Il sistema bancario è solido? L’ammissione della Bce

Luna Luciano

02/04/2023

02/04/2023 - 08:10

condividi

Dopo i casi di Svb, Credit Suisse e di Deutsche Bank, Bce rassicura sulla solidità del sistema bancario ma non lascia spazio all’autocompiacimento: potrebbero aumentare rischi e incertezze.

Il sistema bancario è solido? L’ammissione della Bce

Dopo il crollo della Silicon Valley Bank (Svb) aumentano i timori per le possibili ripercussioni sul sistema finanziario globale, ma a arassicurare l’Europa è stato il vice presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Lui De Guindos, il quale, durante il workshop The European House - Ambrosetti, ha spiegato che il sistema bancario dell’eurozona si presenta “solido e resiliente”.

Parole rassicuranti evidenziando quali sono gli strumenti del sistema bancario europeo per fronteggiare le emergenze. Tuttavia De Guindos non ha potuto non parlare del possibile aumento dell’incertezza e dei rischi, motivo per il quale si può sì star tranquilli ma senza abbassare la guardia.

Gli ultimi eventi potrebbero, infatti, “ostacolare” la trasmissione della politica monetaria europea. Tuttavia è troppo presto per trarre conclusioni sull’impatto che il fallimento di Svb, la crisi della Credit Suisse e della Deutsche bank potrebbe avere sulla crescita e sull’inflazione. È bene, però, conoscere i punti di forza e i punti deboli del sistema bancario europeo.

Il sistema bancario è solido? L’ammissione della Bce

Il vicepresidente della Bce ha assicurato che il settore bancario dell’euro zona è resiliente, con “solide posizioni patrimoniali e di liquidità ben al di sopra dei requisiti minimi”. Proprio gli eventi delle ultime settimane avrebbero dimostrato gli effetti positivi di una regolamentazione bancaria forte e armonizzata e l’importanza di completare l’unione bancaria.

Stiamo monitorando attentamente gli sviluppi nei mercati finanziari e nelle istituzioni finanziarie”. Attualmente le banche europee sembrerebbero soddisfare gran parte del fabbisogno di liquidità tramite “l’attività più liquida disponibile: le riserve detenute presso la banca centrale”.

Non sembra ci siano rischi di incorrere in un’altra “crisi del 2008”, in quanto da quell’anno è stata istituita una vigilanza bancaria europea “armonizzata” e sono stati attuati alcuni dei provvedimenti del “programma globale di riforma della regolamentazione”. Pur essendo vero bisogna rimanere vigili: il piano per ridurre del 2% l’inflazione rimarrà dipendente dai dati. De Guindos ha spiegato che la Bce ritiene che l’“inflazione complessiva” diminuirà considerevolmente quest’anno, mentre la dinamica dell’“inflazione di fondo” rimarrà “solida” con nuovi rialzi dei tassi.

Bce, sistema bancario solido ma aumentano rischi e incertezze

De Guindos non ha lasciato margine di interpretazione: sarà pur vero che al momento il sistema bancario è solido, capace di attutire possibili colpi, ma non bisogna “riposare sugli allori”. La “turbolenza” potrebbe, in effetti, essere di breve durata, ma si potrebbero verificare effetti di amplificazioni - con gravi ripercussioni sul sistema finanziario come annunciato dai titani di Wall Street.

Purtroppo non emerge un quadro totalmente nitido. Il vicepresidente della Bce ha ammesso che l’incertezza è aumentata, pertanto la Banca Centrale sta monitorando attentamente le attuali tensioni di mercato e ha rassicurato che saranno “pronti a rispondere, se necessario, per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”.

Nonostante l’aumento dei costi di finanziamento, la redditività delle banche è notevolmente migliorata, “trainata da interessi attivi netti significativamente più elevati, mentre le svalutazioni e gli accantonamenti sono stati finora contenuti”. Sembra quindi che le banche dell’area dell’euro sono “moderatamente” esposte al rischio di tasso di interesse. Stando al vice presidente della Bce si potrebbero verificare:

  • un aumento del costo del finanziamento delle banche;
  • un inasprimento degli standard di credito
  • una decelerazione della crescita dei volumi dei prestiti.

Non solo, De Guindos ha avvertito che potrebbe verificarsi un calo della fiducia dei consumatori e degli investitori e una minore domanda aggregata complessiva. Come ha poi spiegato De Guindos, la maggior parte delle banche europee sono posizionata per “beneficiare inizialmente dell’aumento dei tassi di interesse, che aumenta i margini di interesse netti”, ciò vuol dire che in media il repricing del portafoglio prestiti tenderà “più che compensare i maggiori costi di finanziamento e le perdite mark-to-market sui titoli a reddito fisso”.

Ma ciò non toglie che “l’inasprimento delle condizioni di finanziamento” stiano indebolendo le dinamiche creditizie, rischiando di pesare sulla redditività delle banche in futuro. Ne emerge quindi un quadro precario che vede la Bce in prima linea, pronta a monitorare le banche dell’eurozona, in quanti bisogna ammettere che alcuni modelli di business bancari potrebbero essere più vulnerabili a questa transizione.

Bce: il sistema finanziario più esposto ai rischi

Con la possibilità che aumentino incertezze, Luis de Guindos ha poi riflettuto su quale sia il sistema più esposto ai rischi: non quello bancario bensì il sistema finanziario.

Se quello bancario è cresciuto rapidamente e ha aumentato la sua “assunzione di rischi durante il contesto di bassi tassi di interesse”, nel settore finanziario si registra un rischio di credito e liquidità “elevato”, rendendolo il più vulnerabile alla “volatilità del mercato e a un brusco repricing dei mercati finanziari”.

Infatti, nonostante alcuni recenti de-risking, il vicepresidente della Bce ha spiegato che nel settore finanziario - a differenza di quello bancario - prevale un “ disallineamento strutturale della liquidità” e che “le correzioni del mercato potrebbero essere amplificate dalla vendita forzata in mercati illiquidi”.

Per tanto risulta necessario - se non fondamentale - che vengano attuate delle “riforme politiche” per affrontare queste vulnerabilità. Come lo stesso De Guindos ha spiegato, dovrebbe essere data

priorità alle politiche che contribuiscono a rafforzare la resilienza del settore, ad esempio riducendo lo squilibrio di liquidità, attenuando il rischio derivante dalla leva finanziaria e migliorando la preparazione alla liquidità in un’ampia gamma di istituzioni

Sembra quindi che per quanto il sistema bancario sia solido sia necessario non abbassare la guardia. I paesi dell’Eurozona dovrebbero, anzi, attuare nuove riforme politiche, in modo da poter arginare i possibili rischi elencati dal vicepresidente della Banca centrale europea.

Argomenti

# Bce

Iscriviti a Money.it