Se si agisce in modo tempestivo alla contestazione per il 730 da parte dell’Agenzia delle Entrate, si possono pagare interessi e sanzioni in forma ridotta. Ecco entro quanto agire.
Se l’Agenzia delle Entrate contesta il 730 c’è un modo per ridurre le sanzioni da pagare. Una contestazione fiscale sulla dichiarazione presentata può capitare a chiunque e, anche se si tratta di una situazione spiacevole, è possibile rimediare con pochi danni.
Basta una dimenticanza, un errore o un’omissione nella compilazione per ricevere una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate relativa a dichiarazioni presentate negli anni precedenti. In questi casi è bene non entrare in panico, ma è necessario agire nel modo più veloce possibile per limitare i danni.
Il 3 luglio scorso con apposito provvedimento l’Agenzia delle Entrate ha annunciato l’invio di notifiche di Pec per le irregolarità riscontrate sulle dichiarazioni Iva del 2024, ma la verifica incrociata dei dati riguarda anche le dichiarazioni dei redditi contenenti errori, omissioni o non presentate.
A cosa fare attenzione per non avere problemi?
Le irregolarità segnalate più frequentemente per il 2024 riguardano l’assenza della presentazione della dichiarazione Iva, di dichiarazioni trasmesse senza aver compilato il quadro VE, incongruenze nell’indicazione di volumi di affari di importo inferiore a 1.000 euro, mancata compilazione del quadro VJ per chi ha effettuato operazioni in reverse charge.
Pagare meno sanzioni sul 730
Anche se il provvedimento del 3 luglio riguarda le dichiarazioni IVA, va ricordato che ogni anno l’Agenzia delle Entrate effettua controlli a campione anche sulle dichiarazioni dei redditi presentate con modello 730 o con modello Redditi.
Nel momento in cui si riceve la contestazione è bene provvedere subito a sanare le anomalie riscontrate. Con la comunicazione che si riceve dall’Agenzia delle Entrate, infatti, il contribuente conosce cosa gli viene contestato e agendo in fretta può contare su una sanzione ridotta.
Se dai controlli automatici sul 730 emergono delle incongruenze che portano alla ricezione di una comunicazione di rideterminazione delle somme a debito, oltre alla mancata imposta versata è elevata anche una sanzione. Se la regolarizzazione (ovvero il versamento delle somme richieste) avviene entro 60 giorni dalla ricezione sia gli interessi che la sanzione sono ridotti a un terzo rispetto a quanto ordinariamente previsto.
Se l’avviso di irregolarità, invece, è trasmesso in via telematica all’intermediario che ha presentato la dichiarazione, il contribuente può contare sulla riduzione di sanzioni e interessi a un terzo se paga entro 90 giorni dalla trasmissione.
Se la comunicazione si riceve, invece, a seguito di controlli formali, per avere una riduzione della sanzione e degli interessi di due terzi è necessario regolarizzare la propria posizione entro 60 giorni. Lo stesso termine è previsto anche nel caso in cui, a seguito della comunicazione, il contribuente voglia segnalare elementi valutati in modo erroneo o non considerati. Anche in questo caso, però, si devono versare le somme indicate entro 60 giorni dalla comunicazione se si vuole approfittare della riduzione di sanzioni e interessi.
Infine, in caso la contestazione riguardi somme soggette a tassazione separata, se si versa il dovuto entro 30 giorni non sono previsti né sanzioni né interessi, così come non sono dovuti nel caso la comunicazione riguardi errori formali che non incidono sul pagamento dei tributi se si regolarizza entro 60 giorni.
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