Forze Armate e di Polizia: perché il rinnovo del contratto può essere rinviato

Simone Micocci

17 Dicembre 2018 - 11:22

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Legge di Bilancio 2019: non aumentano le risorse a disposizione per il rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione. Forze Armate e di Polizia dovranno attendere il 2020 per l’aumento di stipendio?

Forze Armate e di Polizia: perché il rinnovo del contratto può essere rinviato

Nonostante le risorse stanziate nella Legge di Bilancio il rinnovo del contratto del pubblico impiego - che comprende il personale dei comparti Difesa e Sicurezza - rischia di essere “rinviato” al 2020.

Con le risorse a disposizione, infatti, è quasi impossibile che sindacati e amministrazione possano trovare un accordo per il nuovo contratto 2019-2021; basti vedere le numerose lettere di polemiche inviate in questi giorni dai principali sindacati del settore per capire qual è il sentiment generale.

Dal Governo, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, non sembra ci sia la disponibilità ad aumentare le risorse previste nella bozza di testo della manovra finanziaria presentata al Parlamento; se non altro, nel frattempo la Legge di Bilancio è stato tagliata di altri 7 miliardi di euro (per il passaggio dal 2,4% al 2,04% del deficit) quindi sembra impensabile - almeno per quest’anno - un aumento di risorse per il rinnovo del contratto per il pubblico impiego.

Insomma, è molto probabile che l’inizio delle trattative avrà luogo solamente nel 2020, con la corresponsione degli arretrati per il 2019 una volta che il rinnovo verrà siglato. Un po’ come successo con il contratto 2016-2018, siglato solamente nel 2018, con il personale che ha ricevuto gli arretrati per le due annualità precedenti tramite un assegno una tantum.

Perché il rinnovo del contratto potrebbe saltare

Come anticipato, sul rinnovo del contratto del pubblico impiego se ne saprà di più questa settimana, dopo che l’UE esprimerà il proprio giudizio sulla proposta presentata dal Governo italiano per una Legge di Bilancio con un deficit al 2,04% del PIL e non al 2,4% come inizialmente prefissato.

Ecco perché ad oggi non è ancora chiaro se le risorse previste per il rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione sono confermate oppure se ci sarà una lieve riduzione.

Una cosa sembra essere certa: molto difficilmente le risorse a disposizione saranno di più di quelle stanziate inizialmente. Dopo un eventuale via libera dell’Unione Europea, infatti, in Parlamento ci saranno pochi giorni per approvare la Legge di Bilancio entro la fine dell’anno, tant’è che il Governo ha deciso che al Senato si passerà direttamente all’esame in aula saltando completamente il passaggio nelle opportune commissioni.

Insomma, visto il poco tempo a disposizione difficilmente si potrà parlare di rinnovo del contratto, con Forze Armate e di Polizia che dovranno attendere presumibilmente per un altro anno.

Come anticipato, però, sembra impossibile che un accordo possa essere raggiunto con le poche risorse a disposizione nella Legge di Bilancio 2019, con le quali lo stipendio potrà essere aumentato di appena poche decine di euro ogni mese.

Ecco perché ogni trattativa in merito al prossimo rinnovo del contratto potrebbe essere rinviata al 2020; nel frattempo, però, le polemiche da parte del personale delle Forze Armate e di Polizia e dei loro rappresentanti non accennano a placarsi.

La delusione del Cocer Carabinieri: “Contiamo meno di un caffè al giorno

Ad essere particolarmente delusi per le notizie che circolano intorno al rinnovo del contratto è il Co.Ce.R. Carabinieri, come riportato in esclusiva da Infodifesa.it.

Nel dettaglio, il Co.Ce.R. si sente “tradito dagli stanziamenti inadeguati e offensivi per chi opera per l’ordine e la sicurezza pubblica del nostro Paese”, lamentandosi soprattutto con il Ministro della Difesa (Elisabetta Trenta) e con quello dell’Interno (Matteo Salvini) per non aver mantenuto le promesse fatte all’inizio del loro mandato.

Con le risorse a disposizione, infatti, si rischia di sottoscrivere un rinnovo del contratto persino peggiore del precedente, tant’è che - nonostante il blocco dell’indennità operative che perdura da 16 anni - gli aumenti stipendiali ipotizzati “non consentirebbero neppure l’acquisto di un caffè al giorno”.

Ancora una volta si parla di “elemosina contrattuale”, con l’invito del Co.Ce.R. ad essere ascoltato dal Governo così da poter individuare “soluzioni economiche da inserire nella Legge di Bilancio tramite un maxi emendamento che verrà presentato al Senato nei prossimi giorni”.

Per i motivi suddetti, però, è molto difficile che da parte del Governo ci sia la disponibilità ad approvare un emendamento che prevede nuovi investimenti da parte dello Stato; già è stato difficile far quadrare i conti per approvare Quota 100 e reddito di cittadinanza, il rinnovo del contratto - salvo novità dell’ultima ora - può aspettare.

Dubbi anche sulle nuove assunzioni nella PA

Per lo stesso motivo c’è chi nutre dei dubbi anche sul fatto che ci siano abbastanza risorse a disposizione per procedere con l’assunzione di nuovo personale nella Pubblica Amministrazione.

Secondo le stime effettuate, infatti, complessivamente per le nuove assunzioni nel pubblico impiego servirebbero 1,6 miliardi di euro per il triennio 2019-2021: nel dettaglio, per il piano reclutamento nel comparto Difesa e Sicurezza che porterà all’assunzione di 1.500 Vigili del Fuoco, 6.150 Forze dell’Ordine e altri 770 tra personale civile, dirigenti amministrativi e personale per le carriere prefettizie, potrebbero servire circa 400 mila euro.

Scopriremo nei prossimi giorni, una volta che il testo della Legge di Bilancio verrà approvato dal Senato (dopo che l’UE si esprimerà in merito alla proposta presentata dal Governo) se i dubbi - nostri e dei sindacati - si rileveranno corretti e se, come anticipato, per il rinnovo del contratto del pubblico impiego ci sarà effettivamente il rinvio al 2020.

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