Ok a ristoranti aperti la sera, ma solo con l’Esercito: la proposta del Cts

Laura Pellegrini

12 Febbraio 2021 - 17:04

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La riapertura dei ristoranti a cena? Secondo Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, sarebbe possibile soltanto con l’Esercito a presidiare le maggiori piazze italiane.

Ok a ristoranti aperti la sera, ma solo con l’Esercito: la proposta del Cts

Negli ultimi giorni alcuni membri del Comitato Tecnico Scientifico hanno avanzato l’ipotesi di riapertura dei ristoranti la sera nelle Regioni inserite in zona gialla e a pranzo nelle Regioni inserite in zona arancione. In merito si è espresso Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, secondo cui i ristoranti potrebbero riaprire a cena solo in presenza dell’Esercito a presidiare le principali piazze.

Come dovrebbero svolgersi i controlli e da quando potremmo (forse) tornare a cenare al ristorante?

Miozzo (Cts): ristoranti aperti a cena, ma solo con l’Esercito

In un’intervista rilasciata a Repubblica, il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo ha detto che riaprire i ristoranti per cena nelle Regioni in zona gialla sarebbe possibile soltanto se “fossimo in grado di garantire un rigoroso meccanismo di controlli”. Continua: “Immaginate cosa può succedere se riaprono i ristoranti la sera ai Navigli o a Trastevere”.

Quello che Miozzo intende chiedere al nuovo governo, quindi, è “un controllo efficace del territorio almeno per i prossimi due o tre mesi, con il contributo anche dell’Esercito, forze dell’ordine, polizia locale che stanno già facendo un lavoro straordinario”.

In merito al divieto di spostamento tra le Regioni, Miozzo è tra gli esperti favorevoli alla proroga “almeno fino a quando non sarò chiaro l’impatto delle varianti del virus”.

Oggi il Cdm ha deciso per lo stop agli spostamenti tra Regioni fino al 25 febbraio.

La vera via maestra per uscire dall’emergenza, secondo il coordinatore del Cts, è la coesione: “Vedo ancora prevalenza di interessi - ha detto - e piani locali che mettono in atto azioni di scarso valore per il Paese”.

Verso nuove riaperture: ecco perché è un rischio

Con più della metà d’Italia attualmente in zona gialla e la circolazione delle nuove varianti, il pericolo di un balzo dei contagi è dietro l’angolo. Dare l’ok a nuove aperture significa assumersi “un rischio relativo ” secondo Miozzo. Infatti, anche se ogni singola apertura di settore incide poco sull’Rt, “se sommiamo i settori generiamo una somma esponenziale dei rischi”.

In merito, quindi, alle possibili nuove riaperture che potrebbero confluire nel nuovo DPCM post-5 marzo (su palestre e piscine in particolare), Miozzo ha dichiarato: “Consentire attività individuali ha senso, aprire a tutto ciò che riguarda attività sportive ad alto rischio purtroppo no”.

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