Regolamento europeo sul crowdfunding, ecco come funziona

Valentina Menassi

2 Novembre 2023 - 17:48

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Il Regolamento Ue sul crowdfunding specifica che solo i fornitori autorizzati potranno operare. Ecco la situazione in Italia e come funziona.

Regolamento europeo sul crowdfunding, ecco come funziona

Le piattaforme di crowdfunding sono pronte all’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo che le riguarda. L’Italia fino ad ora ha ricevuto tre autorizzazioni e solo chi ottiene la licenza necessaria per legge potrà continuare a operare attraverso questi strumenti per finanziare progetti e attività imprenditoriali nel Belpaese.

Queste realtà hanno tempo fino al 10 novembre per regolarizzarsi in base alla normativa europea. Ecco come funziona il Regolamento europeo sul crowdfunding e quali sono le piattaforme che hanno ricevuto il via libera dall’Unione Europea.

Cos’è il Regolamento europeo sul crowdfunding

Il Regolamento europeo 2020/1503 stabilisce che dall’11 novembre 2023 solo chi fornisce servizi di crowdfunding per le imprese dovrà rispettare la normativa per essere autorizzato a operare in Italia. Fino al 10 novembre 2023 i fornitori potranno continuare nello svolgimento del loro lavoro anche senza l’autorizzazione richiesta, successivamente dovranno aver ricevuto la licenza necessaria. Il Regolamento è stato adottato dalla Consob l’1 giugno 2023, la Commissione nazionale per le società e la borsa assieme a Banca d’Italia, sono le autorità nazionali che si occupano degli atti delegati e delle norme tecniche di attuazione della normativa in questione.

Nello specifico la Consob si occupa di trasparenza e correttezza mentre la Banca d’Italia autorizza i fornitori dei servizi di crowdfunding che sono tenuti a effettuare delle verifiche nei confronti dei titolari delle proposte di progetto. Inoltre, l’istituto bancario nazionale per eccellenza deve assicurare l’osservanza degli obblighi imposti dal regolamento europeo sul crowdfunding:

  • gli operatori devono assicurare l’adeguatezza patrimoniale, il contenimento del rischio e di partecipazioni e di fornire l’informativa necessaria,
  • gli operatori devono rispettare i requisiti generali di organizzazione e di continuità dell’attività,
  • gli operatori devono gestire correttamente l’organizzazione amministrativa e contabile, i controlli interni, i sistemi di remunerazione e incentivazione assieme alla gestione dei rischi, il processo adeguato di audit interno e il corretto approvvigionamento esterno,
  • gli operatori devono essere coerenti ai requisiti dei partecipanti al capitale del fornitore di servizi di crowdfunding che detengono almeno il 20% del capitale o dei diritti di voto,
  • gli operatori devono effettuare le dovute verifiche nei confronti dei titolari di progetti.

Nei confronti di coloro che non rispettano le disposizioni approvate durante il Consiglio dei ministri del 9 marzo 2023 in attuazione del regolamento Ue 2020/1503 viene applicata una sanzione amministrativa per un valore che va da 500 a 500mila euro per aziende con fatturato fino a 500mila euro. Nel caso in cui il fatturato oltrepassasse la soglia l’ammenda verrà calcolata fino al 5% dello stesso.

Gli obiettivi del Regolamento

In merito agli obiettivi del regolamento, questo vuole incrementare la diversificazione e l’efficienza del mercato dei capitali europeo. Inoltre, vuole rendere più facile l’accesso al finanziamento per le piccole e medie imprese e creare un mercato unico europeo per il crowdfunding. Attraverso l’applicazione della normativa viene dato l’accesso a strumenti di finanziamento alternativi ai prestiti bancari. Infine gli investitori ricevono una protezione adeguata in tutte le fasi di utilizzo della piattaforma.
Inoltre vengono definite l’organizzazione, l’autorizzazione e la vigilanza dei provider, quindi coloro che danno accesso alla rete Internet assieme al funzionamento delle piattaforme, la trasparenza e le comunicazioni di marketing.

La situazione in Italia

Entro il 10 novembre 2023, quindi, le piattaforme italiane di crowdfunding devono aver ottenuto la licenza prevista dal regolamento europeo citato in precedenza. Rispetto all’Unione Europea l’Italia è in ritardo poiché l’Europa già dal 2022 si è attivata per identificare le autorizzazioni, mentre il Belpaese ha chiesto di posticipare la deadline di un anno. Attualmente sono tre le piattaforme che hanno ricevuto il via libera. Complessivamente, come riportato dall’ESMA (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) sono 77 i portali europei in possesso dell’autorizzazione in questione, in Italia sono solo tre, ovvero:

  • Build Bull, piattaforma di equity crowdfunding dedicata al settore immobiliare,
  • Funder, il primo portale crowdfunding ad aver ricevuto l’autorizzazione dalla Consob nel 2020,
  • Concrete Investing, piattaforma di crowdfunding immobiliare che ha raccolto circa 60 milioni di euro attraverso 29 operazioni.

Secondo l’Osservatorio Crowdinvesting 2023, presentato presso il Politecnico di Milano, in Italia sono 48 le piattaforme operative, di queste sono solo 25 quelle che hanno presentato l’istanza di aggiornamento per poter operare all’interno del mercato europeo. Per avere una panoramica sulla situazione italiana si può considerare il dato sulla raccolta totale complessiva che ammonta a 1.235,96 milioni di euro con un decremento dell’1% rispetto ai dodici mesi precedenti.

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