Criptovalute: regolamentazione più vicina grazie all’halving del Bitcoin?

Ufficio Studi Money.it

11 Maggio 2020 - 09:00

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Nel corso di questa settimana dovrebbe aver luogo il terzo halving del Bitcoin. Per Simon Peters, analista della piattaforma di investimento eToro, questo porterà ad un nuovo rialzo dei prezzi e a un passo avanti verso la regolamentazione del settore criptovalutario

Criptovalute: regolamentazione più vicina grazie all’halving del Bitcoin?

Nel corso di questa settimana è atteso un importante evento per il Bitcoin: l’halving. In sostanza, l’operazione ridurrà le ricompense dei miners e la velocità con cui vengono creati nuovi BTC. Nel dettaglio, si passerà da 12,5 a 6,25 Bitcoin a blocco.

Si tratta del terzo halving per la prima criptovaluta per capitalizzazione: il primo è avvenuto il 28 novembre 2012, il secondo il 7 luglio 2016.

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Halving Bitcoin: l’opinione di eToro

Secondo Simon Peters, analista della piattaforma di investimento eToro, l’halving beneficierà a far incrementare il prezzo del Bitcoin, come accaduto nelle due precedenti occasioni.

Per l’esperto, in caso di un rialzo dei prezzi si potrà osservare un ulteriore step evolutivo dell’industria delle valute virtuali, che potrebbero diventare un “pilastro dei portafogli degli investitori”.

Oltre a questo “una ripresa sostenuta dai prezzi spingerebbe, probabilmente, la classe politica ad accelerare le operazioni legate ad una regolamentazione, al fine di proteggere i consumatori. Molti ritengono che una regolamentazione sia un punto di svolta per IFA e i gestori patrimoniali, che si sentirebbero maggiormente sicuri nel sottoporre ai propri clienti la possibilità di investire nelle criptovalute”.

Peters dichiara inoltre di aspettarsi nuovi livelli di investimento sul Bitcoin su eToro in misura simile a quanto avvenuto nell’halving del 2016. Se nei prossimi due anni il settore dovesse maturare in misura decisiva, le pensioni delle persone “potrebbero iniziare ad includere una porzione di crypto”.

“Alcune società di investimenti già hanno un’esposizione in cryptoasset. Dal momento che i fondi pensione normalmente rispondono alle richieste dei loro membri, queste potrebbero, un domani, includere un’allocazione di cryptoasset”, chiosa Peters.

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