Salario minimo a 9 euro, salta l’aumento di stipendio per 3 milioni di lavoratori: le motivazioni

Giorgia Bonamoneta

14 Luglio 2023 - 20:11

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La proposta di legge dell’opposizioni riunite (tranne Italia Viva) salta e lo fa per colpa di un emendamento della maggioranza che non vuole discutere il salario minimo. Cosa succede?

Salario minimo a 9 euro, salta l’aumento di stipendio per 3 milioni di lavoratori: le motivazioni

Il salario minimo non serve. Lo ripete la ministra del lavoro Marina Elvira Calderone e lo sottolinea la maggioranza di governo presentando un emendamento soppressivo della proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo. La proposta del governo si mette di traverso rispetto al testo presentato dalle opposizioni e che vede come prima firma quella di Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 Stelle.

Il testo prevede il salario minimo fissato a 9 euro lordi l’ora, ma la proposta modificata sopprimerebbe proprio la discussione in merito. Il governo Meloni fa muro al salario minimo da mesi e non nasconde le motivazioni: la contrattazione e il lavoro dei sindacati. Eppure uno studio diffuso dalla Fondazione dei consulenti del lavoro ha rivelato come su 63 contratti collettivi ben 22 hanno una retribuzione minima sotto i 9 euro lordi l’ora. Si tratta di una stima al ribasso.

Per rispondere alla crisi del carovita, del lavoro sottopagato e spesso poco dignitoso il governo si riunisce e confeziona questo emendamento che sopprime la proposta del salario minimo legale voluto dall’opposizione. Il commento di Giuseppe Conte è molto critico e vede tale azione come uno schiaffo in faccia a milioni di cittadini che hanno diritto a una paga dignitosa. Conte punta il dito anche su un’altra faccenda molto recente, ovvero il ripristino dei vitalizi in favore dei parlamentari. Da una parte il governo tutela i propri privilegi, dall’altra non apre a dialogo sul salario minimo. Cosa sta succedendo?

Il governo contro il salario minimo: emendamento blocca proposta

In Commissione lavoro alla Camera, presieduta da Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, è arrivato l’emendamento che si oppone alla proposta di legge sul salario minimo dell’opposizione. Interrogato in merito Rizzetto ha risposto che “il centrodestra almeno calendarizzate delle proposte, mentre la sinistra in oltre 10 anni non ha portato nulla nelle aule”.

Tra un commento e una frecciatina alle Feste dell’Unità, Rizzetto spiega che il governo è intenzionato a lavorare sul welfare, sull’occupazione, sul lavoro di cura domiciliare, sulla detassazione dei rinnovi dei contratti (come lo sciopero indetto dei lavoratori del settore dei trasporti per il rinnovo dei contratti, bloccato però da Matteo Salvini) e sul rinnovo di questi. Secondo Rizzetto è qui che si gioca “la differenza tra chi fa e chi invece urla nelle piazze”.

“La destra è contro la dignità del lavoro”: piovono le critiche

Non ce ne era bisogno perché lo sapevamo già ma l’emendamento depositato alla Camera dal centrodestra per la soppressione della proposta di legge sul salario minimo certifica che la destra italiana è contro la dignità del lavoro e contro i poveri”, ha dichiarato il presidente dei senatori del Partito Democratico Francesco Boccia. La valanga di polemiche arriva dopo l’emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo.

Boccia continua raccontando come dopo un decreto Lavoro che istituzionalizza la precarietà e dopo l’abolizione del Reddito di cittadinanza (al quale si aggiunge una forma di elemosina una tantum come la Carta solidale presentata recentemente), ora il “no” della proposta di salario minimo sancisce che il governo è pronto a fare la guerra ai poveri. Non meno critica è la segretaria del PD Elly Schlein, che ai microfoni vuole ricordare il numero dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti nel salario minimo: 3 milioni e mezzo di persone che oggi hanno un salario minimo orario inferiore a 9 euro.

A lasciare attoniti, ma non sorpresi, le opposizioni è la modalità con la quale il governo ha cancellato la possibilità di un confronto sul tema del salario minimo. Con un emendamento stata infatti cancellata la proposta di legge delle opposizioni in cambio di promesse di future azioni non meglio identificate. Al contrario un’azione è stata effettivamente compiuta: il ripristino dei vitalizi in favore dei parlamentari. Il rischio è quello di essere patriottici sì, ma solo verso loro stessi e non per il Paese che rappresentano, composto soprattutto dai lavoratori e delle lavoratrici in condizioni precarie, sottopagati e sfruttati.

La proposta del governo e quella delle opposizioni a confronto

Il tema del salario minimo è bloccato nella prima fase di confronto, ovvero quello che lo vede come utile o non utile. Da una parte il governo Meloni che predilige la contrattazione collettiva, dall’altra l’opposizione che si riunisce per promuovere un salario minimo di 9 euro lordi Lora. La soglia così fissata porterebbe all’attuazione dell’articolo 36 della Costituzione che prevede “una paga sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. La misura, nei calcoli dell’Istat, comporterebbe aumenti per 3,6 milioni di lavoratori e lavoratrici, con un aumento medio di 804 euro a contratto e una crescita del monte salariale di quasi 2,9 miliardi di euro.

Il governo da parte sua prosegue verso la strada intrapresa con i provvedimenti già in corso come il taglio del cuneo fiscale e il decreto Lavoro, due opzioni in molti punti criticate. Intanto, mentre maggioranza e opposizione litigano, il potere di acquisto degli italiani continua ad abbassarsi.

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