Safilo rinnova l’accordo con Kering, ma il gruppo francese è schiacciato dai debiti

Giorgia Paccione

30/05/2025

Safilo prolunga la partnership con Kering Eyewear fino al 2029, assicurandosi visibilità sui ricavi. Ma il colosso francese del lusso affronta una crisi di debito senza precedenti.

Safilo rinnova l’accordo con Kering, ma il gruppo francese è schiacciato dai debiti

La società padovana leader nella produzione di occhiali, Safilo Group, ha annunciato il rinnovo anticipato dell’accordo di fornitura con Kering Eyewear divisione dedicata all’occhialeria di lusso dell’omonimo gruppo francese che gestisce brand del calibro di Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta.

La partnership è stata prorogata fino al 2029 e rappresenta un segnale positivo per l’industria italiana dell’occhialeria, che guadagna così maggiore stabilità e visibilità sui ricavi.

Tuttavia, l’accordo si inserisce in un contesto ben più incerto per Kering, alle prese con un debito in rapida crescita, vendite in calo e il rischio concreto di un nuovo declassamento del rating creditizio.

Safilo consolida la propria posizione nel lusso

Il rinnovo dell’accordo tra Safilo e Kering Eyewear, annunciato ufficialmente il 29 maggio, prolunga una collaborazione iniziata nel 2014 e conferma la centralità del gruppo padovano nella filiera produttiva dell’occhialeria di alta gamma. L’intesa, che ora avrà validità fino al 2029, riguarda la fornitura di montature e occhiali da sole per i marchi di lusso gestiti da Kering Eyewear, divisione del gruppo francese interamente dedicata al settore.

Secondo le stime degli analisti, l’accordo con Kering genera per Safilo tra il 4% e il 5% dei ricavi annui, con una marginalità inferiore rispetto alla media del gruppo ma comunque positiva per l’assorbimento dei costi fissi.

L’estensione dell’intesa è stata accolta favorevolmente anche dai mercati: il titolo Safilo ha registrato un rialzo del 2% a Piazza Affari subito dopo l’annuncio, confermando l’importanza di contratti di lungo periodo per la stabilità finanziaria dell’azienda. Nonostante ciò, il bilancio da inizio anno resta negativo, con una perdita attorno al 5%, segno che il settore rimane sfidante e che la visibilità sui ricavi non basta da sola a invertire una tendenza di fondo ancora debole.

Kering in difficoltà: acquisizioni miliardarie e un debito fuori controllo

Se per Safilo il rinnovo rappresenta una boccata d’ossigeno, per Kering la situazione è ben più delicata. Negli ultimi anni il gruppo francese ha avviato una strategia di diversificazione e acquisizioni per ridurre la dipendenza dal marchio Gucci, in difficoltà dopo anni di crescita esplosiva. Tuttavia, questa politica ha avuto un costo elevatissimo: secondo Reuters, l’indebitamento netto di Kering è salito a 10,5 miliardi di euro alla fine del 2024, partendo da un valore quasi nullo nel 2021. Il debito ora rappresenta circa la metà della capitalizzazione di mercato, mentre la holding Artemis – controllata dalla famiglia Pinault che gestisce il gruppo – ha visto il proprio indebitamento netto totale salire a 20,2 miliardi di euro.

Le acquisizioni, tra cui il 30% di Valentino per 1,9 miliardi di dollari e il marchio di profumi Creed per 3,5 miliardi di euro, sono state finanziate in larga parte a debito. Gli analisti di UBS stimano che il rapporto debito/equity di Kering potrebbe raggiungere 4,1 entro la fine del 2025, ben oltre la soglia di rischio per un ulteriore declassamento del rating creditizio. Un downgrade che aggraverebbe la posizione finanziaria del gruppo, rendendo più costoso il rifinanziamento del debito proprio mentre i margini si stanno assottigliando e la domanda globale di beni di lusso rallenta.

Il peso del lusso tra pressione competitiva e fragilità finanziaria

Il rischio di un nuovo declassamento del rating incombe su Kering per il terzo anno consecutivo. Gli obbligazionisti sottolineano che la situazione finanziaria del gruppo è resa ancora più complicata dal contesto macroeconomico: vendite in calo, profitti in diminuzione e tassi di interesse in aumento che rendono difficile anche solo rinegoziare il debito esistente. In più, la minaccia di nuove tariffe da parte degli Stati Uniti e la concorrenza di giganti come Hermès, Chanel e LVMH – tutti finanziariamente più solidi – mettono ulteriore pressione sul gruppo francese.

Il gruppo francese sta quindi tentando di correre ai ripari con tagli ai costi e la vendita di asset immobiliari, ma il margine di manovra resta limitato. Un’ulteriore complicazione potrebbe arrivare già dal prossimo anno, qualora la società fosse chiamata a riacquistare la quota rimanente di Valentino, operazione che richiederebbe ulteriori risorse finanziarie.

Anche la possibilità di ridurre il dividendo per preservare liquidità rischia di avere effetti collaterali, aggravando i problemi della holding Artemis che fa affidamento proprio sui dividendi di Kering per sostenere il proprio debito.

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