Ricordi Salt Bae? Oggi i suoi ristoranti sono in crisi, ecco perché

Alessandro Nuzzo

11 Agosto 2025 - 19:47

Ha appena annunciato l’apertura del suo primo ristorante a Milano. Eppure in questo Stato i suoi locali sono in crisi: ecco perché.

Ricordi Salt Bae? Oggi i suoi ristoranti sono in crisi, ecco perché

I social, se sfruttati correttamente, sono una potente arma promozionale. Negli ultimi anni, chi è riuscito a cavalcare l’onda portando contenuti originali e virali ha visto crescere a dismisura il proprio fatturato. Piattaforme come Instagram e TikTok hanno contribuito a far nascere vere e proprie star amate in tutto il mondo.

Il settore della ristorazione è uno di quelli che ha saputo sfruttare meglio il potenziale dei social per promuoversi. In questo campo, il numero uno indiscusso è senza dubbio Nusret Gökçe, conosciuto come Salt Bae. Il suo stile unico e la celebre mossa dello sprinkle, ovvero spargere il sale sulla carne con il braccio piegato e la mano alta, lo hanno reso famosissimo, insieme ai suoi ristoranti presenti in diverse città del mondo.

Oggi Nusret gestisce 30 ristoranti e conta circa 4.500 dipendenti. A settembre aprirà il suo primo locale in Italia, a Milano, e non è escluso che nei mesi successivi possa arrivare anche a Roma. La sua è una storia fatta di sacrifici fin da quando, a soli 13 anni, iniziò a lavorare per aiutare la famiglia. Una storia che ispira chiunque insegua un sogno, anche se oggi non mancano le voci critiche che parlano di ristoranti in crisi e sale spesso vuote. Ma sarà davvero così?

La storia di Salt Bae

Dietro il soprannome «Salt Bae» si cela un ex macellaio diventato imprenditore di successo, proprietario della catena di ristoranti di lusso Nusr-Et, specializzata in carne di alta qualità. A 13 anni lasciò la scuola per lavorare in macelleria, facendo turni massacranti di 16 ore al giorno, senza ferie né assicurazione. Spesso dormiva su una sedia pur di riposarsi qualche ora.

Dopo anni di sacrifici, nel 2010 aprì in Turchia il suo primo ristorante con soli 8 tavoli. La svolta arrivò quando un miliardario, Ferit Sahenk, cenò nel suo locale e ne intuì il potenziale. I due decisero di aprire insieme due ristoranti in Medio Oriente. Poi, il 7 gennaio 2017, il video che cambiò tutto: Nusret pubblicò sui social la famosa mossa dello sprinkle. Un gesto spontaneo che divenne virale in poche ore, imitato da milioni di persone.

Da lì, un’espansione rapidissima: Stati Uniti, Grecia, Regno Unito, Emirati Arabi, Qatar. Nusret iniziò anche a frequentare eventi mondani e a coltivare il suo personal brand, trasformandosi in una celebrità globale.

Impero in crisi?

Ed è dopo aver toccato il punto di popolarità massimo che sono iniziati alcuni problemi tra chi lo ha criticato per i prezzi elevati e chi per le cattive condizioni di lavoro offerte.

Nel 2023, è finito al centro delle polemiche. Diversi ex dipendenti lo hanno accusato di sfruttamento, mancanza di rispetto e licenziamenti ingiustificati. Secondo fonti, Gökçe avrebbe persino richiesto una percentuale sulle mance dei suoi lavoratori. Sono emerse inoltre segnalazioni di pratiche scorrette verso i clienti, come servire avanzi di cibo e aprire bottiglie di vino già usate. Accuse sempre smentite dal diretto interessato.

E poi c’è la polemica dei prezzi che spesso non vanno di pari passo con la qualità. Molti clienti del ristorante hanno espresso sui social network la loro delusione per il pessimo sapore del cibo, giudicato non all’altezza dei prezzi elevati. Secondo diverse fonti, una bistecca parte da 1.000 dollari, i dessert da 25 e le bevande da 10. Anche la celebre carne «dorata» è stata oggetto di critiche. Per molti consumatori, Gökçe privilegia lo spettacolo e la propria immagine personale, trascurando la qualità delle pietanze.

Diverse notizie hanno riportato di un impero in crisi quello creato da Gökçe, con ristoranti vuoti e popolarità svanita. In realtà non è proprio così. A dirlo è stato lui stesso al Corriere: «Il ristorante di Londra ha guadagnato 9,2 milioni di dollari nei primi tre mesi. Il fatturato è aumentato del 16% dal 2023 al 2024 e continua a crescere. Puntiamo a mercati ad alto potenziale: sposteremo alcune operazioni dagli Stati Uniti verso Città del Messico, Milano, Roma, Ibiza e l’Estremo Oriente». Come normale, ci sono alcune zone dove i ristoranti hanno più potenziale e altre dove c’è meno attrattiva. Il mercato degli Stati Uniti sembra essere quello colpito maggiormente dalla crisi e difatti si sta decidendo di spostare alcune operazioni in nazioni diverse.

C’è da dire che considerati i prezzi, non serve riempire ogni sera i locali per garantire profitti. La catena prosegue dunque la sua espansione, con l’Italia come nuova tappa strategica.

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