Il peso dell’Imu sulla seconda casa potrebbe essere ridotto se si tratta di un immobile utilizzato solo per l’estate o per le vacanze. Vediamo le novità.
Hai una casa al mare o in montagna? Potresti pagare l’Imu con degli sconti previsti dai Comuni. Il decreto del viceministro dell’Economia e delle Finanze del 6 novembre 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 novembre offre importanti chiarimenti in ambito Imu andando a mettere ordine sulle novità introdotte recentemente sulle seconde case.
Nel 2023 e nel 2024 si sono aperti spiragli importanti per chi ha una seconda casa per le vacanze al mare o in montagna, ma queste novità dipendono dalla scelta dei Comuni che hanno la possibilità di scegliere. Il decreto del 6 novembre, “Integrazione del decreto 6 settembre 2024 concernente l’individuazione delle fattispecie in materia di imposta municipale propria (IMU), in base alle quali i comuni possono diversificare le aliquote di cui ai commi da 748 a 755 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160” aggiorna i criteri con cui i sindaci possono decidere se differenziare le aliquote.
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Cosa accade alle seconde case ai fini Imu?
Non viene introdotto alcun nuovo potere, ma il ministero con il decreto ha chiarito quelli che sono i paletti in cui i Comuni possono muoversi seguendo le loro logiche.
Nello spazio lasciato a disposizione per le manovre degli enti locali, però, si apre una maggiore flessibilità per le case che i contribuenti tengono a propria disposizione: si tratta di seconde case non locate, non concesse in comodato d’uso e utilizzate dal proprietario per una porzione di anno come casa vacanza.
Una casa al mare, al lago o in montagna, quindi, rientra tranquillamente in questo ambito per il quale i Comuni potranno rimodulare il peso dell’Imu. Da una parte applicando le aliquote base che pesano meno sul contribuente e dall’altra tenendo conto del periodo di effettivo utilizzo dell’immobile.
Se una casa è utilizzata per periodi limitati, ha un arredamento ridotto e vengono bloccate le utenze per il periodo di non utilizzo, il Comune può ritenerla una abitazione non utilizzata in via continuativa e, quindi, far gravare su di essa un’imposta minore.
Se, invece, l’immobile è utilizzato a scopo commerciale (ad esempio una casa vacanza che viene affittata ai turisti) l’eventuale sconto non può essere previsto.
A fare la differenza sono i sindaci
A fare la differenza tra i diversi immobili secondari saranno i sindaci che potranno decidere se applicare un’aliquota di favore o se lasciare invariato il peso dell’Imu. La novità, di fatto, non porta alcun vantaggio automatico per le seconde case al mare o in montagna, perché molte amministrazioni locali potrebbero decidere di lasciare le aliquote attualmente previste per ricevere un gettito costante. Altri enti locali, invece, potrebbero decidere di ridurre il peso dell’Imu per i proprietari di case estive (che, tra l’altro, hanno costi di mantenimento molto alti e non generano reddito).
Il panorama delle seconde case, in questo modo, potrebbe diventare molto variegato con regole diverse per le seconde case in base al Comune in cui sono ubicate.
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