Rimborso buoni fruttiferi postali: come funziona? Tutti i casi

Laura Pellegrini

13 Gennaio 2021 - 12:47

condividi

Esistono diverse modalità di rimborso dei buoni fruttiferi postali, ma in qualsiasi caso il valore riscosso non può essere inferiore al valore nominale risparmiato al momento della sottoscrizione.

Rimborso buoni fruttiferi postali: come funziona? Tutti i casi

I buoni fruttiferi postali sono lo strumento preferito dagli italiani per risparmiare il proprio denaro senza costi di gestione, di collocamento o di rimborso. Infatti, i buoni fruttiferi sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti e vengono collocati sul mercato da Posta Italiane. Nonostante i rendimenti non particolarmente elevati, sono uno dei metodi più sicuri per investire il proprio denaro.

I buoni fruttiferi sono esenti dall’imposta di successione e godono di una tassazione agevolata al 12,50%. Inoltre, sono garantiti dallo Stato italiano. Tra i punti di forza c’è anche il fatto che il denaro risparmiato di può recuperare in qualsiasi momento senza perdere nemmeno un centesimo.

Ma come può avvenire il rimborso dei buoni fruttiferi postali? Vediamo tutti i casi possibili.

Buoni fruttiferi postali: come avviene il rimborso?

Poste Italiane ha comunicato che tutti i buoni fruttiferi postali possono essere rimborsati al 100% in qualsiasi momento. Ciò significa che i risparmiatori possono recuperare totalmente i risparmi investiti in qualsiasi momento e che il valore del rimborso non sarà mai inferiore al valore nominale del buono.

L’unico caso nel quale si potrà riscontrare un rimborso di valore inferiore al valore nominale del buono riguarda l’applicazione dell’imposta da bollo. Nei suddetti casi, comunque, in caso di rimborso anticipato Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti non procederanno all’applicazione del valore dell’imposta da bollo per non inficiare il valore netto del buono fruttifero.

Per quanto riguarda gli interessi, essi non saranno corrisposti prima che siano decorsi i termini previsti al momento della sottoscrizione. Eventualmente, quindi, il rimborso potrà avere un valore maggiore del netto risparmiato.

Riscossione buoni fruttiferi postali con o senza successione

Esistono diverse modalità di riscossione dei buoni fruttiferi postali: in particolare, è possibile ottenere il credito risparmiato con o senza successione, ma occorre fare alcune precisazioni.

I Bfp cointestati rientrano nella successione dell’eredità, ma per ottenere quest’ultima occorre distinguere quelli emessi prima del 28 dicembre 2000 e quelli emessi dopo tale data. Nel caso di decesso di uno dei sottoscrittori, infatti, Poste Italiane potrebbe bloccare la riscossione dell’altro sottoscrittore. Per i buoni emessi a partire dal 28 dicembre 2020 è stata applicata la clausola PFR, ovvero «pari facoltà di rimborso». In questo caso è possibile presentare in Posta il modulo per il rimborso con gli interessi maturati fino a quel momento.

Diverso è il caso dei buoni emessi prima del 28 dicembre 2000, in quanto questi ultimi non presentano la clausola PFR e quindi la riscossione deve includere anche gli eredi. Se questi ultimi non si oppongono, il cointestatario può ottenere il rimborso.

Dove si presenta la domanda per ottenere il rimborso?

La domanda per ottenere il rimborso dei buoni fruttiferi postali va presentata al direttore della Posta. Entro tre settimane la richiesta verrà presa in carico ed eseguita e il beneficiario otterrà il rimborso del valore nominale del buono arricchito con gli interessi maturati fino a quel momento.

Poste Italiane ha elencato anche i documenti da presentare negli uffici postali in caso di riscossione da parte di eredi, ovvero:

  • Dichiarazione di Successione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate;
  • certificato di morte;
  • dichiarazione di esenzione prevista per Legge (se sussistono i requisiti);
  • Buoni fruttiferi postali;
  • modulo di richiesta ai fini del rimborso del titolo;
  • atto notorio;
  • copia dei documenti d’identità e codice fiscale.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO