Rispondi al sondaggio di Money.it: sei favorevole o contrario alla spesa dell’Italia per la ricostruzione dell’Ucraina come emerso nel recente vertice di Roma voluto dalla premier Meloni?
Sei d’accordo che l’Italia spenda soldi per ricostruire l’Ucraina? Questo è il sondaggio che Money.it vuole proporre ai suoi lettori ora che è andata in archivio la conferenza di Roma, fortemente voluta da Giorgia Meloni e che ha visto la partecipazione di oltre 8.000 delegati provenienti da circa 70 Paesi, con oltre 2.000 imprese partecipanti di cui circa 500 italiane.
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La guerra in Ucraina è in corso da oltre tre anni e, allo stato delle cose, non sembrerebbero esserci concreti spiragli per un cessate il fuoco: i russi continuano lentamente ad avanzare e le truppe di Kiev - sempre sostenute dalla Nato - stoicamente stanno provando a mantenere le posizioni per non perdere ulteriore territorio.
Nonostante non si intraveda una luce alla fine del proverbiale tunnel, lo scorso 10 e 11 luglio si è tenuta a Roma una conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina dove sono stati firmati circa 200 accordi.
La premier Meloni ha affermato che “i partecipanti alla conferenza di Roma sulla ripresa economica dell’Ucraina hanno promesso oltre 10 miliardi di euro per aiutare il Paese devastato dalla guerra”, lanciando il Fondo Europeo per la Ricostruzione dell’Ucraina.
Oltre all’Italia, a sostenere questo fondo ci sono Francia, Germania, Polonia e la Banca Europea per gli Investimenti, ma non mancherà la partecipazione di capitali privati tramite piattaforme dedicate come Ukraine Investment.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è quello di capire se l’Italia debba o meno spendere dei soldi per la ricostruzione dell’Ucraina.
Il sondaggio sulla ricostruzione in Ucraina
Può sembrare paradossale visto che stiamo parlando di una guerra che appare senza soluzione, ma da tempo in Occidente l’argomento ricostruzione dell’Ucraina sembrerebbe raccogliere più attenzioni rispetto al cercare di porre fine al conflitto.
Quella di Roma infatti è stata solo l’ultima di una serie di conferenze per la ricostruzione, con l’Italia che da tempo sta sgomitando per essere in prima linea quando ci sarà da rimettere in piedi un Paese come l’Ucraina devastato - in ogni ambito - da questa guerra.
Nel dettaglio il governo italiano ha stanziato 300 milioni di euro destinati a supportare la ricostruzione di infrastrutture civili e servizi essenziali, attraverso strumenti come SIMEST e SACE. Inoltre l’Italia ha offerto 100 milioni di euro come capitale iniziale per il fondo di garanzia EU for Ukraine, creato dalla Banca Europea per gli Investimenti per favorire investimenti pro-Ucraina.
In più ci sarà un contributo strategico nella creazione del grande Fondo Europeo per la Ricostruzione dell’Ucraina, volto a mobilitare investimenti pubblici e privati ben oltre i 10 miliardi. Secondo il Sole 24 Ore, il nostro Paese in particolare si prenderà cura del patrimonio culturale di Odessa, restaurando la cattedrale della Trasfigurazione, la Filarmonica e il Museo delle Belle Arti.
Peccato che stime come quelle fatte da Bloomberg parlano di 1.000 miliardi di dollari necessari per ricostruire l’Ucraina; secondo il pensiero di Donald Trump inoltre dovrà essere l’Europa a farsi carico di questi costi.
Insomma per l’Italia il conto potrebbe essere molto più salato rispetto a quello ipotizzato durante la conferenza di Roma; in più ci sono tutte le spese militari: giusto per fare un esempio, Trump ora ha dato l’ok all’invio di missili Patriot americani in Ucraina, ma questi prima saranno acquistati dagli Stati membri della Nato e poi girati a Kiev.
In questo scenario, rispondi al sondaggio e partecipa alla discussione sulla ricostruzione dell’Ucraina attraverso i commenti che possono essere lasciati qui in basso.
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