La riforma della giustizia spiegata in 3 punti

Ilena D’Errico

31 Ottobre 2025 - 00:58

Ecco i 3 punti principali della riforma della giustizia approvata dal Parlamento italiano.

La riforma della giustizia spiegata in 3 punti

Ormai è ufficiale: la riforma della Giustizia è legge. Il Parlamento ha approvato definitivamente il testo, un “traguardo storico” secondo la premier Giorgia Meloni, la quale attende un riscontro dalla cittadinanza nel referendum confermativo. Sapere cosa prevede la riforma è quindi fondamentale per gli italiani, che possono fare una valutazione personale e specifica soltanto conoscendone i punti essenziali.

1) La separazione delle carriere

Il fulcro centrale di questa riforma della Giustizia è la tanto discussa separazione delle carriere, che vede separarsi con una novità assoluta le strade della magistratura inquirente e giudicante. In altre parole, giudici e pubblici ministeri dovranno seguire percorsi differenti e indipendenti l’uno dall’altro, senza peraltro possibilità di passare da un ruolo professionale all’altro durante la carriera. Bisogna scegliere se essere giudice o pubblico ministero senza possibilità di tornare indietro sui propri passi, così da tutelare l’imparzialità dei giudici e garantire rapporti equilibrati e definiti tra le due figure, che saranno per la prima volta distinte in tutto e per tutto.

Da tempo si discute di questa alternativa per definire con la massima trasparenza, nell’interesse stesso dei professionisti, le due carriere. Così come c’è un’ampia serie di sostenitori, tuttavia, ci sono anche numerose persone che si schierano contrariamente a questa scelta. C’è infatti chi ritiene che con questa spaccatura possano formarsi delle crepe nell’indipendenza del sistema complessivo della magistratura. Oltre a un potenziale controllo politico, si teme anche per la perdita di unità che si verificherebbe con la riforma, oltre che di un’eccessiva burocratizzazione. In ogni caso, non c’è ancora modo di ipotizzare come verrà gestito il cambiamento, visto che tutti i dettagli della separazione delle carriere saranno da valutare.

2) Separati anche i Consigli superiori

Di pari passo alla separazione delle carriere abbiamo quella del Consiglio superiore della magistratura, che la riforma divide in due soggetti distinti. In questo modo, l’indipendenza della magistratura inquirente e quella giudicante viene assicurata. Nasceranno quindi due separati Consigli della magistratura, uno per i giudici e l’altro per i Pm, entrambi dei quali presieduti dal presidente della Repubblica. La composizione dei due Consigli è invece la seguente:

  • primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione (rispettivamente per i magistrati inquirenti e per quelli giudicanti;
  • un terzo di componenti estratti tra professori ordinari di materie giuridiche e avvocati con almeno 15 anni di esperienza;
  • due terzi di magistrati appartenenti alla medesima categoria del Consiglio superiore della magistratura.

3) Alta corte disciplinare

A vigilare sull’operato dei magistrati sarà l’apposita Alta Corte di giustizia disciplinare, che sostituisce il sistema disciplinare interno, composta da 15 giudici (6 magistrati giudicanti, 3 requirenti e altri 3 membri esterni). Così, il lavoro di pubblici ministeri e giudici sarà valutato proprio dai colleghi che fanno parte dell’Alta Corte ma non da organi interni, assicurando anche in questo caso maggiori garanzie di imparzialità. La riforma prevede inoltre che queste sentenze non possano essere impugnate, ma ammettendo comunque la possibilità di contestarle proprio attraverso la Corte.

La riforma della giustizia è legge

La riforma della giustizia è stata approvata definitivamente dal Parlamento, pertanto adesso manca soltanto il referendum, che potrebbe confermare o meno le nuove regole. Intanto, il ministro Nordio è entusiasta, definendo questo risultato come uno dei momenti più importanti nella storia della Repubblica italiana. Non resta che aspettare la decisione finale dei cittadini stessi, che hanno intanto ancora del tempo a disposizione per valutare. Soltanto dopo la conferma e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, peraltro, il testo potrà entrare in vigore e cambiare le regole. Per il momento, quindi, non ci sono differenze e si può ancora seguire la procedura ordinaria per entrare in magistratura.

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