornalisti, all’indomani delle dimissioni annunciate venerdì sera dal presidente del gruppo, Giorgio Fossa.
“Solo l’ultimo episodio di un modo di gestire la società che ormai si stenta anche solo a qualificare”
hanno scritto i comitati di redazione di Sole 24 Ore, di Radiocor Plus e Radio 24 in un lungo comunicato a cui hanno affidato tutte le perplessità e le preoccupazioni per una gestione incomprensibile del gruppo in un momento così delicato.
Prima di Fossa, nelle ultime settimane a lasciare il Sole 24 Ore era stato anche l’amministratore delegato, mentre manca da tempo la figura di un direttore finanziario.
In soli due anni, a dire addio al gruppo editoriale sono stati complessivamente tre ad, due cfo, due direttori del quotidiano e delle altre testate del gruppo, e due capi del personale.
Un’emorragia che non accenna a fermarsi.
Le preoccupazioni di giornalisti e sindacati
Alla luce di quanto si sta consumando nelle stanze del Sole 24 Ore, Federazione Nazionale della Stampa italiana, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e l’Associazione Stampa Romana si dicono preoccupati e fanno notare che
“L’assenza di un management, se prolungata, rischia di mettere a serio rischio il futuro del Gruppo e di chi ci lavora”.
E in effetti, i giornalisti non stanno dormendo sonni tranquilli, consapevoli –scrivono – che la crisi del gruppo è ben lontana dall’essere risolta, ma la situazione richiede risposte concrete a salvaguardia dell’attività del gruppo e dei numerosi posti di lavoro.
Il silenzio di Confindustria
Mentre da parte di Confindustria, azionista di riferimento del gruppo, non arriva alcuna comunicazione, i giornalisti fanno notare che
“i ricavi scendono, il margine è stato ottenuto grazie a tagli massicci dei costi, la situazione finanziaria sta peggiorando”.
Il silenzio che l’associazione degli industriali sta riservando sulla vicenda è, a loro dire, incomprensibile soprattutto se si tiene conto che la crisi in atto riguarda una società quotata in Borsa.
Dunque, qualche rassicurazione o semplice informazione andrebbe data non solo ai dipendenti ma anche agli azionisti e agli stakeholders.
A tal proposito, secondo i sindacati
“E’ necessario che l’editore garantisca al più presto la continuità aziendale con dirigenti in grado di presentare un piano industriale serio e di rilancio”.
I numeri della crisi
I dati sulla performance del gruppo editoriale di Confindustria sono affatto lusinghieri.
Il 2017 si è chiuso con una diminuzione dei ricavi consolidati del 13,5%, a 229,9 milioni, mentre il patrimonio consolidato si è attestato a 41,6 milioni da -12,4 milioni al 31 dicembre 2016.
A un mese dalla chiusura dell’anno scorso, al gruppo è arrivata una iniezione di 50 milioni di euro grazie a un aumento di capitale, che portato il prezzo di emissione delle nuove azioni a 0,961 ciascuna.
Da inizio anno però, il titolo del Sole 24 Ore ha perso oltre il 25% e anche oggi non scambia al rialzo: al momento della scrittura le azioni vengono scambiate a 0,642 euro segnando -1,38%.
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