Riforma Irpef 2026, riduzione delle imposte senza fiscal drag

Nadia Pascale

30 Settembre 2025 - 11:12

Novità per la riforma Irpef 2026, arriva la contro proposta dell’opposizione parlamentare volta a contrastare il fiscal drag attraverso un meccanismo automatico di adeguamento degli scaglioni.

Riforma Irpef 2026, riduzione delle imposte senza fiscal drag

Riforma Irpef 2026, arriva una nuova proposta, ma questa volta dall’opposizione e mira a salvaguardare il potere di acquisto degli italiani e ridurre la pressione fiscale con una riduzione delle imposte volta a evitare il fiscal drag o drenaggio fiscale.

Il Movimento 5 Stelle ha annunciato un emendamento alla Manovra di Bilancio 2026 volto a contrastare l’impoverimento generato dall’aumento della pressione fiscale legato al drenaggio fiscale, fiscal drag.

Ecco la proposta di riforma Irpef 2026 per salvare il potere di acquisto degli italiani dal drenaggio fiscale.

Cos’è il drenaggio fiscale e perché non basta tagliare le aliquote Irpef

Il taglio dell’Irpef è stato annunciato ormai da mesi ed è probabile che entri in manovra anche se in forma ridotta, cioè taglio della seconda aliquota dal 35% al 33% senza estensione del secondo scaglione a 60.000 euro.
Per molti questa misura è insufficiente perché tale riduzione delle imposte non riesce a contrastare il drenaggio fiscale, cioè l’aumento delle imposte da versare a causa dell’aumento dei redditi non adeguato però al livello di inflazione. Questo meccanismo ha portato a un aumento della pressione fiscale e quindi un impoverimento generale dei lavoratori che continuano a perdere potere d’acquisto e a pagare più tasse.

La proposta del M5S mira a calmierare gli effetti di questo fenomeno. La pressione fiscale è il rapporto tra la somma di imposte dirette, imposte indirette, imposte in conto capitale, contributi sociali e prodotto interno lordo.

A dare l’allarme drenaggio fiscale è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio che sottolinea che il drenaggio fiscale è un fenomeno legato alle imposte progressive, IRPEF, con aliquote non indicizzate all’inflazione, ciò porta a un aumento del prelievo fiscale non giustificato da un effettivo aumento del reddito, della capacità contributiva e del potere di acquisto.

Riforma Irpef 2026, ecco l’emendamento alla legge di Bilancio 2026

Ad annunciare la contro-riforma Irpef è il Senatore Mario Turco nella sua pagina Facebook. Ribadisce che

Il fiscal drag colpisce milioni di cittadini che, a causa dell’inflazione, ricevono adeguamenti contrattuali ma finiscono negli scaglioni Irpef superiori, perdendo così il beneficio fiscale e ritrovandosi paradossalmente più poveri. Si tratta di una vera e propria tassa occulta, che grava anche su imprenditori e autonomi soggetti a Irpef.

La proposta volta a contrastare il fiscal drag è stata già inserita sotto forma di Disegno di Legge e sarà ora proposta come emendamento alla Legge di Bilancio 2026.

L’emendamento annunciato dal Movimento 5 Stelle mira a introdurre nel nostro ordinamento una revisione biennale delle soglie, scaglioni di reddito IRPEF, in modo che siano sempre adeguate all’inflazione.
Ad esempio, quando l’inflazione cresce è necessario modificare la soglia della No Tax Area in modo che vi sia coincidenza nel valore reale del reddito non tassato. Sempre ogni biennio deve essere prevista la revisione degli scaglioni IRPEF e delle detrazioni, si può agire sulle detrazioni per lavoro dipendente e aumentarle in base all’inflazione.

L’emendamento, in base a quanto annunciato, mira a introdurre un adeguamento obbligatorio di No Tax Area e scaglioni con un’inflazione che supera la soglia del 5%.

Il Movimento 5 Stelle sottolinea che questa riforma è fattibile ed è già applicata in molti Paesi, ad esempio negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia. Germania e Francia periodicamente rivedono le aliquote marginali in modo da evitare il fiscal drag. Danimarca e Paesi Bassi prevedono, invece, rimborsi fiscali automatici in caso di maggiori imposte versate a causa non di un effettivo aumento di ricchezza, ma di inflazione.

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