Si può rinunciare all’eredità? Tempi, costi e quando conviene

Isabella Policarpio

02/12/2020

02/12/2020 - 14:34

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Chiunque può rinunciare all’eredità per qualsiasi motivo, in genere per evitare i debiti del defunto. Ecco come si fa.

Si può rinunciare all’eredità? Tempi, costi e quando conviene

Chiunque può rinunciare all’eredità se questa scelta è libera e non condizionata. La rinuncia è prevista nel nostro ordinamento e disciplinata dal Codice civile all’articolo 519:

“La rinunzia all’eredità deve farsi con dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione, e inserita nel registro delle successioni.”

Si può rinunciare all’eredità per qualsiasi motivo, ma il più delle volte quando i debiti del defunto sono maggiori dei crediti.

Spieghiamo come funziona la rinuncia all’eredità e i termini da rispettare.

Come rinunciare all’eredità

La rinuncia all’eredità va fatta mediante una dichiarazione formale davanti ad un notaio o dal cancelliere del Tribunale del luogo in cui si è aperta la successione (come prevede l’articolo 519 del Codice civile); con la rinuncia l’erede impedisce l’ingresso nel proprio patrimonio dell’attivo della massa ereditaria dei diritti derivanti dall’eredità.

La dichiarazione di rinuncia viene inserita nel Registro delle successioni e conservata presso Tribunale.

Possono rinunciare all’eredità tutti i soggetti che rientrano nella successione (anche in assenza di testamento). Nel caso di eredi minori, saranno i genitori/tutori a richiedere al giudice tutelare l’autorizzazione per la rinuncia all’eredità. Il giudice competente è quello del luogo di residenza del minore o del tutore.

La rinuncia all’eredità si considera nulla se non viene osservata la forma richiesta dalla legge, quindi l’atto formale dal notaio o in tribunale. Inoltre è valida soltanto la rinuncia che non è sottoposta a termini, condizioni o limitazioni.

In altre parole, l’atto di rinuncia deve essere una scelta libera dell’erede e non il frutto di pressioni e condizionamenti (ad esempio da parte di altri eredi per ottenere una quota maggiore). Nel caso in cui la rinuncia all’eredità venisse fatta dietro corrispettivo a favore di alcuni soggetti, l’atto comporterebbe l’effetto contrario ossia l’accettazione all’eredità.

Chi procede con questo atto rinuncia all’eredità nella sua interezza: la legge, infatti, non consente la rinuncia parziale.

Costi e moduli da presentare

Ecco i documenti da presentare per procedere alla rinuncia dell’eredità:

  • certificato di morte in carta libera (o autocertificazione);
  • una marca da bollo da 16 euro;
  • documento valido di riconoscimento;
  • codice fiscale del defunto e del rinunciante (anche se minore/interdetto/inabilitato o sottoposto ad amministrazione di sostegno);
  • copia conforme del testamento (qualora esista);
  • nota di iscrizione a ruolo;
  • versamento per la registrazione di 200 euro da effettuarsi contestualmente alla redazione dell’atto tramite modello F23 che si ritira presso l’URP (il prezzo varia a seconda del Tribunale al quale ci si rivolge).

Ecco il modulo per la domanda di rinuncia/accettazione eredità che potete scaricare di seguito:

Atto rinuncia eredità
Clicca qui per scaricare il modello necessario per la richiesta di rinuncia dell’eredità.

Termini da rispettare

Per accettare l’eredità dopo la morte di un caro, la legge concedere 10 anni di tempo (così l’articolo 480 del Codice civile) dal giorno della morte. Lo stesso termine si applica anche per l’atto di rinuncia.

Tuttavia, esistono dei casi in cui il termine per rinunciare può essere abbreviato: un creditore - o chiunque altro ne abbia interesse - può chiedere al Tribunale che venga fissato un termine inferiore entro il quale l’erede deve dichiarare se accetta o rinuncia all’eredità.

Qualora, però, si sia già entrati in possesso dei beni del de cuius, la rinuncia all’eredità va presentata entro tre mesi dal decesso.

La rinuncia si può revocare

Che succede se dopo la rinuncia l’erede cambia idea? In questo caso la legge prevede la revoca all’articolo 525 del Codice civile:

“Fino a che il diritto di accettare l’eredità non è prescritto contro i chiamati che vi hanno rinunziato, questi possono sempre accettarla, se non è già stata acquistata da altro dei chiamati, senza pregiudizio delle ragioni acquistate da terzi sopra i beni dell’eredità.”

La revoca della rinuncia è possibile solo a certe condizioni:
-* va fatta prima che il diritto di accettare l’eredità si prescriva, quindi entro 10 anni dall’apertura della successione;

  • l’eredità non deve essere stata accettata da nessun altro erede;
  • la revoca non deve causare alcun pregiudizio a terzi che abbiano eventualmente già acquistato i beni dell’eredità.

A chi va l’eredità dopo la rinuncia?

Che fine fa l’eredità dopo la rinuncia da parte di un erede? Bisogna distinguere tra successioni legittime e testamentarie.

Nel primo caso la parte di eredità a cui avete rinunciato verrà divisa equamente tra gli altri coeredi legittimi salvo il diritto di rappresentazione che fa subentrare i discendenti nel luogo e nel grado del loro ascendente anche nel caso in cui quest’ultimo non vuole accettare l’eredità.

Invece nelle successioni testamentarie l’eredità va divisa tra gli altri coeredi testamentari, salvo il caso in cui il defunto non abbia indicato un sostituto. In mancanza di coeredi e di sostituti, l’eredità verrà suddivisa tra gli altri eredi legittimi.

La rinuncia si può impugnare

La rinuncia all’eredità, almeno in teoria, comporta l’impoverimento dell’erede che di fatto non riceverà somme di denaro o beni mobili e immobili a lui spettanti. Se il rinunciate ha dei debiti nei confronti di altri creditori, questi possono agire in giudizio e impugnare la rinuncia. L’effetto è che il rinunciate diventa erede.

I creditori possono impugnare l’atto di rinuncia dell’eredità solo se:

  • il patrimonio di colui che ha rinunciato è insufficiente a pagare i debiti e soddisfare tutti i creditori;
  • l’eredità a cui si è rinunciato è composta da attivi che superano i passivi.

    Il termine massimo entro il quale i creditori possono impugnare l’atto è 5 anni dal giorno della rinuncia.

Quando conviene rinunciare all’eredità?

Una volta rinunciato all’eredità non si può più tornare indietro, salvo il caso in cui gli altri eredi non abbiano ancora accettato. Quindi, prima di rinunciare, bisogna capire se conviene farlo.

Per accertare i beni del de cuius vi consigliamo di fare una verifica della consistenza del suo patrimonio.

Per questa operazione serve l’aiuto di un notaio che, dopo aver analizzato i registri catastali e verificato eventuali fallimenti o pignoramenti, sarà in grado di fare un saldo effettivo tra i debiti e i crediti oggetto dell’eredità. Dopo questa operazione si potranno fare le opportune considerazioni.

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