La riforma fiscale 2023/2024 inizia a prendere forma dopo le prime novità introdotte e quelle in programma nel prossimo futuro: dalle cartelle esattoriali alle tasse cosa cambia?
La riforma fiscale i suoi primi passi li ha mossi a fine 2023, con una delle novità che hanno riguardato i lavoratori autonomi. Per questi contribuenti il pagamento del secondo acconto delle imposte dirette, da sempre previsto in un’unica soluzione, è stato spostato al 16 gennaio con la previsione di versamento rateale. Le novità più corpose sono state, però, introdotte dalla Legge di Bilancio con la rimodulazione degli scaglioni e delle aliquote Irpef. Grandi novità hanno riguardato le tasse, di fatto, ma ne sono in programma altre importanti che riguardano anche le cartelle esattoriali e la riscossione.
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 14 agosto, della Legge delega su cui poggia la riforma fiscale, la fase operativa ha iniziato ad apportare cambiamenti veri e propri. A causa della mancanza di coperture, in ogni caso, come era stato annunciato, la riforma fiscale si realizza in diversi step dando la priorità a quelli che sono gli interventi a costo zero (come appunto lo spostamento e la rateizzazione dell’acconto di novembre per gli autonomi) fino ad arrivare a quello che è l’obiettivo finale di questo esecutivo, ovvero la flat tax per tutti.
Gli obiettivi di questa riforma, come detto in più di un’occasione, sono quelli di favorire una crescita economica del Paese con un occhio alla natalità sostenendo le famiglie, le imprese e i lavoratori. In tutto questo, ovviamente, intenzione del Governo è anche quella di prevenire e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale, piaga dell’Italia da troppi decenni, mentre si cerca di razionalizzazione e semplificare l’intero sistema tributario.
L’obiettivo principale della riforma dell’Irpef è quello di tassare tutti ma in modo equo e per fare questo serve un Fisco che alla base sia diverso e che sfrutti istituti, come il concordato preventivo introdotto per i lavoratori autonomi già nel 2024.
Irpef a tre aliquote, no tax area uguale per tutti e flat tax sono gli interventi più corposi.
Un progetto ambizioso che era sicuramente necessario, visto che l’ultima vera riforma fiscale risale agli anni ’70 del secolo scorso, anche se da allora ci sono stati provvedimenti sparsi che sono serviti solo a tamponare falle e a creare una giungla burocratica in cui anche i più esperti faticano a districarsi.
L’Irpef a 3 scaglioni nel 2024
A disporre la revisione dell’Irpef con la graduale riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito è l’articolo 5 della legge delega. L’obiettivo è quello di raggiungere l’aliquota unica e l’equità orizzontale. Il primo passaggio è quello dalle attuali quattro a tre aliquote Irpef che è entrato in vigore dal 1° gennaio 2024 accorpando la prima e la seconda aliquota e relativi scaglioni in una unica.
Nel 2024, quindi, l’Irpef si paga nel seguente modo:
- per redditi fino a 28.000 aliquota al 23%;
- per redditi da 28.000 a 50.000 euro aliquota al 35%;
- per redditi oltre i 50.000 euro aliquota al 43%.
Questa novità riguarda solo il 2024 e dovrà essere nuovamente finanziata per il prossimo anno, anche se l’esecutivo ha fatto sapere che per il 2025 vorrebbe portare le attuali tre aliquote e scaglioni a due, andando a intervenire sulla tassazione di coloro che hanno un reddito superiore ai 50.000 euro.
Riscossione fino a 120 rate per le cartelle esattoriali
L’articolo 18 della Legge 111 del 2023 prevede la graduale estensione dei pagamenti. Attualmente le dilazioni previste per il pagamento dei debiti arrivano al massimo a 72 rate, prevedendo una rateizzazione più lunga solo in casi particolari (dimostrando la temporanea difficoltà economica nel pagare con piani meno lunghi).
Le novità che potrebbero riguardare la riscossione, però, potrebbero puntare a estendere tutti i piani di rateizzazione delle cartelle esattoriali a 120 rate rendendo il pagamento dei debiti meno oneroso.
Il percorso per arrivare a una dilazione per tutti in 10 anni, però, potrebbe rivelarsi abbastanza lungo poiché le intenzioni sembrerebbero essere quelle di passare, dal 2025, da calendari di 72 rate a quelli che prevedono 84 rate.
Solo negli anni successivi sarebbero, poi previsti gli ulteriori step che porterebbero, nel 2031, alla dilazione per tutti in 120 rate.
No tax area uguale per tutti
Non solo gli scaglioni e le aliquote ma tutto il meccanismo di tassazione del reddito è stato rivisto per raggiungere l’equità orizzontale impositiva. Questo ha portato a individuare un’unica fascia di esenzione per tutte le categorie di reddito (dipendente da pensione): la no tax area dei dipendenti è stata equiparata a quella dei pensionati. Invariata, invece, la no tax area dei lavoratori autonomi.
L’intenzione è quella di individuare un’unica fascia di esenzione uguale per tutti a prescindere dalle categorie di reddito che, anche alla luce delle detrazioni riconosciute, preveda il pagamento delle stesse tasse da tutti. Ovviamente dopo il primo step di equiparazione a 8.500 euro della no tax area di pensionati e dipendenti, si dovrà procedere in futuro, con un intervento per quel che riguarda la no tax area dei lavoratori autonomi.
L’evasione fiscale va combattuta prima che si realizzi
La sfida più grande per il Governo è quella di andare a combattere l’evasione fiscale prima che questa si realizzi e per farlo è necessaria una rivoluzione del rapporto che il contribuente ha con il Fisco.
Si punterà, quindi, ancora di più su tutti quegli strumenti che vadano a favorire l’adempimento degli oneri in modo spontaneo.
Che tradotto, di fatto, significa che la strada da seguire sarà ancora quella delle compliance e che, molto probabilmente, saranno previste altre tregue fiscali e altre definizioni agevolate per le irregolarità tributarie.
In questo modo, prima che scatti la cartella fiscale si darà modo al contribuente di sanare la propria posizione per fare in modo, appunto, di prevenire la cartella.
La riforma fiscale è necessaria
La nuova riforma fiscale è necessaria e deve essere complessiva in modo da rivedere in modo totale il rapporto tra Fisco e contribuente garantendo un equilibrio per tutti.
I pilastri della riforma sono stati già annunciati e saranno 4 e riguarderanno i principi generali, la revisione delle imposte, i procedimenti e i Testi unici da accorpare.
leggi anche
Riforma per un Fisco più leggero con sanzioni più lievi, accertamenti e concordato biennale
Si darà ampio spazio anche alla disciplina dei tributi per quel che riguarda i procedimenti che, a loro volta saranno 4:
- quello dichiarativo per il quale è previsto lo snellimento del calendario e degli adempimenti;
- quello di accertamento che avrà importanti modifiche;
- quello di riscossione;
- quello del contenzioso tributario.
Le novità saranno interessanti, come si può presumente, per ognuno di questi punti, anche se al momento quello che interessa maggiormente i contribuenti è come verrà ridotto il peso delle tasse.
Pignoramenti, cosa cambia?
Inizialmente si era parlato di una sorta di prelievo forzoso sui conti correnti dei debitori rendendo automatizzato il pignoramento in caso di pendenze. La cosa, però non tutelava adeguatamente tutti i cittadini e proprio per questo è stata modificata.
Si tenderà a voler superare il ruolo per la riscossione rendendo più semplice la procedura del pignoramento ma senza scendere nelle modalità che non tutelano i debitori. La soluzione è una sorta di compromesso che permette ai creditori di avere accesso a una lista dei beni pignorabili per capire, prima di procedere alla richiesta di pignoramento, se sui conti correnti del debitore sono presenti somme oppure no. Solo in questo modo si ha la certezza che, poi, il pignoramento possa andare a buon fine.
Flat tax e concordato preventivo per gli autonomi
Per i lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfetario resta, in ogni caso, la flat tax al 15% (che in alcuni casi scende anche al 5%). Ma il Governo ha inserito anche il concordato preventivo biennale con il quale contribuente e Fisco trovano una sorta di accorto sulle tasse da pagare indipendentemente da quelli che sono, poi, i guadagni reali. Il nuovo istituto prenderà il via proprio quest’anno con termine di adesione fissato al 15 ottobre 2024.
Da non perdere su Money.it
- 💬 Hai apprezzato questo articolo? Lascia il tuo commento!
- 🌟 Hai già dato un'occhiata a Money.it Premium? Scoprilo adesso
- 📈 Prova Gratis il Trading Online con un conto demo
- 🪙 Scopri tutto su Bitcoin e ChatGPT nella sezione Corsi di Money Premium
- 🇺🇸 Elezioni USA 2024: tutte le analisi nella sezione dedicata
- 📖 Il Libro Bianco sull'educazione digitale di Money.it, scaricalo gratis
- 🎁 Vuoi regalare un abbonamento a Money.it Premium? Puoi farlo qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA