Approvata la riforma del Csm, stop alle porte girevoli: cosa cambia per la magistratura

Stefano Rizzuti

11 Febbraio 2022 - 17:50

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma del Csm: dallo stop alle porte girevoli al nuovo sistema elettorale, ecco cosa cambia per il mondo della magistratura.

Approvata la riforma del Csm, stop alle porte girevoli: cosa cambia per la magistratura

Via libera dal Consiglio dei ministri alla riforma del Csm (Consiglio superiore della magistratura) e dell’ordinamento giudiziario. La novità più importante, oltre al nuovo sistema elettorale, è lo stop alle cosiddette porte girevoli.

Il pacchetto messo a punto dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia verrò ora discusso in Parlamento senza che venga posta la fiducia, come assicura il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il quale assicura che la riforma avrà priorità assoluta del Parlamento, anche con l’obiettivo di appianare le divergenze rimaste dopo la discussione in Cdm.

L’obiettivo è quello di chiudere la riforma anche in Parlamento entro l’elezione del prossimo Consiglio: la scadenza è prevista a luglio. Vediamo cosa prevede il testo e cosa dovrebbe cambiare per il mondo della magistratura.

La nuova composizione del Csm

A cambiare è, in primis, la struttura del Consiglio superiore della magistratura: i componenti diventano 30. Tra questi tre sono di diritto: presidente della Repubblica, primo presidente della Cassazione e procuratore generale della Cassazione. I membri togati saranno 20 e quelli laici 10.

Magistratura, stop alle porte girevoli

La riforma introduce il divieto di esercitare contemporaneamente funzioni giurisdizionali e incarichi elettivi e governativi, contrariamente a quanto previsto oggi. Questo principio vale sia per le cariche elettive nazionali e locali sia per gli incarichi di governo nazionali, regionali e locali.

Per assumere l’incarico politico sarà obbligatorio porsi in aspettativa senza assegno. Per le cariche elettive nazionali, regionali ed europee così come per gli assessori, i magistrati non sono eleggibili nella regione in cui è compreso anche solo parte dell’ufficio giudiziario in cui hanno prestato servizio negli ultimi tre anni.

Stesso discorso, con l’applicazione del principio territoriale, vale per la candidatura a sindaco. Nel caso in cui un magistrato accetti una candidatura va in aspettativa senza assegni con diritto alla conservazione del posto. Poi al momento del ritorno nel ruolo di magistrato le possibilità sono diverse:

  • Per le cariche elettive o gli incarichi di governo non è più possibile tornare a svolgere la funzione giurisdizionale, ma si rientra fuori ruolo in un ministero, alla presidenza del Consiglio o all’avvocatura dello Stato;
  • Se non si viene eletti non si possono svolgere funzioni giurisdizionali per tre anni;
  • Se si ricoprono ruoli come quello di capo di gabinetto vale lo stesso divieto di svolgere funzioni giurisdizionali per tre anni.

Come cambia l’elezione del Csm

Per l’elezione del Csm arrivano i collegi binominali che eleggono due componenti l’uno. A questo si aggiunge una distribuzione proporzionale di cinque seggi a livello nazionale. Per l’elezione dei membri togati due consiglieri della Cassazione verranno votati in un collegio unico binominale nazionale con il sistema maggioritario. Tutti i votanti avranno un solo voto a disposizione e verranno eletti i due più votati.

Cinque pubblici ministeri verranno eletti in due collegi territoriali binominali: ogni collegio elegge i primi due con un sistema maggioritario mentre il quinto eletto sarà il miglior terzo più votato (da individuare attraverso un calcolo ponderato, cioè rapportato al bacino elettorale).

Altri 13 componenti verranno eletti con un sistema maggioritario e una parte con proporzionale: otto verranno eletti con sistema maggioritario binominale nei quattro collegi territoriali e altri cinque verranno eletti con il proporzionale su base nazionale.

Non saranno previste liste di candidati ma candidature individuali. In ogni collegio binominale ci dovranno essere almeno sei candidati e almeno tre per ogni genere: se non ci saranno abbastanza candidature o per raggiungere il numero minimo per la rappresentanza di genere si ricorrerà al sorteggio.

Le altre novità per la magistratura

A cambiare sarà anche la composizione delle commissioni: questa suddivisione spetterà al presidente della Repubblica. Novità anche per gli incarichi direttivi con criteri più rigidi. Verrà ridotto il numero dei magistrati fuori ruolo (oggi sono 200). Infine sarà possibile accedere al concorso per la magistratura direttamente dopo la laurea, senza l’obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione.

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