Saldo e stralcio, annullate le cartelle sotto i 1.000 euro. Come si calcola il debito?

Rosaria Imparato

19/06/2020

30/04/2021 - 13:20

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Saldo e stralcio, il contribuente che ha aderito alla pace fiscale con un debito inferiore a 1.000 euro ha diritto all’annullamento delle cartelle: lo ha stabilito la sentenza della Corte di Cassazione n. 11817 del 18 giugno 2020. Vediamo come si calcola il debito.

Saldo e stralcio, annullate le cartelle sotto i 1.000 euro. Come si calcola il debito?

Saldo e stralcio, annullate le cartelle sotto i 1.000 euro: a deciderlo è stata la Corte di Cassazione, con una sentenza depositata il 18 giugno 2020.

Secondo i magistrati infatti il contribuente che ha aderito alla pace fiscale e ha un conto in sospeso col Fisco, ha diritto al saldo e stralcio del debito fino alla somma di 1.000 euro.

È importante però specificare che non viene stralciato l’intero importo della cartella, ma solo il debito: quindi rimane il costo del recupero da saldare.

La decisione della Cassazione interessa le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010: vediamo come calcolare l’importo del debito.

Saldo e stralcio, annullate le cartelle sotto i 1.000 euro. Come si calcola il debito

Annullate le cartelle esattoriali sotto i 1.000 euro di debito: la decisione si trova nella sentenza n. 11817/2020 della Corte di Cassazione, pubblicata il 18 giugno 2020.

Il contribuente, secondo i magistrati, ha diritto al saldo e stralcio della propria cartella se il debito non supera i 1.000 euro.

Ma come viene calcolato l’importo del debito della cartella? La Cassazione specifica che va tenuto in considerazione solo il netto del debito, cioè senza contare gli interessi dovuti all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

La sentenza della Cassazione in oggetto interessa i ruoli iscritti tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010.

Saldo e stralcio, annullate le cartelle sotto i 1.000 euro: la sentenza della Cassazione

L’annullamento delle cartelle verrà applicato sulla base di tre elementi:

  • la sorte capitale;
  • gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo;
  • sanzioni e interessi.

La mora applicata dall’AdER, invece, rimane a carico del contribuente.

Il limite di 1.000 euro quindi è da considerare per ogni singolo debito, quindi per ogni singolo carico affidato alla Riscossione. Per carico s’intende:

“[...] la singola partita di ruolo, cioè (l’insieme dell’imposta, delle sanzioni e degli interessi accessori. Ne discende che oggetto del condono è il singolo debito e non l’importo complessivo della cartella.”

Quindi, per esempio, se una cartella contiene un debito di 3.000 euro complessivi ma si riferisce a 6 carichi da 500 euro, la cartella va annullata, proprio perché si prende a riferimento il ruolo, ovvero la singola imposta riscossa.

Infine, la sentenza della Cassazione stabilisce che l’ipoteca fiscale (cioè quella per i debiti non pagati) non costituisce, in realtà, atto dell’espropriazione forzata, ma va riferita ad una procedura alternativa all’esecuzione forzata vera e propria, che può essere effettuata anche senza la necessità di procedere alla notifica dell’intimazione.

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