Rito unico separazione e divorzio, emergono le prime criticità: a cosa fare attenzione

Ilena D’Errico

25 Marzo 2023 - 22:59

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Il rito unico separazione e divorzio è da poco entrato in vigore e sono già emerse alcune criticità pratiche, ecco cosa ne pensano gli avvocati.

Rito unico separazione e divorzio, emergono le prime criticità: a cosa fare attenzione

Dopo pochi giorni dall’entrata in vigore di una parte della riforma Cartabia in ambito civile, per gli avvocati sono già emerse le prime criticità riguardo al rito unico, che al momento si limita alle separazioni e ai divorzi. Problematiche di natura pratica e organizzativa a cui non sarà semplice trovare delle soluzioni rispettando i tempi previsti.

Criticità sul rito unico separazione e divorzio

Buona parte della riforma è entrata in vigore il 1° marzo, dunque ben 4 mesi prima rispetto alla scadenza originaria del 30 giugno. Un anticipo non indifferente per chi opera nel settore e deve velocemente adeguarsi, per far fruttare appieno i benefici delle procedure velocizzate e garantire alle parti la completa equità e rappresentazione. Incide non poco il fatto che tutti i procedimenti in corso vengono ancora svolti con le regole precedenti, impedendo di fatto agli uffici di dedicarsi completamente all’adattamento alla nuova regolamentazione.

Uno dei principali problemi sollevato dagli avvocati è proprio il cardine portante della riforma, ossia le tempistiche ridotte. Ridurre il tempo dei processi è senza dubbio un utile vantaggio per le parti coinvolte e un enorme beneficio per il sistema processuale. È però innegabile che le parti abbiano così un limite stringente nella preparazione, mentre gli avvocati non hanno ancora potuto adeguare completamente le modalità d’azione. A ciò si aggiunge la richiesta contestuale di separazione e divorzio, ponendo di fatti i coniugi nella posizione di raccogliere e ordinare prove e documentazione in tempi angusti.

Sara Biglieri, partner di Dentons, ha spiegato che gli avvocati devono ora riuscire a ottenere le prove dai propri clienti in tempi strettissimi e nel contempo devono prepararli all’interrogazione del giudice prima del tentativo di conciliazione, cosa che prima non era prevista. L’introduzione delle delazioni scritte, che peraltro devono essere depositate molto rapidamente, può quindi rivelarsi un’arma a doppio taglio, almeno finché i legali e i loro assistiti riusciranno a apprendere del tutto il nuovo meccanismo.

Adesso, infatti, lo scambio fra le parti avviene prima dell’udienza di comparizione, mentre prima si svolgeva soltanto in seguito alla prima udienza. È quindi fondamentale ottenere dagli assistiti tutta la documentazione il prima possibile, cosa che per varie ragioni non è sempre semplice.

A cosa fare attenzione con il nuovo procedimento

Secondo l’opinione dell’avvocato Luca Pescatore, partner di Baker McKenzie, oltretutto i nuovi termini rischiano di minare l’equità, favorendo maggiormente il ricorrente rispetto al convenuto. Quest’ultimo, infatti, deve costituirsi almeno 70 giorni prima dell’udienza, anziché i 20 precedenti, anche se tra la notificazione e la prima udienza devono decorrere almeno 120 giorni in luogo dei 90 originari. La conseguenza pratica è che chi riceve un atto di citazione non può esitare e deve rivolgersi immediatamente a un legale per acquisire l’istruzione del caso. Oltre alla rapidità richiesta al convenuto, anche i team di difesa devono essere celeri e ben organizzati, anche perché il giudice può emettere, in caso di fondatezza della domanda, un’immediata istanza di accoglimento. Quest’ultima, ovviamente, può essere reclamata, ma non senza causare problemi organizzativi alla difesa. In sintesi, la riforma in sé è idonea ad accelerare le decisioni, ma evidentemente serve del tempo affinché l’intero sistema possa adeguarsi efficacemente.

Della stessa opinione anche l’avvocata Miriam Zulli, socia di Nervi e Zulli, che apprezza la capacità di sveltire i processi imponendo al giudice di studiare immediatamente le carte, ma innegabilmente mettendo in difficoltà la difesa.

Un ulteriore punto potenzialmente problematico è quello della forma degli atti, sottolineato dall’avvocato Antonio Statalino, partner di Gatti Pavesi Bianchi Ludovici. In particolare, gli atti di citazione e comparsa dovranno essere molto chiari e specifici, fattore che potrebbe essere semplificato dalla prevista informatizzazione. Anche in questo caso, tuttavia, è l’applicazione pratica a determinare l’efficacia della norma, pur essendo gli istituti in sé ben congegnati.

In sintesi, chi vuole richiedere la separazione e il divorzio può beneficiare della velocizzazione del procedimento ma deve organizzarsi sapientemente. Di pari passo, chi è invece convenuto deve agire il prima possibile per assicurarsi una giusta difesa. Estrema attenzione ai tempi, quindi, e a non dimenticare nessun documento utile.

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