5 motivi per cui paghi molte tasse sulla pensione

Patrizia Del Pidio

24/05/2024

In alcuni casi i pensionati si trovano a pagare tasse extra sulla pensione. Ecco i cinque motivi per i quali questo può accadere.

5 motivi per cui paghi molte tasse sulla pensione

Perché si pagano ancora molte tasse sulla pensione? Vediamo quali potrebbero essere i cinque motivi principali. Percepire una pensione dall’Inps non esonera dal pagamento delle tasse: sui redditi da pensione, come accade per quelli da lavoro, va applicata l’Irpef e si pagano le tasse. Quello che, però, capita spesso ai pensionati è di trovarsi con una dichiarazione dei redditi a debito che li costringe a pagare molte tasse extra.

Per quale motivo, se la pensione è già tassata alla fonte dall’Inps e il pensionato riceve l’importo netto, in sede di conguaglio con modello 730 si devono pagare così tante tasse in alcuni casi? I motivi possono essere diversi e in questo articolo li illustreremo.

Le tasse sulla pensione, quanto pesano?

Sono molti i pensionati che si domandano come mai in sede di 730 si trovano sempre a dover pagare ulteriori tasse su una pensione che, nella maggior parte dei casi, non basta a consentire una vita agiata. La pensione, proprio come lo stipendio, è soggetta a tassazione Irpef che, per gran parte, viene trattenuta in anticipo dall’Inps con ritenuta alla fonte.

Bisogna, però considerare diversi fattori per comprendere perché sulla pensione si devono versare tasse anche a conguaglio della dichiarazione dei redditi. In primo luogo è importante comprendere se la pensione è l’unico reddito che si percepisce, se le ritenute apportate dall’Inps sono sufficienti, se si pagano nella giusta misura addizionali regionali e comunali, quale scaglione fiscale si applica sulla rendita mensile e se si percepisce una pensione molto elevata.

Cinque motivi che fanno pagare più tasse sulla pensione

La pensione non è l’unico reddito

Se oltre alla pensione si percepiscono altri redditi, l’Irpef va calcolata non sui due redditi distinti, ma sulla somma totale dei due redditi. L’Inps, infatti, applica sulla pensione l’aliquota Irpef riferita al reddito presunto da pensione che il soggetto andrà a percepire nel corso dell’anno di imposta.

Se la persona percepisce altri redditi, però, la somma potrebbe fargli superare lo scaglione di reddito per l’aliquota applicata e questo comporterebbe un conguaglio a debito in sede di 730.

Facciamo un esempio pratico. Una pensionata percepisce una pensione lorda dall’Inps pari a 24.000 euro l’anno. A questa si sommano 8.000 euro l’anno che gli versa l’ex coniuge a titolo di mantenimento e altri 4.000 euro per una casa che ha affittato.
La donna paga un’imposta sulla pensione, trattenuta alla fonte dall’Inps, pari a 5.520 euro (senza considerare addizionali regionali e comunali e detrazioni spettanti). Se somma anche gli altri redditi, però ha un reddito complessivo pari a 36.000 euro per i quali l’Irpef dovuta è pari a 9.240 euro (applicando il 23% di Irpef sui primi 28.000 euro e il 35% sui restanti 8.000 euro). Questo fa comprendere come questa pensionata, in sede di 730 si trovi a dover versare altra Irpef pari a 3.720 euro.

In presenza di altri redditi, quindi, è normale che le tasse aumentano, ma non si versano sulla pensione (che è tassata alla fonte dall’Inps) bensì sui restanti redditi.

Tassazione alla fonte troppo bassa

Dover pagare più tasse sulla pensione è una cosa che capita anche nel caso in cui l’Inps applichi trattenute troppo basse. In questo caso l’impressione che si avrà è quella di pagare due volte le tasse sulla pensione mentre in realtà la ritenuta alla fonte va considerata solo come un anticipo troppo basso per il quale bisogna, poi, versare il saldo (in sede di conguaglio 730).

Addizionali troppo basse

Può capitare di trovarsi con un 730 a debito anche nel caso non si versino le giuste addizionali comunali e regionali. Supponiamo che un pensionato cambi Regione di residenza senza comunicarlo all’Inps e il luogo in cui va a vivere prevede addizionali regionali e comunali di percentuale più elevata.

L’Inps continuerà, fino a quando non si comunicherà il cambiamento, ad applicare le addizionali relative al luogo di residenza che conosce e questo comporta un versamento più basso del dovuto che, per forza di cose, andrà compensato in sede di dichiarazione dei redditi.

Lo scaglione fiscale applicato

Da tenere presente che, soprattutto in questo periodo in cui vengono apportate spesso delle modifiche importanti agli scaglioni fiscali, l’Inps, in caso di modifiche, non si allinea subito alle novità. Un esempio pratico è dato dal passaggio da quattro a tre scaglioni Irpef avvenuto dal 1° gennaio 2024. L’Inps ha recepito e applicato il nuovo sistema di tassazione solo a partire dal mese di marzo.

Anche in questo caso, per molti pensionati nei mesi di gennaio e febbraio è stata calcolata una tassazione più alta sulla pensione (recuperata poi a conguaglio).

Pensione elevata

Da considerare, poi, che per pensioni fino a 8.500 euro l’importo è esentasse perché l’Irpef è azzerata dalle detrazioni da pensioni riconosciute. Non appena la pensione, però, supera gli 8.500 euro si pagano le tasse sull’eccedenza. Chi ha una pensione più elevata è tassato di più rispetto a chi ce l’ha più bassa.

Argomenti

# Tasse
# IRPEF

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