Con la rinuncia all’eredità si perde il diritto di abitazione?

Ilena D’Errico

17 Marzo 2023 - 22:58

condividi

Il diritto di abitazione è riservato al coniuge superstite, ma cosa succede se quest’ultimo rinuncia all’eredità? Ecco quando il coniuge perde il suo diritto.

Con la rinuncia all’eredità si perde il diritto di abitazione?

Il coniuge superstite ha diritto a una quota dell’eredità del defunto, variabile a seconda del numero di figli presenti, oltre al diritto di abitazione sulla casa matrimoniale. Ci si chiede quindi che tipo di relazione hanno questi due diritti e se sono indipendenti l’uno dall’altro. Il coniuge, infatti, potrebbe voler rinunciare all’eredità e continuare a vivere nella casa coniugale, magari per evitare di farsi carico dei debiti del defunto. La rinuncia all’eredità di per sé non rientra fra le modalità con cui viene meno il diritto di abitazione, ma vediamo che cosa prevede la legge in merito.

La rinuncia all’eredità comporta la perdita del diritto di abitazione?

Con la rinuncia all’eredità si perde il diritto di abitazione? No, per rispondere in modo molto sintetico. Il diritto di abitazione e l’eredità sono infatti disciplinati in modo completamente indipendente l’uno dall’altro dal Codice civile. In particolare, il diritto di abitazione è regolato dall’articolo 540 del Codice civile e non trova fondamento nelle leggi successorie. Il motivo è che il diritto di abitazione può costituirsi anche in modalità differenti e non necessariamente nei confronti del coniuge superstite.

In altre parole, il diritto di abitazione non ha quindi nulla a che fare con la successione vera e propria, ma la affianca soltanto perché riservato al coniuge superstite. Quest’ultimo può perciò rifiutare l’eredità senza perderlo, perché il suo possesso è garantito dalla legge in quanto coniuge e non in quanto erede.

Allo stesso tempo, il coniuge superstite abita già l’abitazione coniugale – individuata nella casa adibita a residenza familiare – ed è presumibilmente in possesso di alcuni beni del defunto. In questo caso, al pari degli altri eredi con possesso che intendono rinunciare all’eredità, deve effettuare l’inventario dei beni entro 3 mesi dall’apertura della successione. In seguito, la rinuncia deve avvenire entro 40 giorni. Il mancato svolgimento di queste pratiche comporta la perdita della possibilità di rinuncia, ma sempre senza alcuna influenza sul diritto di abitazione. Nel rispetto della procedura, l’esercizio del diritto di abitazione non ostacola la rinuncia, perché non rappresenta l’accettazione tacita dell’eredità,

Diritto di abitazione del coniuge superstite ed eredità

Il diritto di abitazione e l’eredità sono quindi indipendenti, anche per quanto riguarda le quote degli altri eredi. Ciò comporta che il coniuge superstite conserva il diritto di abitazione senza per questo ledere la proprietà degli altri eredi sullo stesso immobile. La proprietà della casa familiare può quindi essere divisa per successione in capo agli altri coeredi, senza ledere il diritto di abitazione del coniuge e viceversa.

Nemmeno eventuali figli condividono il diritto di abitazione del genitore superstite, in quanto designato appositamente dal Codice civile per consentire al coniuge vedovo di continuare a vivere nella dimora abituale. Oltretutto, i figli minorenni continuano ad abitare la casa di famiglia inseme al genitore, mentre i maggiorenni hanno, in linea generale, semplicemente diritto alla quota ereditaria spettante loro.

Perdita del diritto di abitazione del coniuge

Anche se la rinuncia dell’eredità non comporta la perdita del diritto di abitazione, ci sono altri modi con cui il coniuge superstite potrebbe perdere il suo diritto. Nonostante in questo caso il diritto di abitazione sia costituito dalla legge, infatti, anche il coniuge è tenuto al rispetto dei vincoli individuati dal Codice civile per questo tipo di diritto.

Ne consegue che il coniuge deve provvedere alle spese ordinarie di manutenzione dell’immobile, versare i tributi e le imposte e non utilizzare la casa come sede dell’attività professionale, altrimenti verrebbe meno la ragione per cui è stato previsto questo diritto. Per la stessa ragione, il diritto di abitazione non può essere trasferito o dato in locazione, anche se il coniuge può effettuare la rinuncia in favore di un altro erede.

Iscriviti a Money.it

Correlato