Si godono un piatto di pasta a Ponza, poi lo shock. Lo scontrino è di €1.000

Alessandro Nuzzo

2 Settembre 2025 - 19:30

È accaduto ad un gruppo di 4 persone presso un ristorante di Ponza. Il titolare si difende: «Nulla di anomalo nel conto».

Si godono un piatto di pasta a Ponza, poi lo shock. Lo scontrino è di €1.000

Soprattutto in estate è molto frequente vedere circolare sui social scontrini folli con prezzi totalmente fuori mercato, soprattutto in bar e ristoranti di località turistiche molto attrattive. Così capita spesso di imbattersi in scontrini con semplici caffè pagati a peso d’oro o coperti dal costo altissimo. Lo scorso luglio, invece, ha fatto discutere lo scontrino di un ristorante di Ponza, isola perla del Tirreno, dove un pranzo per quattro persone con un antipasto, quattro primi e due bottiglie di vino è costato la bellezza di 923 euro, pari a 225 euro a testa.

I commensali non potevano credere ai propri occhi e hanno protestato con il titolare. Pare che abbiano anche chiesto l’intervento della Guardia di Finanza, sebbene non risultino chiamate ufficiali sul caso. Fatto sta che il titolare del rinomato locale si è difeso sostenendo che su quello scontrino non ci fosse nulla di anomalo. A incidere sul totale sono stati i quattro primi: scialatielli all’aragosta pagati complessivamente 759 euro. Al conto si sono poi aggiunte due bottiglie di vino da 60 euro ciascuna.

Se per i clienti la cifra è stata esagerata, per il titolare era perfettamente nella norma. L’aragosta a Ponza, infatti, costa 230 euro al chilo. «Noi la portiamo viva al tavolo e la mostriamo ai clienti, che in questo caso hanno scelto esemplari da 825 grammi a persona. Al momento della presentazione c’è sempre l’etichetta con il peso», ha spiegato.

Insomma, un disguido tra clienti e chi ha raccolto la comanda che si è trasformato in un conto molto salato. Alla fine i commensali hanno regolarmente pagato, anche se il titolare ha applicato uno sconto, non è chiaro di quanto. Rimane il rammarico per l’episodio, anche perché talvolta i clienti confondono l’aragosta con l’astice, ignorandone i prezzi reali. Sfogliando il menù online del locale emerge che accanto alle portate non figurano i prezzi. Forse proprio qui è nato l’equivoco: clienti troppo distratti che hanno ordinato senza chiedere chiarimenti. «Noi siamo famosi per la nostra aragosta e se era troppo avrebbero potuto sceglierne una più piccola. Capita spesso che certi clienti fanno i signori e poi si lamentano del conto», ha commentato il titolare.

Scontrino da 1 euro per aver ricaricato il cellulare

Curioso invece l’episodio avvenuto nei giorni scorsi in un ristorante stabilimento balneare di Ostia. Una cliente, con il telefono scarico, ha chiesto la cortesia di poterlo ricaricare, ma le è stato risposto che la ricarica di 30 minuti costava 50 centesimi. Ritirato il cellulare dopo 42 minuti, le è stato consegnato uno scontrino da 1 euro. Sulla ricevuta compariva la dicitura «charge» come descrizione. Lo scontrino ha fatto il giro del web, dividendo gli utenti tra chi pensa che la ricarica avrebbe dovuto essere offerta come gesto di gentilezza e chi invece difende l’operato dello stabilimento, che aveva avvisato del costo e ottenuto il consenso della cliente.

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