Le scuole possono ricorrere alle ore aggiuntive dei docenti senza modificare il contratto

Antonio Cosenza

10 Giugno 2020 - 17:11

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Ricorrere alle ore aggiuntive dei docenti senza modificare il contratto: ecco come fare secondo Patrizio Bianchi, coordinatore del comitato tecnico scientifico del MIUR.

Le scuole possono ricorrere alle ore aggiuntive dei docenti senza modificare il contratto

Rientro in classe a settembre: la soluzione potrebbe essere quella di ricorrere alle ore aggiuntive dei docenti senza mettere mano al loro contratto. Una possibilità che verrebbe data direttamente alla scuola, visto che formalmente per gli insegnanti italiani non ci sarebbe alcun aumento dell’orario di lavoro.

A spiegarlo è Patrizio Bianchi, coordinatore del comitato di esperti che sta affiancando il Ministero dell’Istruzione nella programmazione della ripresa delle attività a settembre, il quale in queste ore è stato ascoltato in audizione in commissione Istruzione della Camera. Qui Bianchi ha ribadito che compito del comitato tecnico scientifico è solamente di dare suggerimenti, visto che in ogni caso le decisioni finali sul ritorno in classe a settembre spettano alla politica.

Tuttavia, Bianchi ha fatto chiarezza su come le scuole potrebbero ricorrere all’orario aggiuntivo dei docenti per coprire un numero maggiore di cattedre e permettere la suddivisione delle classi in più gruppi. Il tutto senza mettere mano al contratto (che ricordiamo tra l’altro essere scaduto in data 31 dicembre 2018).

Ridurre il tempo delle lezioni per aumentare il numero di ore settimanali

Una delle soluzioni pensate dal comitato tecnico scientifico che sta affiancando il Ministero dell’Istruzione per garantire il distanziamento interpersonale all’interno della scuola è quello di ridurre le classi in più gruppi.

Secondo Bianchi questo passaggio dovrà necessariamente prevedere “la rimodulazione del tempo delle lezioni”, così da offrire “attività in presenza per il maggior numero di allievi ed un ricorso selezionato e consapevole alla modalità blended”. Quindi apprendimento misto, con la didattica a distanza che resterebbe, ma come forma complementare alla didattica in presenza.

A tal proposito, Bianchi ritiene che questo passaggio rappresenterà un’innovazione della didattica, ma che allo stesso tempo richiederà un maggior impegno didattico dei docenti anche con il ricorso alle ore aggiuntive.

Ma attenzione, perché non si tratta di aumentare l’orario di lavoro degli insegnanti, bensì il numero delle lezioni che questi svolgono durante la giornata.

Ciò si potrebbe realizzare esclusivamente con la riduzione dell’orario delle lezioni, che dovrebbero durare al massimo 40 minuti. Una decisione che spetterebbe al Collegio dei Docenti nel caso in cui se ne abbia necessità.

È dietro alla riduzione dell’orario delle lezioni, infatti, che si cela la risposta al problema dei docenti che mancano o quello dei costi da sostenere per pagar loro le ore aggiuntive.

Dalla riduzione dell’unità oraria di una lezione, infatti, ne risulterebbe un incremento di unità orarie per cui il docente sarà a disposizione della scuola.

Perché mentre con orario normale il docente è in servizio per 18 ore di lezione a settimana (nella scuola secondaria), con la riduzione a 40 minuti questo ne arriverebbe a svolgere fino a 24.

Più classi da seguire, quindi, con la possibilità che la scuola possa anche dividere gli studenti in più gruppi. Una riduzione che nella scuola elementare comporterebbe fino a 30 ore settimanali di lezione.

Se per gli insegnanti ciò comporterebbe un aumento delle lezioni, per gli studenti ci sarebbe però una riduzione dell’offerta formativa, visto che per questi il tempo a scuola sarà notevolmente ridotto. Ma come spiegato da Bianchi ci potrebbe essere il ricorso alla didattica a distanza a completare il lavoro svolto in classe.

Tuttavia, è solo incrementando il numero delle lezioni potenziali nella scuola si potrebbero dividere le classi in più gruppi senza incrementare gli organici. Altrimenti le classi non si potranno dividere e l’unica soluzione sarà davvero quella di ricorrere a strutture il plexiglas, ipotesi parzialmente smentita dal Ministro dell’Istruzione nelle ultime ore.

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