Sanatoria cartelle esattoriali 2023, con l’adesione alla rottamazione si rinuncia al ricorso

Patrizia Del Pidio

6 Febbraio 2023 - 11:38

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Sicuramente per chi aderisce alla rottamazione delle cartelle il debito totale da pagare si abbassa, ma viene meno anche il diritto a presentare ricorso.

Sanatoria cartelle esattoriali 2023, con l’adesione alla rottamazione si rinuncia al ricorso

La Legge di bilancio 2023 ha previsto una tregua fiscale con ben

che consentono al contribuente di sanare la propria posizione nei confronti del Fisco. Tra queste quelle di maggior rilievo sono sicuramente la cancellazione, lo stralcio e la rottamazione. Ovvero quelle che consentono il maggior risparmio per chi si trova in una situazione debitoria nei confronti del Fisco.

Cancellazione e stralcio, però, riguardano solo cartelle esattoriali di importo molto basso. Complessivamente tra interessi, sanzioni e debito lacartella esattoriale non deve superare i 1.000 euro. E comunque è una misura che si applica ai debiti più vecchi, quelli che ormai, per il Fisco sono diventati inesigibili, ovvero che costerebbe più riscuotere piuttosto che cancellare.

La sanatoria delle cartelle esattoriali, però, può nascondere anche delle trappole che a prima vista non appaiono. Proprio per questo è da capire bene quello che si intende fare prima di aderire.

La rottamazione è un’ottima chance

La {{}}, invece, è una misura cui possono aderire tutti, con debiti vecchi o nuovi, con cartelle di importo basso o elevato. E proprio per questo, sicuramente, sarà lo strumento più utilizzato dai contribuenti.

Permette di pagare solo il debito originario che si ha nei confronti del Fisco senza che questo venga gravato da sanzioni o interessi. Il contribuente, poi, può decidere anche se pagare in un’unica soluzione,entro il 31 luglio 2023, oppure dilazionare il pagamento a rate di cadenza trimestrale in un massimo di 5 anni.

Sicuramente un’opportunità ottima per chi vuole sanare la propria posizione debitoria, ma bisogna tener presente una cosa importantissima: chi vi aderisce deve rinunciare a qualsiasi ipotesi di ricorso per la cartella per la quale si richiede la definizione agevolata.

La rinuncia al ricorso

In sede di domanda di definizione agevolata, da presentare entro il 30 aprile 2023, è da fare espressamente rinuncia ad eventuali ricorsi per la cartella esattoriale in questione. A prevederlo è la Legge di bilancio stessa. E non si deve esprimere la rinuncia solo ad eventuali nuovi ricorsi, ma anche a quelli già in corso.

Proprio questa è la cosa che bisogna valutare bene prima di decidere di aderire alla rottamazione, soprattutto se il contribuente ha la certezza di essere nel giusto.

Se la cartella esattoriale, ad esempio, proprio non è dovuta, presenta errori di calcolo, errori formali, presentando un ricorso il contribuente potrebbe uscirne del tutto pulito e senza alcun debito da dover sanare. Aderendo alla rottamazione, invece, è pur vero che va a sostenere un debito minore, ma va a pagare una somma che, magari, proprio non deve.

La scelta giusta è valutare bene

La situazione, in casi come questo, va valutata molto bene. Se il contribuente è sicuro al 100% di uscire vittorioso da un eventuale contenzioso con l’amministrazione tributaria in caso di ricorso, non deve prendere neanche in considerazione l’idea di aderire alla rottamazione.

Questo però avviene solo nel caso che abbia tutte le prove per dimostrare l’infondatezza della cartella esattoriale. Ma in questo caso deve mettere in conto le spese legali che tutto il ricorso comporterebbe.

Se, invece, l’esito del ricorso lascia dubbi la scelta più saggia (mettendo in conto anche gli eventuali costi e tempi di un contenzioso) è sicuramente quella di cogliere al volo l’opportunità offerta dalla rottamazione e pagare in modo scontato il debito.

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