Sequestrata la nave Aquarius: “24mila chili di rifiuti a rischio smaltiti illegalmente”

Alessandro Cipolla

20 Novembre 2018 - 10:11

Sequestrata la nave Aquarius, uno dei simboli della questione migranti: l’accusa è quella di aver smaltito in maniera irregolare 24mila chili di rifiuti a rischio.

Sequestrata la nave Aquarius: “24mila chili di rifiuti a rischio smaltiti illegalmente”

Torna a far parlare di sé la nave Aquarius. Dopo la vicenda che la vide bloccata a lungo in mare lo scorso agosto, adesso per l’imbarcazione divenuta una dei simboli dei salvataggi dei migranti ci sono problemi giudiziari.

L’Aquarius infatti è finita sotto sequestro per decisione della Procura di Catania, con 24 persone tra membri della ong Medici Senza Frontiere e agenti marittimi che sono stati indagati.

L’accusa è quella di aver scaricato in maniera indifferenziata, 44 volte in 11 porti italiani per un totale di 24.000 chili, rifiuti pericolosi a rischio infettivo trattati come se fossero rifiuti urbani.

Nuovi guai per l’Aquarius

La Guardia di Finanza e la Polizia hanno provveduto al sequestro della nave Aquarius, attualmente ferma al porto di Marsiglia, e di 460.000 euro per ordine della Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro.

Al momento ci sono anche 24 indagati: il comandante e il primo ufficiale dell’Aquarius, diversi membri della ong Medici Senza Frontiere e due agenti marittimi. A vario titolo, sono accusati di aver smaltito in maniera illegale rifiuti a rischio infettivo.

Secondo la Procura, gli indagati avrebbero “sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti”.

In totale sarebbero 24.000 i chili di rifiuti, tra cui anche gli indumenti contaminati indossati dai migranti oltre a materiale sanitario e alimentare, smaltiti come urbani nei porti di Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania, Messina, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Corigliano Calabro, Napoli, Salerno e Brindisi.

Immediata è arrivata la replica di Medici Senza Frontiere, che parla di una misura “sproporzionata e strumentale, con lo scopo che è criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare”.

Di umore diametralmente opposto è invece il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha sottolineato come “ho fatto bene a bloccare le navi delle ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #portichiusi”.

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