Il riciclaggio della plastica in Europa sta morendo

Alessandro Nuzzo

6 Dicembre 2025 - 13:30

Un report parla di numeri in declino per l’industria europea del riciclo della plastica.

Il riciclaggio della plastica in Europa sta morendo

La plastica è uno dei materiali più inquinanti del pianeta e, prima di degradarsi nell’ambiente, impiega migliaia di anni. La situazione è sempre più preoccupante, soprattutto negli oceani, dove finisce la maggior parte dei rifiuti plastici. Date le sue proprietà altamente inquinanti, negli ultimi anni si sta facendo molto per limitarne l’utilizzo nella vita quotidiana e, parallelamente, per incrementare la quota di materiale riciclato così da creare un’economia circolare capace di riutilizzare in modo efficiente la plastica prodotta.

Tuttavia, il settore è in una fase di crisi profonda, condizionata dalla concorrenza dei polimeri vergini a basso costo, dai costi energetici sempre più elevati e da un quadro normativo incerto che scoraggia nuovi investimenti. La domanda di riciclato resta debole e numerosi impianti hanno ridotto o sospeso le attività, aggravando uno scenario già fragile.

Fatturato in calo e sempre più impianti chiudono

Secondo un report pubblicato dall’associazione europea del riciclo Plastics Recyclers Europe (PRE), l’industria europea del riciclo della plastica sta entrando in una fase di forte declino, registrando un calo del fatturato del 5,5%. Il documento, basato sui dati del 2024, mostra la più grande contrazione di sempre per il comparto. Inoltre, i dati preliminari per il 2025 segnalano un aumento del 50% degli impianti europei di riciclo chiusi, con una perdita complessiva di quasi 1.000.000 di tonnellate di capacità in soli tre anni. Tale crisi mette a rischio l’economia circolare, la stabilità industriale e, soprattutto, migliaia di posti di lavoro.

Lo scorso anno l’industria europea del riciclo della plastica ha reimmesso nel circuito 13,5 milioni di tonnellate di materiale. Si tratta di numeri ancora lontani dal tasso di crescita annuale del 6% necessario per raggiungere gli obiettivi fissati dalla legislazione europea sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, obiettivi che Bruxelles considera prioritari per la transizione ecologica.

Il settore si trova quindi sotto forte pressione: da un lato aumenta la produzione di plastica su larga scala; dall’altro, i costi energetici restano elevati e la domanda di materiale riciclato continua a calare, anche a causa del crescente volume di importazioni di materia prima a basso costo e non regolamentata proveniente da Paesi terzi. I comparti più colpiti risultano quelli legati al riciclo del PET, che da soli rappresentano quasi il 25% dell’intera capacità produttiva europea e costituiscono un segmento fondamentale della filiera.

«È giunto il momento di unirsi per il bene del settore, non solo per proteggere i posti di lavoro e le aziende a rischio, ma anche per preservare il progresso ambientale e tecnologico dell’Europa, garantendo un futuro sostenibile per tutti», ha commentato Ton Emans, presidente di PRE. L’associazione ribadisce la necessità di un sostegno concreto da parte delle istituzioni europee e nazionali per invertire il trend negativo del riciclo della plastica, anche attraverso interventi coordinati a livello comunitario. L’aspetto ambientale e quello dell’inquinamento non possono essere ignorati: è fondamentale aumentare il livello di riciclo per evitare la dispersione della plastica nell’ambiente, ridurre la produzione di nuova materia prima e costruire un sistema realmente circolare e duraturo.

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