Il riordino dei vertici predisposto dal ddl Latorre modificherà la struttura e il modello operativo delle Forze Armate. Ecco la novità.
Le Forze Armate italiane si avviano verso un riordino dei vertici e del modello operativo, nonché della formazione professionale delle nuove reclute, apportando novità sostanziali anche in materia di valutazione del personale tecnico-sanitario.
Il ddl proposto dal Senatore Latorre si compone di pochi articoli, che tuttavia ridistribuiscono i ruoli tra le forze istituzionali, politiche e militari, dando particolare accento alla nuova concentrazione di potere in un unico Capo di Stato Maggiore Difesa. Il problema del bilanciamento dei poteri, tuttavia, non l’unico.
Le Forze Armate italiane soffrono di un invecchiamento inconciliabile con le funzioni strategiche necessarie all’espletamento delle missioni internazionali. Il personale militare dovrà essere rimodellato con nuovi criteri, facilitando l’ingresso di militari giovani e pronti al nuovo contesto globale.
Vediamo cosa è contenuto nel ddl Latorre e cosa cambierà nelle nostre Forze Armate.
Il riordino dei vertici delle Forze Armate: il nuovo modello operativo
Il riordino dei vertici delle Forze Armate contenuto nel ddl Latorre e presentato la scorsa settimana in Commissione Difesa ridisegna i vertici militari italiani, confermando la concentrazione del potere in un unico Capo di Stato Maggiore, di cui proponiamo un approfondimento in questo articolo.
Altra nuova figura proposta dal ddl Latorre sarà il Direttore nazionale per armamenti e logistica, cui andranno tutte le funzioni di approvvigionamento e supporto logistico, precedentemente affidate a due figure distinte (il Segretario Generale e il Capo di Stato Maggiore).
Il comparto Difesa sarà quindi diviso alla fonte: al Segretario generale resteranno soltanto compiti amministrativi, al Generale unico delle Forze Armate tutte le mansioni strettamente militari. Il cambio di rotta è notevole, soprattutto ci si preoccupa del bilanciamento dei poteri.
Anche nella configurazione del reparto tecnico-sanitario militare ci saranno dei cambiamenti nei vertici, in quanto le commissioni per l’avanzamento dei gradi per ciascun corpo passeranno da 4 a una soltanto.
Il reclutamento necessario e la revisione dello strumento militare
Il riordino dei vertici si accompagnerà ad alcuni cambiamenti su reclutamento e addestramento dei nuovi dipendenti delle Forze Armate, attualmente in situazione di criticità dato l’avanzamento costante dell’età media e la mancata immissione di nuovi militari.
Il modello definito dal ddl Latore conterà 150 mila uomini totali, ma l’età media inferiore dovrà scendere, per cui si intuisce che i parametri di ingresso nei nuovi concorsi mostreranno un intervallo di età più ristretto. Riguardo alla formazione, invece, sarà incentivata una diversa specializzazione per ogni corpo, mantenendo l’obiettivo comune della operatività in campo internazionale.
L’ultimo articolo proposto dal ddl per il riordino dei vertici rimanda alla possibilità di esercitare l’attività consultiva delle Commissioni Parlamentari, spostando così il riordino sul piano politico. Il motivo sta proprio nella volontà di rendere l’azione del Comparto Difesa più globale e interconnessa con le Forze Armate internazionali, non soltanto all’interno delle caserme italiane.
A questo punto non ci resta che attendere l’iter parlamentare e l’approvazione del ddl Latorre, considerando le reazioni degli attuali vertici delle Forze Armate.
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